E’ terminata l’udienza della Corte federale statunitense sul bando del presidente Trump ai sette Paesi musulmani. Secondo fonti interne la decisone arriverà "in settimana". Intanto Yemen e Iran rispondono al capo della Casa Bianca. Massimiliano Menichetti: ascolta
Radio Vaticana - In settimana arriverà la decisione della Corte federale di San Francisco sulla causa intentata dagli Stati di Washington e Minnesota contro la stretta dei visti della Casa Bianca nei confronti di Iraq, Iran, Siria, Somalia, Sudan, Libia e Yemen .
L’udienza si è chiusa, i giudici hanno ascoltato le argomentazioni dei legali del dipartimento di giustizia e degli avvocati che hanno avviato la controversia: “non è un bando verso i musulmani, ma un provvedimento per la sicurezza nazionale”, hanno sostenuto gli uni; si provocano “danni irreparabili per il Paese”, hanno ribattuto gli altri.
Sono 18 gli Stati federali contrari al "bando-Trump", con loro tutte le maggiori aziende del Paese. Intanto dall’Iran la Guida Suprema, Ali Khamenei, ha sarcasticamente ringraziato il presidente americano per aver mostrato "il vero volto" - ha detto - degli Stati Uniti. Immediata la risposta del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer: "Il presidente Trump continuerà ad intraprendere le azioni che ritiene opportune”.
In questo quadro lo Yemen ha ritirato agli Stati Uniti il permesso che consentiva di compiere missioni antiterrorismo sul territorio impiegando truppe delle forze speciali. Secondo fonti di stampa la decisione è una razione al raid ordinato il mese scorso dalla Casa Bianca in cui sono rimasti uccisi alcuni civili. Sul fronte politico interno intanto il Senato ha confermato la nomina di Betsy DeVos come Segretario all'Istruzione, ma è stato necessario il voto del vicepresidente Mike Pence per superare la parità.
Radio Vaticana - In settimana arriverà la decisione della Corte federale di San Francisco sulla causa intentata dagli Stati di Washington e Minnesota contro la stretta dei visti della Casa Bianca nei confronti di Iraq, Iran, Siria, Somalia, Sudan, Libia e Yemen .
L’udienza si è chiusa, i giudici hanno ascoltato le argomentazioni dei legali del dipartimento di giustizia e degli avvocati che hanno avviato la controversia: “non è un bando verso i musulmani, ma un provvedimento per la sicurezza nazionale”, hanno sostenuto gli uni; si provocano “danni irreparabili per il Paese”, hanno ribattuto gli altri.
Sono 18 gli Stati federali contrari al "bando-Trump", con loro tutte le maggiori aziende del Paese. Intanto dall’Iran la Guida Suprema, Ali Khamenei, ha sarcasticamente ringraziato il presidente americano per aver mostrato "il vero volto" - ha detto - degli Stati Uniti. Immediata la risposta del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer: "Il presidente Trump continuerà ad intraprendere le azioni che ritiene opportune”.
In questo quadro lo Yemen ha ritirato agli Stati Uniti il permesso che consentiva di compiere missioni antiterrorismo sul territorio impiegando truppe delle forze speciali. Secondo fonti di stampa la decisione è una razione al raid ordinato il mese scorso dalla Casa Bianca in cui sono rimasti uccisi alcuni civili. Sul fronte politico interno intanto il Senato ha confermato la nomina di Betsy DeVos come Segretario all'Istruzione, ma è stato necessario il voto del vicepresidente Mike Pence per superare la parità.
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