Stati Uniti, protesta contro il bando immigrati: Trump licenzia la reggente al Dipartimento della Giustizia
Secondo il Presidente avrebbe "tradito" l'Amministrazione. Sally Yates verrà sostituita da Dana Boente, in attesa che il senato confermi il ruolo a Jeff Sessions.
Donald Trump licenzia Sally Yates, il ministro della Giustizia reggente, che ha ordinato al Dipartimento di non difendere in tribunale il decreto sull'immigrazione del presidente. Yates "ha tradito il Dipartimento di Giustizia rifiutando di attuare un ordine messo a punto per difendere i cittadini americani" afferma la Casa Bianca. Donald Trump ha nominato nuovo "acting Attorney General" Dana Boente, procuratore del distretto orientale della Virginia, in attesa che la nomina di Jeff Sessons ottenga la conferma definitiva dal Senato.
Un evento che trasforma la scelta dei senatori sul nuovo capo al Dipartimento in un referendum sulla legge anti-immigrati proposta dal neo-Presidente, sostiene il New York Times. La vicenda ha un solo precedente nella storia recente, quando nel 1973 l'allora Presidente Richard Nixon licenziò il capo alla Giustizia e il suo intero entourage per essersi rifiutati di allontanare lo "special prosecutor" del caso Watergate.
Dana Boente ha giurato alle 21 di ieri (ora di Washington), mezz'ora dopo Sally Yates sarebbe stata informata del suo licenziamento con una lettera firmata da John DeStefano, assistente del Presidente. Dopodiché Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca davanti ai giornalisti ha ricordato la militanza nell'Amministrazione Obamal'ex reggente al Dipartimento della Giustizia e le sue posizioni "deboli su confini e immigrazione illegale".
Così come altri membri del nuovo governo, Yates era stata colta di sorpresa dall'Executive Order di venerdì scorso, considerando perfino le dimissioni. Nel pomeriggio di ieri, ha affrontato pubblicamente il Presidente, mettendone in discussione l'autorità rispetto ad un decreto che non solo ha diviso la Giustizia, ma anche i corpi diplomatici mondiali: "At present, I am not convinced that the defense of the executive order is consistent with these responsibilities, nor am I convinced that the executive order is lawful".
La Casa Bianca ha così deciso per l'allontanamento. "Se non aderiscono al programma possono andare", ha detto il portavoce Sean Spicer: "Se qualcuno ha problemi con l'agenda si pone la questione se debbano rimanere in quel ruolo o meno. Si tratta della sicurezza dell'America". Il sasso, però, è stato lanciato, dimostrando le riserve che alcuni membri alla Giustizia hanno verso la nuova Amministrazione. La prevedibile ascesa di Jeff Sessons potrebbe portare, secondo gli esperti, ad un'ondata di licenziamenti nel Dipartimento.
Un evento che trasforma la scelta dei senatori sul nuovo capo al Dipartimento in un referendum sulla legge anti-immigrati proposta dal neo-Presidente, sostiene il New York Times. La vicenda ha un solo precedente nella storia recente, quando nel 1973 l'allora Presidente Richard Nixon licenziò il capo alla Giustizia e il suo intero entourage per essersi rifiutati di allontanare lo "special prosecutor" del caso Watergate.
Dana Boente ha giurato alle 21 di ieri (ora di Washington), mezz'ora dopo Sally Yates sarebbe stata informata del suo licenziamento con una lettera firmata da John DeStefano, assistente del Presidente. Dopodiché Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca davanti ai giornalisti ha ricordato la militanza nell'Amministrazione Obamal'ex reggente al Dipartimento della Giustizia e le sue posizioni "deboli su confini e immigrazione illegale".
Così come altri membri del nuovo governo, Yates era stata colta di sorpresa dall'Executive Order di venerdì scorso, considerando perfino le dimissioni. Nel pomeriggio di ieri, ha affrontato pubblicamente il Presidente, mettendone in discussione l'autorità rispetto ad un decreto che non solo ha diviso la Giustizia, ma anche i corpi diplomatici mondiali: "At present, I am not convinced that the defense of the executive order is consistent with these responsibilities, nor am I convinced that the executive order is lawful".
La Casa Bianca ha così deciso per l'allontanamento. "Se non aderiscono al programma possono andare", ha detto il portavoce Sean Spicer: "Se qualcuno ha problemi con l'agenda si pone la questione se debbano rimanere in quel ruolo o meno. Si tratta della sicurezza dell'America". Il sasso, però, è stato lanciato, dimostrando le riserve che alcuni membri alla Giustizia hanno verso la nuova Amministrazione. La prevedibile ascesa di Jeff Sessons potrebbe portare, secondo gli esperti, ad un'ondata di licenziamenti nel Dipartimento.
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