venerdì, novembre 11, 2016
Lo annuncia la sua casa discografica Sony Music Canada sulla pagina Facebook di Cohen. Non sono state rivelate le cause della morte.

"Con profondo dolore comunichiamo che il leggendario poeta, cantautore ed artista Leonard Cohen è morto". Con queste poche parole la Sony Music Canada attraverso il pagina Facebook dell'artista, annuncia la morte di uno dei più influenti ed apprezzati cantautori dei XX secolo: "Abbiamo perso uno dei più prolifici visionari. Una commemorazione si terrà a Los Angeles fra qualche giorno. La famiglia richiede privacy nel suo periodo di dolore".

Poeta silenzioso ed elegante, emerse "maturo" da quella generazione di artisti affermatisi tra gli anni Sessanta e i primi anni Settanta, sulla via già aperta da Joan Baez e Bob Dylan. Leonard Norman Cohen era nato il 21 settembre 1934 a Westmount, nel Quebec, da padre polacco e madre lituana. Presto ispirato da Federico Garcia Lorca si era rivolto alla poesia. Dopo la laurea alla McGill University, si era trasferito nell'isola greca di Hydra dove aveva pubblicato le sue prime raccolte di poesie Flowers for Hitler nel 1964 e i racconti The Favourite Game nel 1963 e Beautiful Losers nel 1966.

Frustrato dalle scarse vendite e poi dal lavoro in una fabbrica di vestiti a Montreal, visitò New York nel 1966 e si immerse nell'ambiente del folk della città. Lì entrò in contatto con la cantante Judy Collins, che in quello stesso anno inserì due canzoni di Cohen nel suo album "In my life". Una delle due era il primo celeberrimo successo "Suzanne". Le sue frequentazioni nella "Grande Mela" comprendevano all'epoca la Factory di Andy Warhol ed i Velvet Underground con la loro musa, la "valchiria" tedesca Nico, le cui atmosfere sul filo della depressione ripropose nel suo album del 1967 "Songs of Leonard Cohen".

Con il successo di "Halleluja", nel 1984, una delle ballate più famose e riprese, Cohen fu capace di superare "indenne" quegli anni '80 che avrebbero invece costituito un vero e proprio spartiacque per la carriere di un'intera generazione di cantautori, dallo stesso Dylan a Paul Simon, Joni Mitchell e Neil Young.

Talvolta liquidato come "deprimente", Cohen ha mischiato nel corso della sua vita temi come l'amore e il sesso, la religione, la depressione psicologica, il tutto misurandolo con la propria eredità ebraica. Un "ebreo attento" ebbe a definirlo il New York Times, con il sabato come giorno di riposo e le esibizioni per i soldati israeliani nel 1973 durante la guerra arabo-israeliana. Il ricordo di Joan Baez affidato a Facebook: "I met him in 1961, a mysterious, dark and gloomy, gifted songwriter, in the lobby of the notorious, dingy 60s-atmospheric pot and poetry Chelsea Hotel. Someone was throwing up in the phone booth. I was a newbie to it all".


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa