martedì, gennaio 24, 2017
I giudici ordinano, per 8 voti a 3, il dibattito per l'ok al negoziato con Ue, dando torto alla premier May.

Non sarà una "simple" Brexit. La Corte Suprema di Londra ha disposto oggi in via definitiva che la notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona per l'avvio dei negoziati con l'Ue per la Brexit dovrà essere autorizzato da un voto del Parlamento britannico. Il verdetto conferma quello di primo grado dell'Alta Corte e dà torto al governo May che aveva presentato ricorso invocando il diritto ad attivare l'articolo 50 d'autorità, nel rispetto della volontà popolare del referendum del 23 Giugno.

La Corte ha escluso qualunque potere di veto da parte delle assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord sull'uscita della Gran Bretagna. Lo hanno detto i giudici nel secondo punto del  verdetto odierno, respingendo il tentativo di far valere in questo caso il potere della devolution.

Il voto di Giugno assume così un carattere consultivo, che dovrà passare per Westminster. Una vittoria per Gina Miller, che a Ottobre aveva presentato il ricorso contro il governo, scatenando la guerra contro Brexit. La notizia ha fatto risalire nella mattinata la borsa di Londra.


Il governo di Theresa May, per voce dell'attorney general Jeremy Wright si è detto "deluso" dell'esito della controversia legale che impone un voto del Parlamento, ma lo rispetta e attuerà quanto richiesto dal verdetto. Questo tipo di sentenza, tuttavia, era stata prevista da molti commentatori e difficilmente metterà in discussione il referendum.


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