Il premier, onnipresente in comizi e in tv, non ha intenzione di guidare un governo tecnico o di scopo che traghetti il paese alle elezioni anticipate del 2017.
WSI - La legge elettorale verrà cambiata a prescindere dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, nella speranza di allineare i suoi del PD quanto ormai siamo a ridosso del voto popolare sulla riforma della costituzione. Gli ultimi sondaggi danno i No in vantaggio del 5-7%, ma ci sono ancora un 20% circa di indecisi che potrebbero spostare il risultato finale. Siccome si tratta di un referendum confermativo e non abrogativo, non servirà il raggiungimento del quorum.
Nelle ultime settimane il premier sta dando vita a una campagna referendaria intensa, fatta di due comizi al giorno e frequenti interventi in televisione e sui giornali. Nel tentativo di cambiare lo scenario attuale che vede il governo sconfitto, Renzi è impegnato in un tour della penisola: dopo la Sicilia oggi si reca in Sardegna. In un primo momento Renzi ha legato la sua permanenza a Palazzo Chigi al successo del referendum costituzionale da lui proposto, sottolineando che le riforme sono indispensabili per il cambiamento del paese e per assicurare una stabilità politica in futuro. L’addio al bicameralismo perfetto, la riduzione dei parlamentari e l’abolizione delle province sono alcuni dei punti principali affrontati dalla riforma di cinque titoli della legge costituzionale. Una sconfitta al referendum porterebbe quasi certamente a un rimpasto dell’esecutivo, se non alle dimissioni dello stesso presidente del Consiglio.
Il nuovo governo sarà chiamato a varare le riforme strutturali più importanti, tra cui quella del controverso Italicum e nel 2017 verranno indette elezioni anticipate. La legislatura attuale scade in teoria nel 2018. Gli esponenti dell’ala più a sinistra del PD criticano il possibile accoppiamento della riforma della costituzione alla legge elettorale in vigore, che prevede un ballottaggio se nessuno arriva al 40% e un generoso premio di maggioranza alla Camera. Secondo i sondaggisti, peraltro, questo schema favorisce il MoVimento 5 Stelle, secondo partito d’Italia al momento. In caso di secondo turno tra il gruppo dell’opposizione e il PD al governo il primo la spunterebbe grazie ai voti della destra. Anche in caso di scontro con una coalizione di centro destra, il M5S viene dato vincitore dai sondaggi.
Proprio la possibilità di una vittoria di un movimento anti-establishment e anti euro, resa ancora più probabile in Italia dopo l’elezione contropronostico di Donald Trump alla Casa Bianca, un uomo senza alcuna esperienza politica che ha fatto una campagna populista molto critica contro le élite di Washington, ha dato, secondo Reuters, “nuova spinta tra le forze politiche a trovare un consenso per cambiare il meccanismo di voto” “Si fa comunque la legge elettorale nuova, si fa in ogni caso, è un impegno preso, punto”, ha detto Renzi a Rtl 102.5, “sia che vinca il sì, sia che vinca il no”. Nella stessa intervista Renzi ha anche aggiunto, tuttavia, che non ha intenzione di guidare un governo di scopo, nel caso in cui il suo esecutivo politico cadesse. “Io non posso esser quello che si mette d’accordo con gli altri partiti per fare il governo di scopo o un governicchio”, ha detto, spiegando poi: “Il governo tecnico lo abbiamo già avuto più volte, era quello che tirava su le tasse, noi le abbiamo tirate giù”.
Renzi non ha precisato se si riferiva a un’eventuale governo tecnico non guidato da lui o a un esecutivo di transizione, un governo traghettatore per portare il paese al voto anticipato l’anno prosssimo: “Tutta questa parte la vedremo dopo il 5 dicembre”, ha detto in riferimento agli scenari politici che potrebbero aprirsi nel caso in cui, come sembra, la spuntino i No alla riforma Boschi.
WSI - La legge elettorale verrà cambiata a prescindere dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, nella speranza di allineare i suoi del PD quanto ormai siamo a ridosso del voto popolare sulla riforma della costituzione. Gli ultimi sondaggi danno i No in vantaggio del 5-7%, ma ci sono ancora un 20% circa di indecisi che potrebbero spostare il risultato finale. Siccome si tratta di un referendum confermativo e non abrogativo, non servirà il raggiungimento del quorum.
Nelle ultime settimane il premier sta dando vita a una campagna referendaria intensa, fatta di due comizi al giorno e frequenti interventi in televisione e sui giornali. Nel tentativo di cambiare lo scenario attuale che vede il governo sconfitto, Renzi è impegnato in un tour della penisola: dopo la Sicilia oggi si reca in Sardegna. In un primo momento Renzi ha legato la sua permanenza a Palazzo Chigi al successo del referendum costituzionale da lui proposto, sottolineando che le riforme sono indispensabili per il cambiamento del paese e per assicurare una stabilità politica in futuro. L’addio al bicameralismo perfetto, la riduzione dei parlamentari e l’abolizione delle province sono alcuni dei punti principali affrontati dalla riforma di cinque titoli della legge costituzionale. Una sconfitta al referendum porterebbe quasi certamente a un rimpasto dell’esecutivo, se non alle dimissioni dello stesso presidente del Consiglio.
Il nuovo governo sarà chiamato a varare le riforme strutturali più importanti, tra cui quella del controverso Italicum e nel 2017 verranno indette elezioni anticipate. La legislatura attuale scade in teoria nel 2018. Gli esponenti dell’ala più a sinistra del PD criticano il possibile accoppiamento della riforma della costituzione alla legge elettorale in vigore, che prevede un ballottaggio se nessuno arriva al 40% e un generoso premio di maggioranza alla Camera. Secondo i sondaggisti, peraltro, questo schema favorisce il MoVimento 5 Stelle, secondo partito d’Italia al momento. In caso di secondo turno tra il gruppo dell’opposizione e il PD al governo il primo la spunterebbe grazie ai voti della destra. Anche in caso di scontro con una coalizione di centro destra, il M5S viene dato vincitore dai sondaggi.
Proprio la possibilità di una vittoria di un movimento anti-establishment e anti euro, resa ancora più probabile in Italia dopo l’elezione contropronostico di Donald Trump alla Casa Bianca, un uomo senza alcuna esperienza politica che ha fatto una campagna populista molto critica contro le élite di Washington, ha dato, secondo Reuters, “nuova spinta tra le forze politiche a trovare un consenso per cambiare il meccanismo di voto” “Si fa comunque la legge elettorale nuova, si fa in ogni caso, è un impegno preso, punto”, ha detto Renzi a Rtl 102.5, “sia che vinca il sì, sia che vinca il no”. Nella stessa intervista Renzi ha anche aggiunto, tuttavia, che non ha intenzione di guidare un governo di scopo, nel caso in cui il suo esecutivo politico cadesse. “Io non posso esser quello che si mette d’accordo con gli altri partiti per fare il governo di scopo o un governicchio”, ha detto, spiegando poi: “Il governo tecnico lo abbiamo già avuto più volte, era quello che tirava su le tasse, noi le abbiamo tirate giù”.
Renzi non ha precisato se si riferiva a un’eventuale governo tecnico non guidato da lui o a un esecutivo di transizione, un governo traghettatore per portare il paese al voto anticipato l’anno prosssimo: “Tutta questa parte la vedremo dopo il 5 dicembre”, ha detto in riferimento agli scenari politici che potrebbero aprirsi nel caso in cui, come sembra, la spuntino i No alla riforma Boschi.
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