E’ emergenza liquidità per Alitalia che a fine marzo, massimo metà aprile, potrebbe ritrovarsi completamente a secco.
WSI - Le ultime stime rivelano che Alitalia ha chiuso il 2016 con un passivo di circa 500 milioni di euro e nella prima versione del piano industriale si prevedeva un taglio dei costi per 160 milioni di euro nel 2017. Ma le cose sono cambiate dopo la verifica degli advisor per cui l’entità dei tagli è salita fino a 400 milioni di euro a regime. In genere le compagnie aeree hanno il boom di ricavi in primavera quando si pensa a prenotare le ferie ma per Alitalia le cose sarebbero diverse e oggi arriva a perdere circa mezzo milione di euro al giorno, una cifra in cui si inseriscono i circa 2mila esuberi tra dipendenti diretti.
Ma mentre è stata firmata la tregua tra sindacati e azienda, si attende il piano industriale che l’ad Cramer Ball dovrà presentare entro mercoledì. Un piano che necessita di 1,2 miliardi di euro e che se non otterrà il via libera da parte di soci e creditori, Intesa e Unicredit – mentre Generali ha chiaramente affermato che non vuole convertire il suo bond da 300 milioni – potrebbe portare ad uno scenario alternativo come riporta Repubblica: il commissariamento della compagnia di bandiera da parte del Governo, ipotizzato entro Pasqua.
Se i soci non danno l’ok al piano di Cramer Ball e chiudono i rubinetti, per Alitalia il commissariamento da parte del governo è l’unica strada plausibile.
Un commissariamento che ricorda quello avvenuto nel 2008, quando Alitalia era sull’orlo del crac: si parla in tal caso della procedura di ristrutturazione di grandi imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, attivabile con una dichiarazione di insolvenza da parte del tribunale che richiede la stessa società oppure i creditori. Per ora da Alitalia nessun commento.
WSI - Le ultime stime rivelano che Alitalia ha chiuso il 2016 con un passivo di circa 500 milioni di euro e nella prima versione del piano industriale si prevedeva un taglio dei costi per 160 milioni di euro nel 2017. Ma le cose sono cambiate dopo la verifica degli advisor per cui l’entità dei tagli è salita fino a 400 milioni di euro a regime. In genere le compagnie aeree hanno il boom di ricavi in primavera quando si pensa a prenotare le ferie ma per Alitalia le cose sarebbero diverse e oggi arriva a perdere circa mezzo milione di euro al giorno, una cifra in cui si inseriscono i circa 2mila esuberi tra dipendenti diretti.
Ma mentre è stata firmata la tregua tra sindacati e azienda, si attende il piano industriale che l’ad Cramer Ball dovrà presentare entro mercoledì. Un piano che necessita di 1,2 miliardi di euro e che se non otterrà il via libera da parte di soci e creditori, Intesa e Unicredit – mentre Generali ha chiaramente affermato che non vuole convertire il suo bond da 300 milioni – potrebbe portare ad uno scenario alternativo come riporta Repubblica: il commissariamento della compagnia di bandiera da parte del Governo, ipotizzato entro Pasqua.
Se i soci non danno l’ok al piano di Cramer Ball e chiudono i rubinetti, per Alitalia il commissariamento da parte del governo è l’unica strada plausibile.
Un commissariamento che ricorda quello avvenuto nel 2008, quando Alitalia era sull’orlo del crac: si parla in tal caso della procedura di ristrutturazione di grandi imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, attivabile con una dichiarazione di insolvenza da parte del tribunale che richiede la stessa società oppure i creditori. Per ora da Alitalia nessun commento.
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