Sotto la lente dei giudici il ballottaggio, il premio di maggioranza, i capilista bloccati e le multicandidature: "La legge può essere subito applicata". Si va verso il proporzionale.
No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza al 40%, stop anche ai capolista bloccati, mentre pluricandidature saranno ammissibili ma solo affidando la scelta finale a un sorteggio. E' questa la decisione della Consulta sull'Italicum. Una decisione che porta a una legge da subito applicabile: "La legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione". Si potrebbe, dunque, votare subito. Con una legge elettorale che, di fatto, è un sistema proporzionale.
I rilievi erano contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste. A promuovere i ricorsi un pool di avvocati: tra loro Felice Besostri, che fu già al centro dell'azione contro il Porcellum (video), poi dichiarato incostituzionale nel 2014. Giudice relatore è Nicolò Zanon. Fra le parti, figura il Codacons rappresentato dal suo presidente Carlo Rienzi. A difesa della legge impugnata, l'Avvocatura dello Stato con Vincenzo Nunziata, in rappresentanza della Presidenza del consiglio dei ministri.
In conclusione, la corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall'Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 "impugnata" da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E' stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti (quantità praticamente irraggiungibile da qualunque partito al momento). No, infine ai capolista bloccati. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione dell'Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d'elezione.
No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza al 40%, stop anche ai capolista bloccati, mentre pluricandidature saranno ammissibili ma solo affidando la scelta finale a un sorteggio. E' questa la decisione della Consulta sull'Italicum. Una decisione che porta a una legge da subito applicabile: "La legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione". Si potrebbe, dunque, votare subito. Con una legge elettorale che, di fatto, è un sistema proporzionale.
I rilievi erano contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste. A promuovere i ricorsi un pool di avvocati: tra loro Felice Besostri, che fu già al centro dell'azione contro il Porcellum (video), poi dichiarato incostituzionale nel 2014. Giudice relatore è Nicolò Zanon. Fra le parti, figura il Codacons rappresentato dal suo presidente Carlo Rienzi. A difesa della legge impugnata, l'Avvocatura dello Stato con Vincenzo Nunziata, in rappresentanza della Presidenza del consiglio dei ministri.
In conclusione, la corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall'Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 "impugnata" da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E' stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti (quantità praticamente irraggiungibile da qualunque partito al momento). No, infine ai capolista bloccati. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione dell'Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d'elezione.
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