mercoledì, ottobre 26, 2016
“Dimmi dove sei e ti dirò che crimine commetterai” potrebbe essere il suo slogan. 

                              di Paolo Antonio Magrì 

Ricordate il film Minority Report? Era la versione movie, diretta da Steven Spielberg nel 2002, dell'omonimo racconto di fantascienza di Philip K. Dick . Nella storia interpretata da Tom Cruise la Polizia, basandosi sulle premonizioni di tre individui dotati di poteri precognitivi amplificati (i Precog), riesce a impedire gli omicidi ancora prima che essi avvengano e ad arrestare i potenziali "colpevoli". Come spesso accade, la realtà segue a ruota la fantasia di scrittori e sceneggiatori. La polizia della contea di Los Angeles insieme all'Università della California ha creato PredPol, un software che predice in quali zone metropolitane verranno perpetrati i delitti. Il super santone-detective indica alle pattuglie in giro le aree dove è più probabile che venga commesso un crimine.

PredPol è già utilizzato da oltre 60 dipartimenti di altrettante città americane e, a credere ai comunicati diramati dall’omonima startup e dai suoi utenti, avrebbe dato un duro colpo al tasso di criminalità nei quartieri sorvegliati in questa maniera. Dato il facile parallelismo con Minority Report la stessa PredPod scrive sul suo sito:"PredPol non è Minority Report: non si concentra sugli individui [...] Usando questa metodologia di previsione, i crimini sono separati dagli individui, e una visibile presenza delle forze dell'ordine può essere un deterrente efficace dei crimini".

C’è, però, chi avanza dei forti dubbi sulla reale efficacia del software che sconterebbe i limiti di un algoritmo dettato da valutazioni non prospettiche, secondo un modello di previsione basato solo sui reati del passato: date, luoghi, tipi di crimini e altri dati “storici”. Secondo una ricerca dell’associazione Human Rights Data Analysis Group, proprio per questi limiti, PredPol finisce per colpevolizzare solo i quartieri più poveri e punta il dito soprattutto su neri e ispanici.

Il business dei software-detective è in forte espansione e grandi aziende come Ibm, Microsoft e Motorola si sono lanciate nel mercato. Alla questura di Milano già dal 2007 è operativo KeyCrime, ideato dall'assistente capo della Polizia Mario Venturi. È un software che per ogni nuovo reato elabora informazioni quali data, luogo, ora, tipologia, caratteristiche dell'obiettivo, dati descrittivi e profilo comportamentale del malvivente e li confronta con migliaia di rapporti riguardanti i reati del passato, allo scopo di enucleare similitudini, somiglianze, serialità e guidare le indagini degli investigatori.

Data la delicatezza della materia, come sostiene lo stesso inventore di KeyCrime, “questi software non dovrebbero mai agire autonomamente, ma lasciare il giudizio finale sulla correttezza della previsione sempre all'investigatore”. Intanto la tendenza è quella di renderli sempre più complessi allo scopo di far loro elaborare una mole di dati sempre più ampia e variegata. Il software predittivo Hunchlab, ad esempio, integra i classici “dati polizieschi” con informazioni apparentemente slegate dall'attività investigativa come il calendario degli eventi sportivi in città, le fasi lunari, la posizione dei locali pubblici o di mezzi di trasporto.

Le prospettive per il futuro della nostra privacy, già fortemente compromessa (complice pure il nostro uso poco oculato) dall’uso dei social media, non sono delle più rosee. Se in futuro questi software predittivi dovessero interfacciarsi con Socials, Apps e varia strumentazione digitale, ogni nostra singola azione o atteggiamento potrebbe essere interpretata dalle autorità a svantaggio di chi la compie, per giustificare un arresto e nella peggiore delle ipotesi una condanna... e stavolta non ci sarà Tom Cruise, alias John Anderton, a salvarci.


www.paoloantoniomagri.com


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