mercoledì, febbraio 22, 2017
Il chitarrista e compositore palermitano sbanca il web con il suo singolo Breathing.

Intervista di Paolo Antonio Magrì 

La prima impressione è quella di un gigante buono. Barbetta arrampicata su un sorriso solare, tanta passione, un'amica inseparabile (la sua chitarra), un'attività di docente, di concertista e di compositore. Questo l'identikit di Nicolò Renna. L'ho incontrato a Palermo, ancora con l'adrenalina in corpo per le oltre 160.000 visualizzazioni del suo singolo pubblicato dall'etichetta americana Candyrat Records. Questo successo arriva a coronamento di una carriera già fervida nonostante la giovane età, e che lo ha visto protagonista in numerose collaborazioni artistiche, concerti live, progetti d'orchestra, musica da camera ed ensemble etnojazz. Dopo aver "preteso" qualche minuto di buona musica acustica live, son partito con le domande.

Come è iniziata la tua passione per la musica? 
All'età di 9 anni, frequentando l'oratorio della chiesa del mio quartiere. Facevo parte del coro, prima come voce solista e successivamente come chitarrista. Grazie alla direttrice del coro ho imparato i primi accordi e da lì la mia passione ha cominciato a prendere forma. All'età di 11 anni inizio gli studi accademici presso le scuole medie a indirizzo musicale con il Maestro Andrea Anselmi, per proseguire poi a 14 anni in Conservatorio con il Maestro Nicola Oteri.

Sii spudoratamente di parte. Sponsorizza la chitarra e dì ai nostri lettori perché preferirla rispetto ad altri strumenti. 
Questa è proprio una domanda provocatoria! La chitarra si distingue dagli altri strumenti per essere lo strumento di aggregazione sociale per eccellenza. Chi di voi da giovane non si è mai ritrovato in comitiva, con un chitarrista che allieta la serata con delle canzoni a voi care? Credo proprio che sarà capitato quasi a tutti! La chitarra è uno dei pochi strumenti, insieme al pianoforte, che può assumere due ruoli ben diversi: il primo è accompagnare ritmicamente una canzone, il secondo è quello da solista. Le sue caratteristiche consentono l'esecuzione di brani completi di melodia e accompagnamento, senza avere la necessità di essere supportati da altri strumenti.

La musica è talento, tecnica ma soprattutto è emozione. Qual è l’emozione più grande che ha donato a te? E cosa provi tu, sapendo di dare emozioni a chi ti ascolta e ama la tua arte? 
La musica mi ha donato principalmente la gioia di vivere e mi ha abituato a cogliere sempre i lati positivi dalle cose. La musica mi ha insegnato a vivere all'interno di un contesto di gruppo, a rispettare le emozioni degli altri, a condividere le emozioni con gli altri. La musica mi ha preso fra le sue braccia e io mi sono fatto rapire con grande consapevolezza e amore.

Ho molto apprezzato la sapiente commistione tra generi e tecniche di cui è intrisa la tua musica. È proprio vero che non esiste musica o genere di seria A e di serie B, ma solo buona musica e non? In ogni caso, penso che anche tu abbia le tue preferenze, quali altri generi prediligi? 
Ti ringrazio per aver apprezzato la mia musica con tutte le sue sfaccettature. Amo la musica classica, ma anche la musica etnica intesa come musica della tradizione popolare, quindi siciliana, celtica, brasiliana, irlandese, araba e indiana. Ha contribuito alla mia crescita musicale anche il rock e l'heavy metal. Mi piacciono molto gruppi come i Deep Purple, Led Zeppelin, Metallica, Dream Theater. Apprezzo anche il blues ed il jazz.

Come nascono le tue composizioni? Guizzo di genio o lavoro a tavolino? 
Le mie composizioni nascono quasi esclusivamente dall'ispirazione del momento che non cerco mai di forzare. Solitamente attendo sempre che sia la musica a guidarmi. Quando scrivo la bozza di un brano spesso la registro, per poi riascoltare e capire il senso di quello che ho creato. Non sempre tutte le idee vanno a buon fine e può capitare che cestini il tutto. Quando trovo la direzione giusta, invece, sento dentro di me delle sensazioni forti che mi suggeriscono pian piano come sviluppare la composizione.

Hai molto successo sui social e sul web. Quanto devi a loro? 
I social, se sfruttati bene, sono un mezzo davvero importante per la promozione artistica. Io devo molto alla realtà del web, cerco ogni giorno di presentarmi al pubblico e agli addetti ai lavori nel migliore dei modi stuzzicando la loro curiosità. La promozione sul web è sicuramente un lavoro impegnativo, ma nel tempo porta i suoi risultati. In ogni caso quello che conta di più sono i contenuti che proponi e che indubbiamente devono essere di qualità.

Sei anche papà. I tuoi figli già suonano o suoneranno uno strumento? 
Sì, sono papà di due figli: Elena di quasi 5 anni e Matteo di 1 anno. Ancora è presto per poter dire se suoneranno uno strumento, però stanno già sviluppando un rapporto abbastanza felice col ritmo tramite l'uso di piccole percussioni. Tutto questo loro lo "vivono" in maniera autonoma sotto forma di gioco, perché io ci tengo a non imporre nulla. Saranno loro stessi da grandi a manifestare l'eventuale volontà di studiare uno strumento.

Definisci Nicolò Renna. 
Nicolò Renna è un ragazzo semplice che proviene da una famiglia umile, dove il papà è un impiegato e la mamma fa la casalinga. Ha avuto la possibilità fin da piccolo di capire che c'erano nell'aria delle predisposizioni musicali che lasciavano sperare bene. Grazie all'amore della famiglia ha potuto intraprendere gli studi accademici in Conservatorio e oggi è riuscito a realizzare il suo sogno: insegnare ai ragazzi e svolgere attività concertistica.


Si è appena concluso il Festival di Sanremo, lo hai visto? Se sì, come ti è sembrata la qualità delle canzoni presentate quest’anno? 
L'ho visto in parte, principalmente perché il Festival dà più spazio al gossip che alle canzoni. In generale, il livello delle canzoni mi è sembrato abbastanza mediocre.

Finito il Festival, a breve ricominceranno i talent show come Amici, condotto da Maria De Filippi. Che parere hai riguardo a questi trampolini di lancio per giovani promesse della musica? 
Questa è una domanda davvero interessante! I talent hanno creato molta confusione nella testa dei giovani cantanti che desiderano intraprendere la carriera musicale. Mi sentirei di consigliare ai giovani che hanno voglia di approfondire un percorso musicale di investire prima di tutto nella formazione. Il primo passo deve essere sempre studiare con bravi docenti nelle accademie, nei conservatori, l'unica via per porre le fondamenta nella loro preparazione. Questo darà loro la possibilità di cominciare a capire quale sarà il proprio ruolo nella musica e soprattutto saggiare la propria forza artistica. Il talent è soltanto un potente mezzo pubblicitario che può portare grande visibilità solo a chi è già pronto in tutti i sensi e che, quindi, ha sulle spalle preparazione musicale, esperienza live, produzione musicale. Chi ama veramente la musica deve incanalare la propria passione all'interno di un percorso ben strutturato.

Ringrazio Nicolò Renna per la piacevole chiacchierata e, anche a nome della redazione, gli auguro un futuro ricco di successi ancora più grandi.

Per conoscere meglio Nicolò Renna e mettersi in contatto con lui: https://nicolorenna.jimdo.com



Paolo Antonio Magrì
Ama la buona musica e le sfide.
Beve adrenalina a colazione.


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