In un'intervista esclusiva per Lpl News24, P. Giovanni Cavalcoli, spiega il perché di un accanimento mediatico nei suoi confronti, il suo punto di vista sul pontificato troppo "misericordista" di Papa Francesco e dei conflitti interni che la Chiesa "non riesce a sanare". Sul caso Collins? "Nell’episcopato c'è una specie di mafia".
Nato a Ravenna, classe 1941, filosofo, socio della Pontificia Accademia Teologica Romana, nell’Ordine Domenicano dal 1971, e ordinato sacerdote dal 1976; dal 2011 è docente emerito di Teologia Dogmatica presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna e di Metafisica nello Studio Filosofico Domenicano di Bologna. Diamo il Benvenuto a P. Giovanni Cavalcoli, che in esclusiva si racconta per i nostri lettori.
P. Cavalcoli, Papa Francesco ha concluso il suo primo quadriennio alla guida della Chiesa cattolica. Come giudica il suo pontificato?
"Si sforza di promuovere le dottrine del Concilio Vaticano II e di portarne avanti le riforme, e questo è certamente positivo; si impegna soprattutto nei diritti umani, nella giustizia sociale, nell’ecumenismo, e nel dialogo interreligioso, ma non riesce a correggere l’orientamento pastorale buonista del Concilio. Anzi lo sta accentuando con la tendenza misericordista, quando invece bisognerebbe che il papato ritrovasse l’energia e la prudenza necessarie per reintrodurre quella disciplina che, stante la caparbietà umana, è necessaria per confutare le eresie, correggere i costumi, assicurare la pace nella Chiesa ed opporsi agli attacchi e alle insidie che vengono dal mondo. Non riesce a sanare i conflitti interni nella Chiesa tra modernisti e lefevriani, troppo indulgente verso i primi e troppo severo verso i secondi. Si sente il bisogno di un progresso nella fedeltà e nella continuità dei valori essenziali".
A mente lucida, a distanza di parecchi mesi dalle note vicende che hanno coinvolto la sua persona, come giudica l’accanimento mediatico a lei riservato, specie alla luce della revoca della sospensione parzialmente a divinis?
"Sono stato vittima dei misericordisti, aizzati dai gay, i quali sostengono che Dio è sempre e solo dolcezza e negano l’esistenza dei castighi divini. E’ il Dio liberale di Pannella, che ci lascia fare tutto quello che vogliamo, per cui, se qualcuno si azzarda a suscitare il santo timor di Dio, ricorda il valore salvifico dei richiami divini e che la sodomia è un peccato contro natura, punibile – come ci narra la stessa Bibbia - anche con catastrofi naturali, benché siano coinvolti anche innocenti, si scagliano contro il povero teologo o profeta, che essi castigano senza misericordia, fosse anche, come nel mio caso, un docente emerito in una Facoltà pontificia ed accademico pontificio".
Filosofo, metafisico e teologo dogmatico, P. Cavalcoli, che idea si è fatto sulle recenti dimissioni di Marie Collins da membro della Commissione Pontificia per la protezione dei minori?
"Essa aveva proposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede l’istituzione di un tribunale che giudicasse dei vescovi complici dei preti pedofili. Effettivamente, in chi è complice di questi misfatti, si possono verificare gli estremi del reato di eresia in teologia morale. Ma, come è noto, la Congregazione non ha accettato la proposta. Da qui le dimissioni della Collins. Qui cade opportuno rilevare che il male più grave – la “piaga”, direbbe il Beato Rosmini - della Chiesa di oggi è la crisi di fede nell’episcopato. Ci sono naturalmente i vescovi fedeli alla sana dottrina, ma di alcuni i mass-media modernisti non parlano, mentre altri non hanno il coraggio di esporsi e di parlare. C’è nell’episcopato – è doloroso doverlo dire – una specie di mafia, ossia un condizionamento modernista, longa manus della massoneria, che li seduce, li intimidisce e li spinge a disobbedire al magistero pontificio, al fine di conservare il potere e di non perdere la stima del mondo. Magari si proclamano contro i “conservatori”, ma la sedia se la tengono ben stretta. Per loro non ci sono valori “non negoziabili”: tutto può essere negoziato, anche l’anima, pur di conservare il potere. Essi, che dovrebbero essere maestri della fede, sono in realtà dei mercenari, che, all’arrivo del lupo, sempre che se ne accorgano, fuggono (Gv 10,12) o fingono di non vedere, o “perdonano” il lupo".
Il dibattito sull’amministrazione del sacramento eucaristico alla luce di Amoris Laetitia, ritiene che sia costruttivo? A seguito dei “Dubia” sollevati dai cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner, secondo il suo punto di vista, la Chiesa, come deve muoversi per fare chiarezza?
"E’ costruttivo nella misura in cui sviluppa, chiarisce o spiega la ricca tematica dell’importante documento pontificio. Lo è anche in quanto cerca di interpretare in bonam partem alcune frasi, che potrebbero far pensare a errori dogmatici, ma che non possono esistere nel magistero papale, quale che sia il Papa in discussione. E’ pertanto errata l’interpretazione dei lefevriani, che vorrebbero rintracciare errori dogmatici nell’Amoris Laetitia, così come è errata l’interpretazione dei modernisti, i quali vorrebbero rintracciare nel documento una messa in discussione dell’indissolubilità del matrimonio. Errata è anche la loro interpretazione, secondo la quale il Papa concederebbe la Comunione ai divorziati risposati. Egli, semplicemente, nella nota 351, ne avanza la possibilità nel futuro. La retta interpretazione è quella dei Card. Müller e Schönborn. Il Card. Coccopalmerio di recente ha mostrato come questa eventualità potrebbe diventare legge. I quattro Cardinali chiedono chiarimenti e, secondo me, il Papa dovrebbe rispondere. Ma il Card. Burke ha sbagliato nella sua ventilata pretesa di “correggere” il Papa dal punto d vista dottrinale".
In una recente intervista, mons. Negri ha gettato ombre sulla “rinuncia” di Papa Benedetto XVI, facendo riferimento a possibili ingerenze interne ed esterne al Vaticano. Lei cosa ne pensa?
"Se ciò che si riferisce sulle dichiarazioni di Mons.Negri corrisponde a verità, sono dell’opinione che Papa Benedetto si sia trovato di fronte all’incapacità di governare una Chiesa, dove spadroneggiano i modernisti. Il complotto da parte dell’entourage di Obama mi pare del tutto insostenibile".
Intervista di Dario Cataldo
Nato a Ravenna, classe 1941, filosofo, socio della Pontificia Accademia Teologica Romana, nell’Ordine Domenicano dal 1971, e ordinato sacerdote dal 1976; dal 2011 è docente emerito di Teologia Dogmatica presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna e di Metafisica nello Studio Filosofico Domenicano di Bologna. Diamo il Benvenuto a P. Giovanni Cavalcoli, che in esclusiva si racconta per i nostri lettori.
P. Cavalcoli, Papa Francesco ha concluso il suo primo quadriennio alla guida della Chiesa cattolica. Come giudica il suo pontificato?
"Si sforza di promuovere le dottrine del Concilio Vaticano II e di portarne avanti le riforme, e questo è certamente positivo; si impegna soprattutto nei diritti umani, nella giustizia sociale, nell’ecumenismo, e nel dialogo interreligioso, ma non riesce a correggere l’orientamento pastorale buonista del Concilio. Anzi lo sta accentuando con la tendenza misericordista, quando invece bisognerebbe che il papato ritrovasse l’energia e la prudenza necessarie per reintrodurre quella disciplina che, stante la caparbietà umana, è necessaria per confutare le eresie, correggere i costumi, assicurare la pace nella Chiesa ed opporsi agli attacchi e alle insidie che vengono dal mondo. Non riesce a sanare i conflitti interni nella Chiesa tra modernisti e lefevriani, troppo indulgente verso i primi e troppo severo verso i secondi. Si sente il bisogno di un progresso nella fedeltà e nella continuità dei valori essenziali".
A mente lucida, a distanza di parecchi mesi dalle note vicende che hanno coinvolto la sua persona, come giudica l’accanimento mediatico a lei riservato, specie alla luce della revoca della sospensione parzialmente a divinis?
"Sono stato vittima dei misericordisti, aizzati dai gay, i quali sostengono che Dio è sempre e solo dolcezza e negano l’esistenza dei castighi divini. E’ il Dio liberale di Pannella, che ci lascia fare tutto quello che vogliamo, per cui, se qualcuno si azzarda a suscitare il santo timor di Dio, ricorda il valore salvifico dei richiami divini e che la sodomia è un peccato contro natura, punibile – come ci narra la stessa Bibbia - anche con catastrofi naturali, benché siano coinvolti anche innocenti, si scagliano contro il povero teologo o profeta, che essi castigano senza misericordia, fosse anche, come nel mio caso, un docente emerito in una Facoltà pontificia ed accademico pontificio".
Filosofo, metafisico e teologo dogmatico, P. Cavalcoli, che idea si è fatto sulle recenti dimissioni di Marie Collins da membro della Commissione Pontificia per la protezione dei minori?
"Essa aveva proposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede l’istituzione di un tribunale che giudicasse dei vescovi complici dei preti pedofili. Effettivamente, in chi è complice di questi misfatti, si possono verificare gli estremi del reato di eresia in teologia morale. Ma, come è noto, la Congregazione non ha accettato la proposta. Da qui le dimissioni della Collins. Qui cade opportuno rilevare che il male più grave – la “piaga”, direbbe il Beato Rosmini - della Chiesa di oggi è la crisi di fede nell’episcopato. Ci sono naturalmente i vescovi fedeli alla sana dottrina, ma di alcuni i mass-media modernisti non parlano, mentre altri non hanno il coraggio di esporsi e di parlare. C’è nell’episcopato – è doloroso doverlo dire – una specie di mafia, ossia un condizionamento modernista, longa manus della massoneria, che li seduce, li intimidisce e li spinge a disobbedire al magistero pontificio, al fine di conservare il potere e di non perdere la stima del mondo. Magari si proclamano contro i “conservatori”, ma la sedia se la tengono ben stretta. Per loro non ci sono valori “non negoziabili”: tutto può essere negoziato, anche l’anima, pur di conservare il potere. Essi, che dovrebbero essere maestri della fede, sono in realtà dei mercenari, che, all’arrivo del lupo, sempre che se ne accorgano, fuggono (Gv 10,12) o fingono di non vedere, o “perdonano” il lupo".
Il dibattito sull’amministrazione del sacramento eucaristico alla luce di Amoris Laetitia, ritiene che sia costruttivo? A seguito dei “Dubia” sollevati dai cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner, secondo il suo punto di vista, la Chiesa, come deve muoversi per fare chiarezza?
"E’ costruttivo nella misura in cui sviluppa, chiarisce o spiega la ricca tematica dell’importante documento pontificio. Lo è anche in quanto cerca di interpretare in bonam partem alcune frasi, che potrebbero far pensare a errori dogmatici, ma che non possono esistere nel magistero papale, quale che sia il Papa in discussione. E’ pertanto errata l’interpretazione dei lefevriani, che vorrebbero rintracciare errori dogmatici nell’Amoris Laetitia, così come è errata l’interpretazione dei modernisti, i quali vorrebbero rintracciare nel documento una messa in discussione dell’indissolubilità del matrimonio. Errata è anche la loro interpretazione, secondo la quale il Papa concederebbe la Comunione ai divorziati risposati. Egli, semplicemente, nella nota 351, ne avanza la possibilità nel futuro. La retta interpretazione è quella dei Card. Müller e Schönborn. Il Card. Coccopalmerio di recente ha mostrato come questa eventualità potrebbe diventare legge. I quattro Cardinali chiedono chiarimenti e, secondo me, il Papa dovrebbe rispondere. Ma il Card. Burke ha sbagliato nella sua ventilata pretesa di “correggere” il Papa dal punto d vista dottrinale".
In una recente intervista, mons. Negri ha gettato ombre sulla “rinuncia” di Papa Benedetto XVI, facendo riferimento a possibili ingerenze interne ed esterne al Vaticano. Lei cosa ne pensa?
"Se ciò che si riferisce sulle dichiarazioni di Mons.Negri corrisponde a verità, sono dell’opinione che Papa Benedetto si sia trovato di fronte all’incapacità di governare una Chiesa, dove spadroneggiano i modernisti. Il complotto da parte dell’entourage di Obama mi pare del tutto insostenibile".
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