L'esperto di Cassa Lombarda: Il mercato finora ha dato fiducia al neo-Presidente, ma un'implementazione blanda o lenta del programma elettorale potrebbe deludere gli investitori nel corso delle prossime settimane.
WSI - Gli Stati Uniti di Trump danno il via ufficialmente a una nuova era di guerra valutaria, attaccando anche l’Fmi, responsabile di essere rimasta ferma a guardare le manipolazioni che hanno caratterizzato in questi anni il mercato del forex. L’attacco prende forma con le parole del neo segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, che ha affermato che “un dollaro eccessivamente forte” avrà un impatto negativo nel breve termine, e che punta il dito appunto contro il Fondo Monetaio Internazionale. Le ultime dichiarazioni confermano i timori sull’escalation della guerra valutaria. Sul forex, il dollaro ritraccia, per poi risalire.
Così Alberto Biolzi, Responsabile Advisory di Cassa Lombarda, commenta le condizioni in cui versano i mercati: “Con l’insediamento di Donald Trump, è probabile che gli investitori cerchino di comprendere appieno la reale portata delle misure che la nuova amministrazione americana cercherà di far approvare nei primi 100 giorni: taglio delle tasse, spesa pubblica, deregulation e commercio estero. Il mercato finora ha dato fiducia al neo-Presidente, ma un’implementazione blanda o lenta del programma elettorale potrebbe deludere gli investitori nel corso delle prossime settimane. Non è, quindi, da escludere che alcuni operatori possano privilegiare temporanee prese di profitto di strategie implementate alla vittoria di Trump a novembre. Le indicazioni provenienti dalle trimestrali americane, ma anche da quelle europee, saranno in tal senso molto utili per capire la direzione del mercato”.
Dal fronte macroeconomico, oggi attenzione alla diffusione del PIL del quarto trimestre della Francia, dei dati sul PMI in Eurozona e delle vendite di case esistenti a dicembre negli Stati Uniti. Mista la performance dell’azionario asiatico, con il Nikkei della borsa di Tokyo ancora negativo dopo l’ordine esecutivo firmato da Trump per ritirare gli Usa dal trattato di libero scambio TPP (Trans-Pacific Partnership).
WSI - Gli Stati Uniti di Trump danno il via ufficialmente a una nuova era di guerra valutaria, attaccando anche l’Fmi, responsabile di essere rimasta ferma a guardare le manipolazioni che hanno caratterizzato in questi anni il mercato del forex. L’attacco prende forma con le parole del neo segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, che ha affermato che “un dollaro eccessivamente forte” avrà un impatto negativo nel breve termine, e che punta il dito appunto contro il Fondo Monetaio Internazionale. Le ultime dichiarazioni confermano i timori sull’escalation della guerra valutaria. Sul forex, il dollaro ritraccia, per poi risalire.
Così Alberto Biolzi, Responsabile Advisory di Cassa Lombarda, commenta le condizioni in cui versano i mercati: “Con l’insediamento di Donald Trump, è probabile che gli investitori cerchino di comprendere appieno la reale portata delle misure che la nuova amministrazione americana cercherà di far approvare nei primi 100 giorni: taglio delle tasse, spesa pubblica, deregulation e commercio estero. Il mercato finora ha dato fiducia al neo-Presidente, ma un’implementazione blanda o lenta del programma elettorale potrebbe deludere gli investitori nel corso delle prossime settimane. Non è, quindi, da escludere che alcuni operatori possano privilegiare temporanee prese di profitto di strategie implementate alla vittoria di Trump a novembre. Le indicazioni provenienti dalle trimestrali americane, ma anche da quelle europee, saranno in tal senso molto utili per capire la direzione del mercato”.
Dal fronte macroeconomico, oggi attenzione alla diffusione del PIL del quarto trimestre della Francia, dei dati sul PMI in Eurozona e delle vendite di case esistenti a dicembre negli Stati Uniti. Mista la performance dell’azionario asiatico, con il Nikkei della borsa di Tokyo ancora negativo dopo l’ordine esecutivo firmato da Trump per ritirare gli Usa dal trattato di libero scambio TPP (Trans-Pacific Partnership).
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