Il ministro allo Sviluppo Economico: "No a esuberi senza piano industriale". Montezemolo: "Il problema è il modello di business".
La situazione di Alitalia ci dice che l'azienda "è stata gestita male". Lo dice il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, intervistato in radio, rispondendo a una domanda sulla situazione della compagnia aerea e sul rischio di esuberi. "E' un'azienda totalmente privata che ha problemi significativi di gestione. Non esiste che si parli di esuberi prima di parlare di piano industriale. Nessuna azienda si salva senza piano industriale". In conclusione, le colpe della gestione di Alitalia "non devono ricadere sui lavoratori".
Parole importanti, alle quali ha risposto il presidente Luca Cordero di Montezemolo, parlando di un piano "forte e coraggioso" per Alitalia "tra tre settimane". Il progetto su cui già si lavora "sarà ulteriormente rivisitato da un advisor industriale condiviso tra i due soci perché non deve essere solo dei manager ma pienamente condiviso da soci arabi e soci italiani". Rispettare i tempi "si deve", "è imperativo". Sarà la base per un "costruttivo" confronto con Governo e sindacati, "triangolo importante per affrontare in modo drastico e condiviso il modello di business".
Nella compagnia, intanto, il clima è teso e la frattura tra società e dipendenti è ormai conclamata: i sindacati hanno messo nero su bianco la loro preoccupazione e inviato una lettera al Governo per chiedere un incontro "urgentissimo". E non potendo ancora aprire l'atteso confronto sul Piano di rilancio della compagnia, hanno anche aperto formalmente le procedure che potrebbero portare alla proclamazione di uno sciopero per il giorno 23 febbraio, che si aggiungerà allo sciopero generale del trasporto aereo già proclamato per il 20 gennaio sul problema degli ammortizzatori sociali e del fondo di solidarietà. Per entrambi, il garante ha valutato la legittimità.
Nonostante l'arrivo di Etihad come socio forte, la situazione finanziaria di Alitalia non si è risollevata. Nelle ultime settimane è stato necessario un ennesimo sforzo di concertazione con i soci - in particolare Intesa, Unicredit e la stessa Etihad - per arrivare a siglare l'accordo per il finanziamento a sostegno della nuova parte del piano industriale. Un programma del quale mancano ancora i contorni definiti, come ha rilevato il governo, ma sul quale pendono 1.500 possibili esuberi per tagliare i costi. Intanto l'operazione di dimagrimento è iniziata con la scure sulla tratta Roma-Malpensa e il congelamento degli scatti salariali, una scelta che ha incrinato ancor di più i rapporti con i sindacati.
La situazione di Alitalia ci dice che l'azienda "è stata gestita male". Lo dice il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, intervistato in radio, rispondendo a una domanda sulla situazione della compagnia aerea e sul rischio di esuberi. "E' un'azienda totalmente privata che ha problemi significativi di gestione. Non esiste che si parli di esuberi prima di parlare di piano industriale. Nessuna azienda si salva senza piano industriale". In conclusione, le colpe della gestione di Alitalia "non devono ricadere sui lavoratori".
Parole importanti, alle quali ha risposto il presidente Luca Cordero di Montezemolo, parlando di un piano "forte e coraggioso" per Alitalia "tra tre settimane". Il progetto su cui già si lavora "sarà ulteriormente rivisitato da un advisor industriale condiviso tra i due soci perché non deve essere solo dei manager ma pienamente condiviso da soci arabi e soci italiani". Rispettare i tempi "si deve", "è imperativo". Sarà la base per un "costruttivo" confronto con Governo e sindacati, "triangolo importante per affrontare in modo drastico e condiviso il modello di business".
Nella compagnia, intanto, il clima è teso e la frattura tra società e dipendenti è ormai conclamata: i sindacati hanno messo nero su bianco la loro preoccupazione e inviato una lettera al Governo per chiedere un incontro "urgentissimo". E non potendo ancora aprire l'atteso confronto sul Piano di rilancio della compagnia, hanno anche aperto formalmente le procedure che potrebbero portare alla proclamazione di uno sciopero per il giorno 23 febbraio, che si aggiungerà allo sciopero generale del trasporto aereo già proclamato per il 20 gennaio sul problema degli ammortizzatori sociali e del fondo di solidarietà. Per entrambi, il garante ha valutato la legittimità.
Nonostante l'arrivo di Etihad come socio forte, la situazione finanziaria di Alitalia non si è risollevata. Nelle ultime settimane è stato necessario un ennesimo sforzo di concertazione con i soci - in particolare Intesa, Unicredit e la stessa Etihad - per arrivare a siglare l'accordo per il finanziamento a sostegno della nuova parte del piano industriale. Un programma del quale mancano ancora i contorni definiti, come ha rilevato il governo, ma sul quale pendono 1.500 possibili esuberi per tagliare i costi. Intanto l'operazione di dimagrimento è iniziata con la scure sulla tratta Roma-Malpensa e il congelamento degli scatti salariali, una scelta che ha incrinato ancor di più i rapporti con i sindacati.
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