Il potenziale termico solare del Sahara algerino è 10 volte il consumo mondiale
Grenn Report - Intervenendo ad un workshop internazionale sulla transizione energetica in Africa, Gille Bonafi, membro del Comité Intergouvernemental des Experts dell’Onu, ha detto che «l‘Algeria possiede il potenziale per diventare il primo produttore di elettricità basata sull’energia solare per servire l’Europa e l’Africa». Per questo ha chiesto una partnership energetica Algeria-Ue per finanziare questa transizione.
Secondo Bonafi, «L’Algeria ha il forte potenziale solare termico del Sahara, equivale a 10 volte il consumo globale mondiale, ci guadagnerebbe a sfruttare questo vantaggio comparativo per diventare un grande produttore mondiale, non di gas ma di elettricità».
In una dichiarazione ad Algerie Presse Service, Bonafi sottolinea che l’Algeria è uno dei più grandi giacimenti solari del mondo: «Registra una durata di insolazione compresa tra 1.700 e 3.900 ore con un’energia media ricevuta al mq di 5 kWh. In Europa l’irradiazione solare annuale globale orizzontale (IGH) varia da 800 kWh/mq a circa 1.800 kWh/mq solamente».
Il Programme national de développement des énergies renouvelables dell’Algeria prevede la produzione di 22.000 MW di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, in particolare solare ed eolico, destinata al mercato interno, e 10.000 MW da esportare. Si tratta del 27% della produzione globale di elettricità algerina e raddoppierebbe la capacità attuale.
Bonafi evidenzia che «E’ quindi facile immaginare il potenziale straordinario dell’Algeria che ha a vocazione per diventare il primo produttore mondiale di energia basata sull’energia solar, servendo l’Europa e l’Africa. E, dato che l’Algeria è già il primo produttore africano di gas naturale e che possiede le seconde riserve di gas dell’Africa, la sua “chiave del futuro” sarebbe l’associazione di gas e sole per produrre elettricità».
Bonafi conclude con un avvertimento al governo di Algeri: «Pur essendo il gas naturale il combustibile meno inquinante, emettendo meno CO2, il cambiamento climatico ha un impatto sull’Algeria fino al 7% del suo prodotto interno lordo. Con un Pil di 167 miliardi di dollari nel 2015, l’Algeria ha perso 11,69 miliardi di dollari a causa di questo fenomeno».
L’altro motivo che dovrebbe spingere il Paese africano ad incrementare l’energia solare è il continuo aumento dell’elettricità a livello mondiale: rappresentava il 18% del consumo globale di energia nel 2013, davanti al 15% del gas.
L’esperto Onu ha anche fatto il confronto con la redditività negli investimenti nel contestatisssimo fracking degli scisti algerini per estrarre gas e petrolio: «L’Algeria dovrebbe investire 300 miliardi di dollari negli idrocarburi di scisti che sono redditizi solo con il barile di petrolio intorno agli 80 dollari, che non succederà per molto tempo. D’altronde, negli Usa, la bolla dell’industria degli scisti sta per scoppiare e i fallimenti si susseguono».
L’esperto dell’Onu si è anche interrogato sul gradi di buon senso delle politiche energetiche europee, «Dove dei Paesi dedicano somme importanti per produrre energia a partire dall’energia solare mentre sono in realtà dei Paesi poco soleggiati e la loro elettricità è prodotta con gas importato. Oggi l’Europa importa più della metà del suo consumo di gas e nel 2020 l’Unione europea produrrà solo un terzo dei suoi bisogni. Nel 2030, l’Ue sarà dipendente per più dll’80% dall’importazione del gas che consuma. Inoltre, il consumo di gas in Europa per produrre elettricità aumenterà a un ritmo del 3,6% all’anno nel periodo 2020-2040».
La proposta conclusiva di Bonafi è che l’Algeria, oltre a esportare una parte del suo gas in Europa esporti anche elettricità solare prodotta nel Sahara a minor costo di quella europea.
Grenn Report - Intervenendo ad un workshop internazionale sulla transizione energetica in Africa, Gille Bonafi, membro del Comité Intergouvernemental des Experts dell’Onu, ha detto che «l‘Algeria possiede il potenziale per diventare il primo produttore di elettricità basata sull’energia solare per servire l’Europa e l’Africa». Per questo ha chiesto una partnership energetica Algeria-Ue per finanziare questa transizione.
Secondo Bonafi, «L’Algeria ha il forte potenziale solare termico del Sahara, equivale a 10 volte il consumo globale mondiale, ci guadagnerebbe a sfruttare questo vantaggio comparativo per diventare un grande produttore mondiale, non di gas ma di elettricità».
In una dichiarazione ad Algerie Presse Service, Bonafi sottolinea che l’Algeria è uno dei più grandi giacimenti solari del mondo: «Registra una durata di insolazione compresa tra 1.700 e 3.900 ore con un’energia media ricevuta al mq di 5 kWh. In Europa l’irradiazione solare annuale globale orizzontale (IGH) varia da 800 kWh/mq a circa 1.800 kWh/mq solamente».
Il Programme national de développement des énergies renouvelables dell’Algeria prevede la produzione di 22.000 MW di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, in particolare solare ed eolico, destinata al mercato interno, e 10.000 MW da esportare. Si tratta del 27% della produzione globale di elettricità algerina e raddoppierebbe la capacità attuale.
Bonafi evidenzia che «E’ quindi facile immaginare il potenziale straordinario dell’Algeria che ha a vocazione per diventare il primo produttore mondiale di energia basata sull’energia solar, servendo l’Europa e l’Africa. E, dato che l’Algeria è già il primo produttore africano di gas naturale e che possiede le seconde riserve di gas dell’Africa, la sua “chiave del futuro” sarebbe l’associazione di gas e sole per produrre elettricità».
Bonafi conclude con un avvertimento al governo di Algeri: «Pur essendo il gas naturale il combustibile meno inquinante, emettendo meno CO2, il cambiamento climatico ha un impatto sull’Algeria fino al 7% del suo prodotto interno lordo. Con un Pil di 167 miliardi di dollari nel 2015, l’Algeria ha perso 11,69 miliardi di dollari a causa di questo fenomeno».
L’altro motivo che dovrebbe spingere il Paese africano ad incrementare l’energia solare è il continuo aumento dell’elettricità a livello mondiale: rappresentava il 18% del consumo globale di energia nel 2013, davanti al 15% del gas.
L’esperto Onu ha anche fatto il confronto con la redditività negli investimenti nel contestatisssimo fracking degli scisti algerini per estrarre gas e petrolio: «L’Algeria dovrebbe investire 300 miliardi di dollari negli idrocarburi di scisti che sono redditizi solo con il barile di petrolio intorno agli 80 dollari, che non succederà per molto tempo. D’altronde, negli Usa, la bolla dell’industria degli scisti sta per scoppiare e i fallimenti si susseguono».
L’esperto dell’Onu si è anche interrogato sul gradi di buon senso delle politiche energetiche europee, «Dove dei Paesi dedicano somme importanti per produrre energia a partire dall’energia solare mentre sono in realtà dei Paesi poco soleggiati e la loro elettricità è prodotta con gas importato. Oggi l’Europa importa più della metà del suo consumo di gas e nel 2020 l’Unione europea produrrà solo un terzo dei suoi bisogni. Nel 2030, l’Ue sarà dipendente per più dll’80% dall’importazione del gas che consuma. Inoltre, il consumo di gas in Europa per produrre elettricità aumenterà a un ritmo del 3,6% all’anno nel periodo 2020-2040».
La proposta conclusiva di Bonafi è che l’Algeria, oltre a esportare una parte del suo gas in Europa esporti anche elettricità solare prodotta nel Sahara a minor costo di quella europea.
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