L'Arcivescovo di Agrigento si unisce alle celebrazioni dei Quattro anni di Pontificato di Papa Francesco, facendo un bilancio e ricordando la visita a Lampedusa, emblema di una spinta missionaria che contraddistingue il suo mandato.
Agli auguri per un quadriennio ricco di colpi di scena, di stravolgimenti del protocollo e di viaggi nei punti più disparati del pianeta, si aggiunge quello del card. Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento. Dichiara il porporato: "Un po’ alla volta sono venute fuori quelle qualità, quello stile, quelle modalità di cui alcuni argentini mi parlavano e che buona parte stanno apprezzando. Oggi possiamo dire che è stato sorprendente”.
Nel concistoro del 14 febbraio 2015, fu lo stesso Papa Francesco che lo creò cardinale, in continuazione con la nomina alla guida della diocesi agrigentina, voluta da Papa Benedetto XVI, il 23 febbraio 2008. In un'intervista al settimanale diocesano "L'Amico del popolo", il card. Montenegro parla di un ricordo speciale del Pontefice: la sua visita a Lampedusa. Per l'occasione "mise, come in un pentagramma, la chiave di lettura delle note che sarebbero venute dopo. A Lampedusa - continua il Prelato - ho avuto l’impressione che fosse anche un profeta e che, come Mosè, indicasse a tutti la strada da prendere".
Su Papa Francesco, che il Cardinale ritiene "inquietante, che continuamente ha una proposta nuova da farti. Che conosce e ama la gente e che parla il linguaggio della gente”, non ci sono mezze misure, metri di giudizio convenzionali o etichette con cui catalogarlo. Conclude Montenegro: "Ci sta parlando di tutto e di tutti, ci sta scuotendo mettendoci davanti la figura di quel Dio che è padre misericordioso. Anche quando dice cose grandi, che potrebbero sembrare pesanti, sono dette con il tono e la voce di un amico che sa che vuole prenderti per mano".
Agli auguri per un quadriennio ricco di colpi di scena, di stravolgimenti del protocollo e di viaggi nei punti più disparati del pianeta, si aggiunge quello del card. Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento. Dichiara il porporato: "Un po’ alla volta sono venute fuori quelle qualità, quello stile, quelle modalità di cui alcuni argentini mi parlavano e che buona parte stanno apprezzando. Oggi possiamo dire che è stato sorprendente”.
Nel concistoro del 14 febbraio 2015, fu lo stesso Papa Francesco che lo creò cardinale, in continuazione con la nomina alla guida della diocesi agrigentina, voluta da Papa Benedetto XVI, il 23 febbraio 2008. In un'intervista al settimanale diocesano "L'Amico del popolo", il card. Montenegro parla di un ricordo speciale del Pontefice: la sua visita a Lampedusa. Per l'occasione "mise, come in un pentagramma, la chiave di lettura delle note che sarebbero venute dopo. A Lampedusa - continua il Prelato - ho avuto l’impressione che fosse anche un profeta e che, come Mosè, indicasse a tutti la strada da prendere".
Su Papa Francesco, che il Cardinale ritiene "inquietante, che continuamente ha una proposta nuova da farti. Che conosce e ama la gente e che parla il linguaggio della gente”, non ci sono mezze misure, metri di giudizio convenzionali o etichette con cui catalogarlo. Conclude Montenegro: "Ci sta parlando di tutto e di tutti, ci sta scuotendo mettendoci davanti la figura di quel Dio che è padre misericordioso. Anche quando dice cose grandi, che potrebbero sembrare pesanti, sono dette con il tono e la voce di un amico che sa che vuole prenderti per mano".
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