giovedì, marzo 16, 2017
Duro attacco dell'arcivescovo della Diocesi siciliana che, con un decreto vieta a chi è mafioso o suo affine di ricoprire il ruolo di padrino o madrina durante il Sacramento del Battesimo o della Cresima.

di Dario Cataldo

L'antica consuetudine di scegliere i padrini o madrine che cooperino con i genitori o i cresimandi, alla piena adesione al cristianesimo, da oggi, nella Diocesi di Monreale è interdetta a tutti coloro "fanno parte della mafia o a essa aderiscono o pongono atti di convivenza". A stabilirlo è mons. Michele Pennisi, arcivescovo della Diocesi, che ieri con un decreto attuativo ha impartito la disposizione.

Il Presule fa riferimento al Codice di diritto canonico, per il quale al canone 874 si prevede “che per essere ammesso all’incarico di padrino vi sia una condotta di vita conforme alla fede e all’incarico che si assume”. La conseguenza? Coloro i quali "fanno parte della mafia o a essa aderiscono o pongono atti di convivenza con essa, debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, alla sua Chiesa".

L'atto canonico è stato ritenuto necessario a seguito di quanto accaduto con Giuseppe Salvatore Riina, figlio del "capo dei capi" Totò Riina. L'erede del Boss, condannato per associazione mafiosa a 8 anni e 10 mesi di reclusione, nei mesi scorsi, con un permesso speciale ha ricevuto a Padova il Sacramento della Cresima per poi fare da padrino al battesimo del nipote.

Conclude mons. Pennisi che "Non possono essere ammessi all’incarico di padrino di battesimo e di cresima coloro che si sono resi colpevoli di reati disonorevoli o che con il loro comportamento provocano scandalo; coloro che appartengono ad associazioni di stampo mafioso - chiosa il Prelato - o ad associazioni più o meno segrete contrarie ai valori evangelici e hanno avuto sentenza di condanna per delitti non colposi passata in giudicato".

Pennisi non è nuovo a tali prese di posizione. Già nel 2014, sempre con decreto esecutivo, dava disposizioni alle confraternite della Diocesi in merito a modalità di esclusione per i facenti parte a - anche indorettamente - a organizzazioni criminali.


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