Dalla Le Pen a Putin, la politica si schiera, ma si cerca la concordia. Il riconoscimento anche da Matteo Renzi: "Collaboreremo con lui".
La prima è stata Marine Le Pen,leader del Front National francese: "Felicitazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al popolo americano, libero!". Nessuno voleva ancora scoprirsi, ma il risultato era già sotto gli occhi di tutti: Trump ha vinto e, agli occhi del mondo, l'establishment - rappresentato da Hillary Clinton - ha perso. Un ritiro in buon ordine salutato come l'avvenire di un nuovo percorso politico.
Poco dopo arrivano le congratulazioni del presidente russo, Vladimir Putin. Come riporta una nota del Cremlino "Putin ha espresso la speranza di un lavoro congiunto per far uscire le relazioni russo-americane dalla crisi, per affrontare le questioni internazionali pressanti e cercare risposte efficaci alle sfide relative alla sicurezza globale". Applausi dalla Duma e, tutto sommato, la speranza di uno scioglimento della tensione nei rapporti Usa-Russia, riassunto dalle parole di Gorbaciov (che ricorda oggi l'anniversario della caduta del Muro): "Non escludo che con il nuovo presidente americano ci possa essere un miglioramento notevole dei rapporti russo-americani".
Da Istanbul, il presidente turco Erdogan ha accolto con "favore la vittoria di Trump, e gli auguro un futuro di grande successo", e qui la speranza è quella della tanto attesa estradizione di Fetullah Gulen, considerato responsabile del tentato golpe. Nell'est soddisfazione anche da parte del presidente ungherese Orban, convinto di poter trovare nel nuovo presidente americano un sostegno alla propria linea anti-immigrati.
Soddisfazione anche in Inghilterra, tra i ranghi della Brexit, con il leader Ukip Nigel Farage che ha commentato: "Sembra che il 2016 stia per essere l'anno di due grandi rivoluzioni politiche". Una boccata d'ossigeno anche per loro, dopo il sostanziale stallo creatosi dopo il voto del Giugno scorso.
Maggior circospezione, invece, da parte delle altre correnti continentali. Freddo Hollande: "Si apre un periodo di incertezza". Una difficoltà, quella francese, figlia della profonda crisi che sta attraversando il partito socialista, con ogni probabilità condannato a far da spettatore alle elezioni del prossimo anno. Tiepida Angela Merkel: "Mi congratulo con il vincitore delle elezioni presidenziali negli Usa, e offro stretta collaborazione", mentre la la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, che parla di un "forte shock".
Il presidenti Ue Donald Tusk e Jean-Claude Juncker hano invitato il neo eletto presidente a un vertice Ue-Usa "appena possibile", per discutere come "rafforzare le relazioni transatlantiche". Relazioni che, secondo il Presidente del parlamento europeo Martin Schulz, saranno "più difficili", sebbene sostenga: "Il sistema degli Stati Uniti è forte abbastanza per reggere un Trump presidente e integrarlo". Una speranza di "normalizzazione" in parte suscitata dai toni miti del suo discorso della vittoria.
In Italia, gongola Salvini: "Eravamo in pochi a crederci". Il premier Renzi augura "buon lavoro". "Il mondo saluta l'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. A nome dell'Italia mi congratulo con il Presidente degli Stati Uniti d'America e gli auguro buon lavoro, convinto come sono, e come siamo, che l'amicizia italo-americana continuerà ad essere forte e solida", concludendo: "Collaboreremo con la nuova presidenza Usa e al rapporto tra Usa e Ue".
Nel nostro paese, però, sono state assai significative le parole di Beppe Grillo, che prima di altri ha saputo dimostrare l'affanno della politica tradizionale nel rincorrere personaggi "di rottura": "Questa è la deflagrazione di un'epoca. È l'apocalisse dell'informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti". Un grande VDay, secondo il leader dei 5 Stelle, in un mondo che "è già cambiato, bisogna interpretare questi segnali".
La prima è stata Marine Le Pen,leader del Front National francese: "Felicitazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al popolo americano, libero!". Nessuno voleva ancora scoprirsi, ma il risultato era già sotto gli occhi di tutti: Trump ha vinto e, agli occhi del mondo, l'establishment - rappresentato da Hillary Clinton - ha perso. Un ritiro in buon ordine salutato come l'avvenire di un nuovo percorso politico.
Poco dopo arrivano le congratulazioni del presidente russo, Vladimir Putin. Come riporta una nota del Cremlino "Putin ha espresso la speranza di un lavoro congiunto per far uscire le relazioni russo-americane dalla crisi, per affrontare le questioni internazionali pressanti e cercare risposte efficaci alle sfide relative alla sicurezza globale". Applausi dalla Duma e, tutto sommato, la speranza di uno scioglimento della tensione nei rapporti Usa-Russia, riassunto dalle parole di Gorbaciov (che ricorda oggi l'anniversario della caduta del Muro): "Non escludo che con il nuovo presidente americano ci possa essere un miglioramento notevole dei rapporti russo-americani".
Da Istanbul, il presidente turco Erdogan ha accolto con "favore la vittoria di Trump, e gli auguro un futuro di grande successo", e qui la speranza è quella della tanto attesa estradizione di Fetullah Gulen, considerato responsabile del tentato golpe. Nell'est soddisfazione anche da parte del presidente ungherese Orban, convinto di poter trovare nel nuovo presidente americano un sostegno alla propria linea anti-immigrati.
Soddisfazione anche in Inghilterra, tra i ranghi della Brexit, con il leader Ukip Nigel Farage che ha commentato: "Sembra che il 2016 stia per essere l'anno di due grandi rivoluzioni politiche". Una boccata d'ossigeno anche per loro, dopo il sostanziale stallo creatosi dopo il voto del Giugno scorso.
Maggior circospezione, invece, da parte delle altre correnti continentali. Freddo Hollande: "Si apre un periodo di incertezza". Una difficoltà, quella francese, figlia della profonda crisi che sta attraversando il partito socialista, con ogni probabilità condannato a far da spettatore alle elezioni del prossimo anno. Tiepida Angela Merkel: "Mi congratulo con il vincitore delle elezioni presidenziali negli Usa, e offro stretta collaborazione", mentre la la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, che parla di un "forte shock".
Il presidenti Ue Donald Tusk e Jean-Claude Juncker hano invitato il neo eletto presidente a un vertice Ue-Usa "appena possibile", per discutere come "rafforzare le relazioni transatlantiche". Relazioni che, secondo il Presidente del parlamento europeo Martin Schulz, saranno "più difficili", sebbene sostenga: "Il sistema degli Stati Uniti è forte abbastanza per reggere un Trump presidente e integrarlo". Una speranza di "normalizzazione" in parte suscitata dai toni miti del suo discorso della vittoria.
In Italia, gongola Salvini: "Eravamo in pochi a crederci". Il premier Renzi augura "buon lavoro". "Il mondo saluta l'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. A nome dell'Italia mi congratulo con il Presidente degli Stati Uniti d'America e gli auguro buon lavoro, convinto come sono, e come siamo, che l'amicizia italo-americana continuerà ad essere forte e solida", concludendo: "Collaboreremo con la nuova presidenza Usa e al rapporto tra Usa e Ue".
Nel nostro paese, però, sono state assai significative le parole di Beppe Grillo, che prima di altri ha saputo dimostrare l'affanno della politica tradizionale nel rincorrere personaggi "di rottura": "Questa è la deflagrazione di un'epoca. È l'apocalisse dell'informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti". Un grande VDay, secondo il leader dei 5 Stelle, in un mondo che "è già cambiato, bisogna interpretare questi segnali".
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