Da tutto il paese arrivano notizie di tensioni ed attacchi. Svastiche, KKK, minacce e aggressioni, così riemergono i rischi di uno "sharp spike in hate crimes".
Nonostante il neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump sin dal discorso della vittoria abbia cercato di limare le proprie posizioni, cercando di mostrarsi più "presidenziale", invece che "outsider", nel resto del paese si assiste ad un aumento delle tensioni razziali che rischiano di traboccare, facendo riaffiorare paure mai definitivamente seppellite.
Sono molti i casi di americani che hanno subito in queste ore attacchi verbali, minacce e aggressioni. Pompe di benzina, luoghi pubblici, campus, scuole diventano così luoghi in cui i cosiddetti "hate crimes" trovano maggior diffusione. Diversi anche i casi di vandalismo verso case e automobili.
Nella rete si diffondo video-messaggi di sostenitori del neo eletto presidente che minacciano: "The wolves are coming, you are the hunted". I lupi stanno arrivando, le prede siete voi. Il motto ha avuto seguito anche sui social media, su Twitter ad esempio. A spaventare non sono tanto le parole di Trump, ma l'effettiva possibilità che dalle minacce, anche in minima percentuale, si possa passare ai fatti. "Trump vi manderà via a calci!" oppure "Grab them by the pussy!", parole di questo tipo si ritrovano un po' in tutta la rete, spesso pronunciate da genitori, con ovvie ripercussioni sul comportamento dei figli scuola.
Molti attivisti riportano episodi di intolleranza contro ispanici, neri, musulmani e comunità gay in tutto il paese.
In North Carolina un'attivista LGBT ha trovato sulla sua macchina un foglio: "Gay families = burn in hell. Trump 2016". Nei bagni della Maple Grove Senior High School in Minnesota, uno studente ha scritto : "Fuck niggers, whites only, make America great again". Nel Delaware una ragazza nera sarebbe stata minacciata da un gruppo di bianchi, puntandole una pistola contro. Una studentessa è stata aggredita in Louisiana. Alla San Diego State University una ragazza musulmana è stata attaccata e derubata. Presso la New York University Tandon School of Engineering, la scritta "Trump" campeggiava sulla porta della sala preghiere per gli studenti musulmani.
A South Philadelphia, nel triste anniversario dei 78 anni dalla Notte dei Cristalli, quando i nazisti distrussero le vetrine e vandalizzarono i negozi ebrei in tutta la Germania, alcune svastiche, accompagnate dalla scritta "sieg heil 2016" ed il nome di Trump, sono apparse sui vetri di un negozio abbandonato (Meglio Furs, Broad and Wharton streets). Le indagini della polizia sono ancora in corso. L'antisemitismo da tempo preoccupa le comunità ebraiche americane. Secondo la Anti-Defamation League (ADL), soltanto su Twitter, sin dalla candidatura Trump i tweet antisemiti sono stati più di 2 milioni e mezzo con almeno 10 miliardi di visualizzazioni.
Una escalation che in Europa abbiamo già conosciuto, non pochi mesi fa, dopo il voto della Brexit. Nelle settimane successive, nella sola capitale, furono 2.300 le segnalazioni di crimini d'odio razziale, un incremento del 164% nei 38 giorni dopo il voto. Successivamente i dati sono nuovamente calati, ma con una media sempre al di sopra rispetto a prima del referendum (+16%). Proviamo ora ad immaginare i rischi in un paese come gli Stati Uniti, che ha costruito la propria storia sulle migrazioni, la libertà d'espressione (I Emendamento) ed il possesso di armi (II Emendamento), che arriva da una campagna elettorale fra le più difficili del dopoguerra, con vasti gruppi della popolazione che potrebbero sentirsi improvvisamente incitati a abbracciare il proprio odio.
Nonostante il neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump sin dal discorso della vittoria abbia cercato di limare le proprie posizioni, cercando di mostrarsi più "presidenziale", invece che "outsider", nel resto del paese si assiste ad un aumento delle tensioni razziali che rischiano di traboccare, facendo riaffiorare paure mai definitivamente seppellite.
Sono molti i casi di americani che hanno subito in queste ore attacchi verbali, minacce e aggressioni. Pompe di benzina, luoghi pubblici, campus, scuole diventano così luoghi in cui i cosiddetti "hate crimes" trovano maggior diffusione. Diversi anche i casi di vandalismo verso case e automobili.
Nella rete si diffondo video-messaggi di sostenitori del neo eletto presidente che minacciano: "The wolves are coming, you are the hunted". I lupi stanno arrivando, le prede siete voi. Il motto ha avuto seguito anche sui social media, su Twitter ad esempio. A spaventare non sono tanto le parole di Trump, ma l'effettiva possibilità che dalle minacce, anche in minima percentuale, si possa passare ai fatti. "Trump vi manderà via a calci!" oppure "Grab them by the pussy!", parole di questo tipo si ritrovano un po' in tutta la rete, spesso pronunciate da genitori, con ovvie ripercussioni sul comportamento dei figli scuola.
Molti attivisti riportano episodi di intolleranza contro ispanici, neri, musulmani e comunità gay in tutto il paese.
In North Carolina un'attivista LGBT ha trovato sulla sua macchina un foglio: "Gay families = burn in hell. Trump 2016". Nei bagni della Maple Grove Senior High School in Minnesota, uno studente ha scritto : "Fuck niggers, whites only, make America great again". Nel Delaware una ragazza nera sarebbe stata minacciata da un gruppo di bianchi, puntandole una pistola contro. Una studentessa è stata aggredita in Louisiana. Alla San Diego State University una ragazza musulmana è stata attaccata e derubata. Presso la New York University Tandon School of Engineering, la scritta "Trump" campeggiava sulla porta della sala preghiere per gli studenti musulmani.
A South Philadelphia, nel triste anniversario dei 78 anni dalla Notte dei Cristalli, quando i nazisti distrussero le vetrine e vandalizzarono i negozi ebrei in tutta la Germania, alcune svastiche, accompagnate dalla scritta "sieg heil 2016" ed il nome di Trump, sono apparse sui vetri di un negozio abbandonato (Meglio Furs, Broad and Wharton streets). Le indagini della polizia sono ancora in corso. L'antisemitismo da tempo preoccupa le comunità ebraiche americane. Secondo la Anti-Defamation League (ADL), soltanto su Twitter, sin dalla candidatura Trump i tweet antisemiti sono stati più di 2 milioni e mezzo con almeno 10 miliardi di visualizzazioni.
Una escalation che in Europa abbiamo già conosciuto, non pochi mesi fa, dopo il voto della Brexit. Nelle settimane successive, nella sola capitale, furono 2.300 le segnalazioni di crimini d'odio razziale, un incremento del 164% nei 38 giorni dopo il voto. Successivamente i dati sono nuovamente calati, ma con una media sempre al di sopra rispetto a prima del referendum (+16%). Proviamo ora ad immaginare i rischi in un paese come gli Stati Uniti, che ha costruito la propria storia sulle migrazioni, la libertà d'espressione (I Emendamento) ed il possesso di armi (II Emendamento), che arriva da una campagna elettorale fra le più difficili del dopoguerra, con vasti gruppi della popolazione che potrebbero sentirsi improvvisamente incitati a abbracciare il proprio odio.
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