mercoledì, novembre 16, 2016
La prima sfida dell'amministrazione è proprio con il Partito Repubblicano. Il fronte si spacca su Rudolph Giuliani.

Trump Tower, 5th Avenue, Manhattan. Qui da giorni il neo presidente eletto Donald Trump ed il suo vice Mike Pence si sono trincerati in fitti colloqui per decidere la squadra di governo per i prossimi quattro anni di amministrazione. Le porte sono chiuse, ma l'atmosfera che dai piani alti arriva alla strada è che le diverse anime politiche che hanno portato all'elezione del tycoon adesso siano adesso in aperta collisione, sulle nomine e sulle caselle da riempire.

Il fronte e' spaccato a partire dalla paventata nomina di Rudy Giuliani come segretario di Stato. Una scelta controversa, per vari motivi. Uno è di tipo legale, per un potenziale conflitto d'interessi scaturito da alcune attività di consulenza dell'ex sindaco di New York che rimandano ad alcuni paesi chiave, dal Venezuela di Hugo Chavez all'Arabia Saudita. Una condizione che già lo aveva pesantemente pregiudicato durante le primarie repubblicane del 2007. L'altro nasce dal carattere di Giuliani: deciso fino all'avventatezza, il suo nome era stato immediatamente ricollegato al Dipartimento della Giustizia, considerata la sua esperienza - decisamente maggiore rispetto agli esteri.

Il rischio che Giuliani si veda tagliato fuori dalla squadra di governo potrebbe scaturire anche dalla campagna stessa di Trump: può accettare il "suo" conflitto d'interessi, dopo aver attaccato Hillary Clinton per il suo rapporto con la Clinton Foundation? Il tempo ce lo dirà, ed il miliardario non ne ha tantissimo: il 20 Gennaio ci sarà l'insediamento ufficiale e per allora la squadra dovrà essere già fatta e ben amalgamata.

Dopo le polemiche sulle posizioni razziste di Steve Bannon, stratega del tycoon. scarsa esperienza, cause legali e conflitti d'interesse rischiano di bloccare l'intero procedimento. Non ne sono esclusi anche altri sostenitori della prima ora. Chris Christie, governatore del New Jersey rischia il coinvolgimento in un grave scandalo edilizio sulla costruzione di ponti. Nel transition team potrebbe saltare Mike Rogers, ex deputato che ha presieduto la commissione della Camera sull'intelligence. Escluso anche Ben Carson, per mancanza di esperienza a livello governativo.

Durante quest'anno Donald Trump ci ha abituato alle sorprese, e questa "terra bruciata" di fedelissimi intorno a lui potrebbe perfino costituire una strategia, ma senza una squadra capace di gestire una transizione tra le più complicate, la strada rischia di farsi subito in salita. Intanto a Capitol Hill, il repubblicano Paul Ryan è stato confermato Speaker della Camera. Sarà lui a dover tessere le fila tra legislativo ed esecutivo, per un "governo repubblicano unito".


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