giovedì, dicembre 15, 2016
Innumerevoli le vittime di incidenti causati dall'utilizzo scriteriato della forza. Tra questi almeno 200 sono bambini.


di Dario Cataldo

Il degrado del uomo passa dal rapporto che esso stesso intrattiene con i propri simili. Nella Repubblica Centrafricana, la situazione sfiora l'inverosimile, a testimonianza di quanto profondo e oscuro può essere l'animo umano. A denunciare tale situazione è l'Onu, dalla sua missione in Centrafrica, lanciando un appello di speranza.

"Dall’agosto 2016 abbiamo annotato un aumento allarmante di violazioni di diritti dell’uomo", recita un comunicato diramato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite. La stragrande maggioranza di tali angherie sono commesse "dalle diverse fazioni degli ex ribelli Seleka, delle milizie anti-balaka e loro affiliati, oltre che dall’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) e dai pastori Fulani. Questi incidenti hanno provocato la morte di almeno 100 persone".

Un processo intollerabile, che lede i diritti di cittadini che non hanno voce. Continua la nota: "la situazione della sicurezza e dei diritti umani resta una delle maggiori fonti di preoccupazione. La Divisione per i diritti dell’uomo ha documentato 1.301 casi di violenze e abusi dei diritti umani che hanno causato almeno 2.473 vittime, con un incremento del 70% rispetto ad uno studio precedente che andava dal settembre 2014 al 31 maggio 2015".

Tra le misure intimidatorie utilizzate dai malviventi, "esecuzioni arbitrarie, trattamenti crudeli, inumani o degradanti, violenze sessuali, privazioni arbitrarie di libertà, distruzioni e furti di beni, e restrizioni alla libertà di movimento. Tra le vittime anche i bambini - oltre 200. Una condizione fortemente a rischio, che sembrava doversi smorzare con la visita di Papa Francesco, nel Novembre del 2015. Purtroppo non è bastato.


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