Il movimento da Washington in tutto il resto del mondo. In Italia a Firenze, Milano e Roma.
"Donne di tutto il mondo unitevi". All'indomani della proclamazione del giuramento che ha sancito la nomina di Donald Trump come 45° Presidente degli Stati Uniti, milioni di donne in tutto il mondo si riverseranno nelle piazze per per promuovere i propri diritti e di gruppi sociali marginalizzati, dagli omosessuali alle minoranze etniche ed i disabili. Un evento originariamente organizzato nella capitale americana in vista dell'Inauguration day, ma che vede partecipare anche il resto del mondo.
Women’s March, questo il nome dell'iniziativa, è stata appoggiata anche da Amnesty International, Planned Parenthood, l'associazione americana NAACP e la National Organization for Women and Human Rights Watch, animata da un popolo anti-Tycoon che teme il conservatorismo di Trump che durante la campagna elettorale ha rispolverato i pregiudizi contro donne, immigrati, neri senza risparmiare i portatori di handicap. Saranno almeno 200mila le donne che manifesteranno nella capitale americana (tra cui anche molti personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui Scarlett Johansson, Ashley Judd, Patrizia Arquette, Julienne Moore, Cher, Katy Perry e Amy Schumer).
La marcia di Washington ha ispirato anche parte dell'attivismo internazionale, con più di 673 "Sister Marches" organizzate in contemporanea, sia in tutti gli stati americani, che in altri 57 paesi, con una partecipazione, si calcola, che dovrebbe superare i 2 milioni di persone. Si tratta di un movimento che tesse una trama di solidarietà fra donne che vivono condizioni profondamente differenti, ha detto Yordanos Eyoel, portavoce dell'iniziativa: "Non vediamo l'ora di poter convertire questo entusiasmo in azione per il cambiamento".
La portata dell'operazione si è espansa notevolmente col passare dei giorni, divenendo virale, con tante cittadine e cittadini che hanno deciso di prendere parte ad un evento che si rivelerà storico. Dal Guam alla Nuova Zelanda, dalle metropoli americane come Los Angeles, Chicago, Boston e New York, fino ai piccoli centri dell'Alaska e dell'Indiana. Anche in Europa, saranno molti i luoghi interessati, a cominciare dalle grandi capitali, Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles, ma vedremo anche se l'esperimento avrà successo in Ungheria, Iraq, Tanzania, Corea del Sud, Ecuador e India.
La marcia di Washington ha trovato la solidarietà anche delle donne saudite. "Purtroppo non viviamo in America", scrivono nel loro comunicato, "ma siamo al fianco delle donne americane". La marcia partirà dal Marriott Hotel di Riyad e le organizzatrici sperano di arrivare a quota 1000 partecipanti anche con la promessa di un rinfresco. Finora, 819 persone hanno dato la loro adesione.
"Donne di tutto il mondo unitevi". All'indomani della proclamazione del giuramento che ha sancito la nomina di Donald Trump come 45° Presidente degli Stati Uniti, milioni di donne in tutto il mondo si riverseranno nelle piazze per per promuovere i propri diritti e di gruppi sociali marginalizzati, dagli omosessuali alle minoranze etniche ed i disabili. Un evento originariamente organizzato nella capitale americana in vista dell'Inauguration day, ma che vede partecipare anche il resto del mondo.
Women’s March, questo il nome dell'iniziativa, è stata appoggiata anche da Amnesty International, Planned Parenthood, l'associazione americana NAACP e la National Organization for Women and Human Rights Watch, animata da un popolo anti-Tycoon che teme il conservatorismo di Trump che durante la campagna elettorale ha rispolverato i pregiudizi contro donne, immigrati, neri senza risparmiare i portatori di handicap. Saranno almeno 200mila le donne che manifesteranno nella capitale americana (tra cui anche molti personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui Scarlett Johansson, Ashley Judd, Patrizia Arquette, Julienne Moore, Cher, Katy Perry e Amy Schumer).
La marcia di Washington ha ispirato anche parte dell'attivismo internazionale, con più di 673 "Sister Marches" organizzate in contemporanea, sia in tutti gli stati americani, che in altri 57 paesi, con una partecipazione, si calcola, che dovrebbe superare i 2 milioni di persone. Si tratta di un movimento che tesse una trama di solidarietà fra donne che vivono condizioni profondamente differenti, ha detto Yordanos Eyoel, portavoce dell'iniziativa: "Non vediamo l'ora di poter convertire questo entusiasmo in azione per il cambiamento".
La portata dell'operazione si è espansa notevolmente col passare dei giorni, divenendo virale, con tante cittadine e cittadini che hanno deciso di prendere parte ad un evento che si rivelerà storico. Dal Guam alla Nuova Zelanda, dalle metropoli americane come Los Angeles, Chicago, Boston e New York, fino ai piccoli centri dell'Alaska e dell'Indiana. Anche in Europa, saranno molti i luoghi interessati, a cominciare dalle grandi capitali, Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles, ma vedremo anche se l'esperimento avrà successo in Ungheria, Iraq, Tanzania, Corea del Sud, Ecuador e India.
La marcia di Washington ha trovato la solidarietà anche delle donne saudite. "Purtroppo non viviamo in America", scrivono nel loro comunicato, "ma siamo al fianco delle donne americane". La marcia partirà dal Marriott Hotel di Riyad e le organizzatrici sperano di arrivare a quota 1000 partecipanti anche con la promessa di un rinfresco. Finora, 819 persone hanno dato la loro adesione.
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