mercoledì, febbraio 01, 2017
“Un battito negli abissi” di Antonella Tafanelli è un libro di speranza e di forza. E’ la storia di Margherita che subisce violenze fisiche e psicologiche.

recensione di Alessandra Monaco

Margherita è una donna di oggi, una donna indipendente, lavora, frequenta i suoi amici e ha una famiglia che la sostiene. Saranno proprio loro il punto di forza della protagonista. Un nuovo amore, una nuova rinascita, la voglia e il dovere verso se stessa di ricominciare. Antonella parla di una argomento che accomuna purtroppo moltissime donne: la violenza tra le mura di casa. Senza giri di parole l’autrice parla di paura, di perdita della dignità. Parla di autocommiserazione, e a voce alta la denuncia.
Ho chiesto all’autrice il motivo che l’ha spinta a scrivere questo libro, mi ha risposto con queste parole: "Perché è ora di smetterla di vedere donne che si coprono con sciarpe più grandi del loro viso o con occhiali enormi. Queste donne si nascondono dalla loro stessa paura
. Sono donna e dovevo fare qualche cosa".

Il suo stile è diretto, forte ma con quella nota di romanticismo che la protagonista vive nelle pagine del romanzo. Si abbandona alle emozioni, nessun giro di parole, nessuna frase esasperata, ma solo tanta verità. Una verità che l’autrice ha conosciuto documentandosi, ascoltando e cercando, da sempre vicina a questo argomento. Nelle pagine cresce la speranza, la voglia di un amore, perché l’Amore, quello vero, fatto di carezze e parole sussurrate, l’amore fatto di discussioni costruttive, l’amore fatto di piccole paure quotidiane esiste davvero. L’amore che travolge dalla passione esiste.

La Tafanelli non è una femminista, non giudica e non attacca l’uomo, anzi. Crede nell’uomo e crede nei rapporti sani. Nelle sue pagine questo è un punto ben espresso. Il suo romanzo è un modo per innescare finalmente una speranza, un: “posso farcela” ma devo denunciare. Descrive gli atti di violenza come qualche cosa da condannare assolutamente. Questo è un libro che fa rabbia e ci fa anche innamorare, è facile avere prima s gli occhi lucidi ed il secondo dopo sorridere.

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Marco ha detto...
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