Non possiamo insegnare a Dio cosa deve fare ma, senza rassegnazione, dobbiamo fidarci di Lui che sa trarre anche dalla morte la vita.
Radio Vaticana - Questo è l’invito del Papa nella catechesi all’udienza generale. Prosegue, dunque, il ciclo di catechesi sulla speranza cristiana e, come mercoledì scorso, il Papa fa riferimento ad un personaggio biblico. La catechesi odierna (clicca qui) è stata dedicata a Giuditta, donna coraggiosa. Il servizio di Debora Donnini:
E’ la figura di Giuditta al centro della catechesi del Papa. Una donna di fede dell’Antico Testamento, una donna che indica il cammino della fiducia in Dio. Francesco dipana la sua catechesi ripercorrendo la storia di questa donna, di grande bellezza, che libera il suo popolo dall’assedio dell’esercito del Re Nabucodonosor, che regnava a Ninive e voleva allargare i confini del suo impero fino alla Terra promessa. Sotto la guida del generale Oloferne, l’esercito assediava infatti la città di Betulia tagliando il rifornimento d’acqua.
La tentazione di non avere fiducia nel Signore La situazione è così drammatica che gli abitanti vogliono arrendersi ai nemici, sono disperati come accade tante volte anche a noi, dice Francesco:
“La capacità di fidarsi di Dio si è esaurita. E quante volte noi arriviamo a situazioni di limite dove non sentiamo neppure la capacità di avere fiducia nel Signore. È una tentazione brutta, eh! E, paradossalmente, sembra che, per sfuggire alla morte, non resti che consegnarsi nelle mani di chi uccide”.
Allora il capo del popolo tenta di proporre un appiglio di speranza, chiedendo agli abitanti di resistere ancora cinque giorni per aspettare l’intervento salvifico di Dio. “Cinque giorni vengono concessi a Dio per intervenire”, e “qui è il peccato”, nota il Papa, non hanno fiducia, aspettano il peggio.
Giuditta: le donne sono più coraggiose degli uomini Allora entra in scena Giuditta che rimprovera il popolo invitandolo ad attendere la salvezza da Dio che ha pieno potere, dice la donna , “di difenderci nei giorni che vuole o anche di farci distruggere dai nemici”: “è donna di fede perché sa che è salvezza liberare dai nemici, ma, nei piani di Dio impenetrabili, può essere salvezza anche consegnare alla morte”. E il Papa loda il coraggio di Giuditta e delle donne:
“É il linguaggio della speranza. Bussiamo alla porte del cuore di Dio, Lui è Padre, lui può salvarci. Questa donna, vedova, rischia di fare anche una brutta figura davanti agli altri! Ma è coraggiosa! Va avanti! Questa ... è un’opinione mia: le donne sono più coraggiose degli uomini”.
Non mettere condizioni a Dio: accettare il suo aiuto anche diverso da nostre aspettative Alla fine Dio salva il popolo. Giuditta ha un suo piano, riesce a tagliare la testa al generale Oloferne, e così porta il popolo alla vittoria ma “sempre – sottolinea il Papa – nell’atteggiamento di fede di chi tutto accetta” da Dio. Quindi Francesco chiede di non mettere "mai condizioni a Dio":
“Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la sua salvezza e il suo aiuto giungano a noi in modo diverso dalle nostre aspettative. Noi chiediamo al Signore vita, salute, affetti, felicità; ed è giusto farlo, ma nella consapevolezza che Dio sa trarre vita anche dalla morte, che si può sperimentare la pace anche nella malattia, e che ci può essere serenità anche nella solitudine e beatitudine anche nel pianto”.
Non siamo noi che "possiamo insegnare a Dio quello che deve fare, ciò di cui abbiamo bisogno”, prosegue il Papa . “Lui lo sa meglio di noi”, spiega, “dobbiamo fidarci perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri”.
Non rassegnazione ma coraggio nella fede e nelle opere Proprio Giuditta ci indica quindi il “cammino della speranza”: “ha pregato tanto”, è stata “coraggiosa nella fede e nelle opere”. Quindi l’invito del Papa è a fare, “senza facili rassegnazioni”, quanto è “nelle nostre possibilità”, ma sempre “rimanendo nel solco della volontà del Signore”. Francesco ricorda in conclusione le parole sagge delle donne umili, delle nonne che hanno l’esperienza della vita, hanno sofferto e si sono affidate a Dio:
"E noi, se facciamo un po’ di memoria, quante volte abbiamo sentito parole sagge, coraggiose, da persone umili, da donne umili che uno pensa che - senza disprezzarle – fossero ignoranti … Ma sono parole delle saggezza di Dio, eh! Le parole delle nonne .. Quante volte le nonne sanno dire la parola giusta, la parola di speranza, perché hanno l’esperienza della vita, hanno sofferto tanto, si sono affidate a Dio e il Signore dà questo dono di darci il consiglio di speranza”.
Radio Vaticana - Questo è l’invito del Papa nella catechesi all’udienza generale. Prosegue, dunque, il ciclo di catechesi sulla speranza cristiana e, come mercoledì scorso, il Papa fa riferimento ad un personaggio biblico. La catechesi odierna (clicca qui) è stata dedicata a Giuditta, donna coraggiosa. Il servizio di Debora Donnini:
E’ la figura di Giuditta al centro della catechesi del Papa. Una donna di fede dell’Antico Testamento, una donna che indica il cammino della fiducia in Dio. Francesco dipana la sua catechesi ripercorrendo la storia di questa donna, di grande bellezza, che libera il suo popolo dall’assedio dell’esercito del Re Nabucodonosor, che regnava a Ninive e voleva allargare i confini del suo impero fino alla Terra promessa. Sotto la guida del generale Oloferne, l’esercito assediava infatti la città di Betulia tagliando il rifornimento d’acqua.
La tentazione di non avere fiducia nel Signore La situazione è così drammatica che gli abitanti vogliono arrendersi ai nemici, sono disperati come accade tante volte anche a noi, dice Francesco:
“La capacità di fidarsi di Dio si è esaurita. E quante volte noi arriviamo a situazioni di limite dove non sentiamo neppure la capacità di avere fiducia nel Signore. È una tentazione brutta, eh! E, paradossalmente, sembra che, per sfuggire alla morte, non resti che consegnarsi nelle mani di chi uccide”.
Allora il capo del popolo tenta di proporre un appiglio di speranza, chiedendo agli abitanti di resistere ancora cinque giorni per aspettare l’intervento salvifico di Dio. “Cinque giorni vengono concessi a Dio per intervenire”, e “qui è il peccato”, nota il Papa, non hanno fiducia, aspettano il peggio.
Giuditta: le donne sono più coraggiose degli uomini Allora entra in scena Giuditta che rimprovera il popolo invitandolo ad attendere la salvezza da Dio che ha pieno potere, dice la donna , “di difenderci nei giorni che vuole o anche di farci distruggere dai nemici”: “è donna di fede perché sa che è salvezza liberare dai nemici, ma, nei piani di Dio impenetrabili, può essere salvezza anche consegnare alla morte”. E il Papa loda il coraggio di Giuditta e delle donne:
“É il linguaggio della speranza. Bussiamo alla porte del cuore di Dio, Lui è Padre, lui può salvarci. Questa donna, vedova, rischia di fare anche una brutta figura davanti agli altri! Ma è coraggiosa! Va avanti! Questa ... è un’opinione mia: le donne sono più coraggiose degli uomini”.
Non mettere condizioni a Dio: accettare il suo aiuto anche diverso da nostre aspettative Alla fine Dio salva il popolo. Giuditta ha un suo piano, riesce a tagliare la testa al generale Oloferne, e così porta il popolo alla vittoria ma “sempre – sottolinea il Papa – nell’atteggiamento di fede di chi tutto accetta” da Dio. Quindi Francesco chiede di non mettere "mai condizioni a Dio":
“Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la sua salvezza e il suo aiuto giungano a noi in modo diverso dalle nostre aspettative. Noi chiediamo al Signore vita, salute, affetti, felicità; ed è giusto farlo, ma nella consapevolezza che Dio sa trarre vita anche dalla morte, che si può sperimentare la pace anche nella malattia, e che ci può essere serenità anche nella solitudine e beatitudine anche nel pianto”.
Non siamo noi che "possiamo insegnare a Dio quello che deve fare, ciò di cui abbiamo bisogno”, prosegue il Papa . “Lui lo sa meglio di noi”, spiega, “dobbiamo fidarci perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri”.
Non rassegnazione ma coraggio nella fede e nelle opere Proprio Giuditta ci indica quindi il “cammino della speranza”: “ha pregato tanto”, è stata “coraggiosa nella fede e nelle opere”. Quindi l’invito del Papa è a fare, “senza facili rassegnazioni”, quanto è “nelle nostre possibilità”, ma sempre “rimanendo nel solco della volontà del Signore”. Francesco ricorda in conclusione le parole sagge delle donne umili, delle nonne che hanno l’esperienza della vita, hanno sofferto e si sono affidate a Dio:
"E noi, se facciamo un po’ di memoria, quante volte abbiamo sentito parole sagge, coraggiose, da persone umili, da donne umili che uno pensa che - senza disprezzarle – fossero ignoranti … Ma sono parole delle saggezza di Dio, eh! Le parole delle nonne .. Quante volte le nonne sanno dire la parola giusta, la parola di speranza, perché hanno l’esperienza della vita, hanno sofferto tanto, si sono affidate a Dio e il Signore dà questo dono di darci il consiglio di speranza”.
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