Dopo il sì della rete, altro ribaltone.
Nessuna alleanza tra M5S e Alde. Il capogruppo dell'Alde, Guy Verhofstadt, annuncia la rinuncia all'alleanza con il M5S. "Sono arrivato alla conclusione che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un'agenda comune per riformare l'Europa" ha dichiarato l'ex premier belga aggiungendo che "non c'è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del Movimento 5 Stelle di unirsi al gruppo Alde". "Rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave".
Un'evoluzione sorprendente, sebbene ancor di più lo sarebbe stata l'ufficialità di un accordo fra due forze così distanti. In rete non si è placata nel pomeriggio l'ira di molti iscritti. Al post aggiornato con i risultati del voto convergono diversi commenti di protesta e tra gli utenti c'è anche chi annuncia di "aver tolto il simbolo del M5S dal profilo Facebook". "Hai deciso tutto tu, senza un dibattito democratico, bisognava parlarne e chiarire tutti gli aspetti un mese prima", scrive Ivo mentre Mario attacca: "che pugnalata alla schiena...il mio sogno si è infranto". "Europeisti; pro Ttip; pro euro; pro bandiera unica; pro banche; pro capitalismo. E dopo questo triplo salto mortale carpiato con mezzo avvitamento, oggi nasce il PD5S", attacca Giovanni elencando quelli che, a suo parere, sono i punti chiave dell'Alde.
Quella di Alde è un passo indietro, arrivato in una giornata in cui si sono rincorse voci e tensioni. Molto hanno influenzato le reazioni dei partiti del gruppo, tutti assestati sul centrodestra ed europeisti. Da giorni, infatti, un po' tutti hanno remato contro. I liberali francesi, in particolare, secondo la capo delegazione Marielle de Sarnez, avevano intenzione di arrivare al voto di domani sera con almeno un terzo del gruppo contro l'intesa: 23 voti su 68 (per approvare la modifica del gruppo serve la maggioranza di due terzi). "Molti di noi - ha spiegato de Sarnez - non possono concepire che un gruppo che ha sempre fatto della coerenza europeista la sua bandiera possa fare una scelta come quella di accogliere il movimento politico di Beppe Grillo".
L'eventuale approvazione dell'accordo avrebbe addirittura rischiato di far saltare il banco, decretando lo scioglimento del gruppo europarlamentare. L'avvicinamento tra Alde e 5 Stelle avrebbe giocato, però, un ruolo decisivo nell'indebolire il cosiddetto "fronte populista" anti-Bruxelles. Adesso il cerino resta in mano a Grillo, che dovrà valutare le eventuali contromosse, tornando con l'Ukip di Farage, o passando tra i non iscritti.
Nessuna alleanza tra M5S e Alde. Il capogruppo dell'Alde, Guy Verhofstadt, annuncia la rinuncia all'alleanza con il M5S. "Sono arrivato alla conclusione che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un'agenda comune per riformare l'Europa" ha dichiarato l'ex premier belga aggiungendo che "non c'è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del Movimento 5 Stelle di unirsi al gruppo Alde". "Rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave".
Un'evoluzione sorprendente, sebbene ancor di più lo sarebbe stata l'ufficialità di un accordo fra due forze così distanti. In rete non si è placata nel pomeriggio l'ira di molti iscritti. Al post aggiornato con i risultati del voto convergono diversi commenti di protesta e tra gli utenti c'è anche chi annuncia di "aver tolto il simbolo del M5S dal profilo Facebook". "Hai deciso tutto tu, senza un dibattito democratico, bisognava parlarne e chiarire tutti gli aspetti un mese prima", scrive Ivo mentre Mario attacca: "che pugnalata alla schiena...il mio sogno si è infranto". "Europeisti; pro Ttip; pro euro; pro bandiera unica; pro banche; pro capitalismo. E dopo questo triplo salto mortale carpiato con mezzo avvitamento, oggi nasce il PD5S", attacca Giovanni elencando quelli che, a suo parere, sono i punti chiave dell'Alde.
Quella di Alde è un passo indietro, arrivato in una giornata in cui si sono rincorse voci e tensioni. Molto hanno influenzato le reazioni dei partiti del gruppo, tutti assestati sul centrodestra ed europeisti. Da giorni, infatti, un po' tutti hanno remato contro. I liberali francesi, in particolare, secondo la capo delegazione Marielle de Sarnez, avevano intenzione di arrivare al voto di domani sera con almeno un terzo del gruppo contro l'intesa: 23 voti su 68 (per approvare la modifica del gruppo serve la maggioranza di due terzi). "Molti di noi - ha spiegato de Sarnez - non possono concepire che un gruppo che ha sempre fatto della coerenza europeista la sua bandiera possa fare una scelta come quella di accogliere il movimento politico di Beppe Grillo".
L'eventuale approvazione dell'accordo avrebbe addirittura rischiato di far saltare il banco, decretando lo scioglimento del gruppo europarlamentare. L'avvicinamento tra Alde e 5 Stelle avrebbe giocato, però, un ruolo decisivo nell'indebolire il cosiddetto "fronte populista" anti-Bruxelles. Adesso il cerino resta in mano a Grillo, che dovrà valutare le eventuali contromosse, tornando con l'Ukip di Farage, o passando tra i non iscritti.
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