martedì, aprile 18, 2017
I pesticidi utilizzati in agricoltura provocano ogni anno 200.000 morti nel mondo, quasi tutti nei paesi in via di sviluppo.

InformaSalus - Il drammatico dato emerge da un rapporto degli inviati speciali dell'Onu per il Diritto al cibo, Hilal Elver, e per le Sostanze tossiche, Baskut Tuncak, presentato al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. Secondo il rapporto, inoltre, i pesticidi non sono necessari per garantire l'aumento della produzione agricola per una popolazione in crescita.

"I pesticidi – si legge nel documento - sono responsabili per un numero stimato di 200.000 decessi all'anno per avvelenamento acuto, il 99% dei quali avvengono nei paesi in via di sviluppo". Tuttavia, prosegue il rapporto "si ritiene comunemente che l'agricoltura intensiva industriale, che si basa pesantemente sui pesticidi, sia necessaria per aumentare i raccolti per sfamare una popolazione mondiale in crescita". Una convinzione sbagliata, secondo gli inviati dell'Onu: "Nei 50 anni passati, la popolazione globale è più che raddoppiata, mentre la terra arabile disponibile è aumentata solo del 10%".

L'Onu ricorda poi i danni dei pesticidi, ormai dimostrati scientificamente: inquinano l'ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l'ecosistema alterando il rapporto fra prede e predatori, limitano la biodiversità.

Tuttavia, malgrado le evidenze, le aziende del settore agricolo e dei pesticidi hanno adottato "una negazione sistematica della grandezza del danno portato da queste sostanze chimiche, e tecniche di marketing aggressive e non etiche rimangono incontrastate".

Per l'Onu "un trattato generale che regoli i pesticidi altamente pericolosi non esiste". Eppure, "senza, o con un uso minimo di sostanze chimiche tossiche, è possibile produrre cibo nutriente e più sano, senza inquinare o esaurire le risorse ambientali".


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