La Polizia postale smantella una centrale che da anni raccoglie notizie e dati sensibili di banchieri, manager, politici ed economisti, controllati anche Renzi, Monti e Draghi.
Da casa propria schedavano l'intero sistema italiano. E' una vicenda inquietante e dai contorni incerti quella scoperta dall'inchiesta "Eye Pyramid". La polizia Postale e la procura di Roma hanno infatti smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. Tra gli spiati ci sono politici e figure istituzionali come l'ex premier Renzi, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale, per un database di 18mila username e password.
Due gli arrestati: l'ingegnere nucleare Giulio Occhionero, di 45 anni, e la sorella Francesca Maria, residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell'alta finanza capitolina. L'accusa è quella di aver violato sistemi informatici per procacciarsi notizie concernenti la sicurezza dello Stato, di aver compiuto attività di dossieraggi nei confronti di cariche istituzionali, di accesso abusivo a sistema informatico aggravato e di intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.
I due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) - infettati con un malware chiamato 'Eyepyramid' - che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.
Nella lista degli spiati ci sono i nomi di Matteo Renzi, Mario Draghi, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Piero Fassino, Daniele Capezzone, Ignazio La Russa e Vincenzo Scotti, Alfonso Papa, Walter Ferrara, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato, Mario Canzio, il cardinale Gianfranco Ravasi, Poalo Poletti della Gdf e l'ex comandante Generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo.
Secondo quanto scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare, gli indizi raccolti in altre inchieste lasciano intendere che la vicenda di spionaggio scoperta dalla Polizia "non sia un'isolata iniziativa dei due fratelli ma che, al contrario, si collochi in un più ampio contesto dove più soggetti operano nel settore della politica e della finanza secondo le modalità" adottate da Giulio e Francesca Maria Occhionero. Il riferimento è al "diretto collegamento" tra le condotte di cui i due sono accusati "ed interessi illeciti oscuri": un collegamento "desumibile dal rinvenimento, nel corso delle indagini, di quattro caselle di posta elettronica già utilizzate per attività similari, secondo quanto emerso dalle indagini relative alla cosiddetta P4". In ogni caso, precisa il giudice, "allo stato un collegamento con altri procedimenti penali non è dimostrato".
Un'inchiesta complessa, dunque, che potrebbe non aver ancora rivelato i suoi dettagli più importanti. Si legge sul comunicato della polizia: "Tra gli osservati dall’ “Occhio della Piramide” gli appartenenti ad una loggia massonica, archiviati sotto la sigla “BROS” (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all'estero. Con la sigla “POBU” (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale".
Da casa propria schedavano l'intero sistema italiano. E' una vicenda inquietante e dai contorni incerti quella scoperta dall'inchiesta "Eye Pyramid". La polizia Postale e la procura di Roma hanno infatti smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. Tra gli spiati ci sono politici e figure istituzionali come l'ex premier Renzi, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale, per un database di 18mila username e password.
Due gli arrestati: l'ingegnere nucleare Giulio Occhionero, di 45 anni, e la sorella Francesca Maria, residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell'alta finanza capitolina. L'accusa è quella di aver violato sistemi informatici per procacciarsi notizie concernenti la sicurezza dello Stato, di aver compiuto attività di dossieraggi nei confronti di cariche istituzionali, di accesso abusivo a sistema informatico aggravato e di intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.
I due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) - infettati con un malware chiamato 'Eyepyramid' - che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.
Nella lista degli spiati ci sono i nomi di Matteo Renzi, Mario Draghi, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Piero Fassino, Daniele Capezzone, Ignazio La Russa e Vincenzo Scotti, Alfonso Papa, Walter Ferrara, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato, Mario Canzio, il cardinale Gianfranco Ravasi, Poalo Poletti della Gdf e l'ex comandante Generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo.
Secondo quanto scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare, gli indizi raccolti in altre inchieste lasciano intendere che la vicenda di spionaggio scoperta dalla Polizia "non sia un'isolata iniziativa dei due fratelli ma che, al contrario, si collochi in un più ampio contesto dove più soggetti operano nel settore della politica e della finanza secondo le modalità" adottate da Giulio e Francesca Maria Occhionero. Il riferimento è al "diretto collegamento" tra le condotte di cui i due sono accusati "ed interessi illeciti oscuri": un collegamento "desumibile dal rinvenimento, nel corso delle indagini, di quattro caselle di posta elettronica già utilizzate per attività similari, secondo quanto emerso dalle indagini relative alla cosiddetta P4". In ogni caso, precisa il giudice, "allo stato un collegamento con altri procedimenti penali non è dimostrato".
Un'inchiesta complessa, dunque, che potrebbe non aver ancora rivelato i suoi dettagli più importanti. Si legge sul comunicato della polizia: "Tra gli osservati dall’ “Occhio della Piramide” gli appartenenti ad una loggia massonica, archiviati sotto la sigla “BROS” (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all'estero. Con la sigla “POBU” (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale".
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