La maggiore preoccupazione per la Commissione non è la manovra bis da 3,4 miliardi di euro chiesta all'Italia bensì le banche e il fatto che l'instabilità dell'Italia possa provocare un effetto domino sul resto d'Europa.
WSI - Una specie di ritornello circola nei corridoi della Commissione Ue e riguarda l’Italia. A preoccupare l’Unione europea non è il debito pubblico italiano ma le banche che, nonostante le misure del governo, restano vulnerabili agli shock. A dirlo, come riporta un articolo de La Stampa, un alto funzionario europeo facendo leva su un rapporto a firma della Commissione che indaga sullo stato di salute degli istituti di credito italiani e da cui emerge una situazione preoccupante in cui gli ostacoli si chiamano sofferenze.
La Commissione sottolinea la persistente incertezza connessa all’adeguatezza degli accantonamenti davanti all’elevata massa degli Npl. “Saranno le banche italiane in grado di sostenere la ripresa quando questa dovesse manifestarsi davvero?, si chiede l’esperto europeo. In altre parole: sapranno rispondere alla domanda di finanziamento quando le imprese chiederanno liquidi per riprendere la corsa interrotta ormai da quasi dieci anni?”
La maggiore preoccupazione per la Commissione non è la manovra bis da 3,4 miliardi di euro chiesta all’Italia bensì le banche e il fatto che l’instabilità dell’Italia possa provocare un effetto domino sul resto d’Europa. Una preoccupazione fondata sui numeri: l’esposizione delle banche francesi verso Roma pesa il 4% del Pil d’Oltralpe, quelle dell’Italia verso la Germania vale il 10% del nostro PIL. “Numeri della paura di un contagio possibile – non ancora probabile – che dà da pensare a Bruxelles. Più del debito, almeno per ora. Anche se, visti i numeri, la situazione potrebbe cambiare nel giro di dodici mesi. In peggio”.
WSI - Una specie di ritornello circola nei corridoi della Commissione Ue e riguarda l’Italia. A preoccupare l’Unione europea non è il debito pubblico italiano ma le banche che, nonostante le misure del governo, restano vulnerabili agli shock. A dirlo, come riporta un articolo de La Stampa, un alto funzionario europeo facendo leva su un rapporto a firma della Commissione che indaga sullo stato di salute degli istituti di credito italiani e da cui emerge una situazione preoccupante in cui gli ostacoli si chiamano sofferenze.
La Commissione sottolinea la persistente incertezza connessa all’adeguatezza degli accantonamenti davanti all’elevata massa degli Npl. “Saranno le banche italiane in grado di sostenere la ripresa quando questa dovesse manifestarsi davvero?, si chiede l’esperto europeo. In altre parole: sapranno rispondere alla domanda di finanziamento quando le imprese chiederanno liquidi per riprendere la corsa interrotta ormai da quasi dieci anni?”
La maggiore preoccupazione per la Commissione non è la manovra bis da 3,4 miliardi di euro chiesta all’Italia bensì le banche e il fatto che l’instabilità dell’Italia possa provocare un effetto domino sul resto d’Europa. Una preoccupazione fondata sui numeri: l’esposizione delle banche francesi verso Roma pesa il 4% del Pil d’Oltralpe, quelle dell’Italia verso la Germania vale il 10% del nostro PIL. “Numeri della paura di un contagio possibile – non ancora probabile – che dà da pensare a Bruxelles. Più del debito, almeno per ora. Anche se, visti i numeri, la situazione potrebbe cambiare nel giro di dodici mesi. In peggio”.
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