Fiat 500, Doblò e Jeep Renegate i modelli Fca indicati dal Ministro dei Trasporti tedesco che attacca: "Nessuna risposta da mesi". Del Rio e Calenda: "Richiesta irricevibile".
Lo scandalo Dieselgate rischia di trasformarsi in uno scontro tra Roma e Berlino. Nella "battaglia" sulle emissioni auto che ha pesantemente coinvolto Volkswaghen, che ora, anche se in modo completamente diverso, negli Usa ha coinvolto Fca, stavolta è il Ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt, intervistato dalla Bild, a soffiare sul fuoco dell'indagine aperta negli Stati Uniti alimentando uno scontro che da mesi, in Europa oppone Italia e Germania e che vede "mediatrice e non arbitro" la Commissione Ue.
Fiat 500, Doblò e Jeep-Renegade, per un totale di 630mila vetture: sono questi i modelli Fca, per i quali il ministero tedesco ha chiesto all'Ue che sia garantito il richiamo, per le presunte violazioni sulle emissioni. Secondo Dobrindt, "le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell'opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali". Fca, però, si sarebbe "rifiutata di chiarire". Sempre stamattina, secondo quanto riferisce l'agenzia Reuters, il governo britannico ha confermato l'intenzione di effettuare dei test sul modello Jeep Grand Cherokee e ha già richiesto alcune informazioni all'agenzia Usa per la protezione dell'ambiente. Intanto il titolo in borsa ha perso oggi il 4%.
Secondo Berlino, si tratterebbe di un meccanismo illegale rilevato nell'ambito delle analisi degli esperti della commissione d'inchiesta tedesca, istituita all'indomani del Dieselgate: "Dopo la rivelazione delle manipolazioni Vw, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d'inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi anche diversi della Fiat-Chrysler. E la risposta senza dubbi dei periti è stata che su questi veicoli fosse utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento".
"Abbiamo ripetutamente chiesto all'Italia di presentarci risposte convincenti al più presto. Il tempo si sta esaurendo, perché vogliamo concludere le discussioni sulla conformità della Fiat a breve". A ribadirlo, ora, anche il portavoce della Commissione europea per l'Industria Lucia Caudet in merito al processo di mediazione tra Italia e Germania, sulla compatibilità della Fiat 500x con la legislazione europea sulle emissioni auto.
In mancanza di una risposta dell'Italia nell'ambito del processo di mediazione con la Germania sulle emissioni della Fiat 500x, Bruxelles potrebbe intraprendere azioni, che potenzialmente includono anche la procedura di infrazione. La Commissione europea sta cercando di fissare una data per un incontro con le due parti per gli inizi di febbraio, perché è intenzionata a chiudere il dossier entro le prossime settimane.
Sulla vicenda hanno risposto il Ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda e quello dei Trasporti Graziano Del Rio. "Non ci sono dispositivi illeciti dimostrati", ha detto quest'ultimo al Mise. "I tedeschi hanno detto che, tra i dispositivi legali, ci sono alcuni componenti anomali, ma noi abbiamo detto che non è così". "Sono le Autorità di omologazione di ogni stato che decidono se un dispositivo è lecito o no. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine su Volkswagen, ci siamo fidati di loro. E' giusto che il confronto avvenga sulla fiducia e il rispetto reciproci". "Siccome noi abbiamo rispettato loro - ha concluso - loro devono rispettare noi". Secco Calenda: "Berlino, se si occupa di Volkswagen non fa un soldo di danno".
Fiat 500, Doblò e Jeep-Renegade, per un totale di 630mila vetture: sono questi i modelli Fca, per i quali il ministero tedesco ha chiesto all'Ue che sia garantito il richiamo, per le presunte violazioni sulle emissioni. Secondo Dobrindt, "le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell'opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali". Fca, però, si sarebbe "rifiutata di chiarire". Sempre stamattina, secondo quanto riferisce l'agenzia Reuters, il governo britannico ha confermato l'intenzione di effettuare dei test sul modello Jeep Grand Cherokee e ha già richiesto alcune informazioni all'agenzia Usa per la protezione dell'ambiente. Intanto il titolo in borsa ha perso oggi il 4%.
Secondo Berlino, si tratterebbe di un meccanismo illegale rilevato nell'ambito delle analisi degli esperti della commissione d'inchiesta tedesca, istituita all'indomani del Dieselgate: "Dopo la rivelazione delle manipolazioni Vw, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d'inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi anche diversi della Fiat-Chrysler. E la risposta senza dubbi dei periti è stata che su questi veicoli fosse utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento".
"Abbiamo ripetutamente chiesto all'Italia di presentarci risposte convincenti al più presto. Il tempo si sta esaurendo, perché vogliamo concludere le discussioni sulla conformità della Fiat a breve". A ribadirlo, ora, anche il portavoce della Commissione europea per l'Industria Lucia Caudet in merito al processo di mediazione tra Italia e Germania, sulla compatibilità della Fiat 500x con la legislazione europea sulle emissioni auto.
In mancanza di una risposta dell'Italia nell'ambito del processo di mediazione con la Germania sulle emissioni della Fiat 500x, Bruxelles potrebbe intraprendere azioni, che potenzialmente includono anche la procedura di infrazione. La Commissione europea sta cercando di fissare una data per un incontro con le due parti per gli inizi di febbraio, perché è intenzionata a chiudere il dossier entro le prossime settimane.
Sulla vicenda hanno risposto il Ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda e quello dei Trasporti Graziano Del Rio. "Non ci sono dispositivi illeciti dimostrati", ha detto quest'ultimo al Mise. "I tedeschi hanno detto che, tra i dispositivi legali, ci sono alcuni componenti anomali, ma noi abbiamo detto che non è così". "Sono le Autorità di omologazione di ogni stato che decidono se un dispositivo è lecito o no. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine su Volkswagen, ci siamo fidati di loro. E' giusto che il confronto avvenga sulla fiducia e il rispetto reciproci". "Siccome noi abbiamo rispettato loro - ha concluso - loro devono rispettare noi". Secco Calenda: "Berlino, se si occupa di Volkswagen non fa un soldo di danno".
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