Dio è sempre fedele alla sua alleanza: è stato fedele con Abramo e alla salvezza promessa in suo Figlio Gesù.
Radio Vaticana - Così il Papa nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta. Francesco esorta a fermarsi oggi, per dieci minuti, e pensare alla propria storia per scoprire la bellezza dell’amore di Dio, anche nelle prove. Il servizio di Debora Donnini:
Abramo, al centro della liturgia odierna, è la figura attorno alla quale si snoda l’omelia di Francesco. Nella Prima lettura si narra, infatti, dell’alleanza che Dio fece con Abramo, chiamato “padre” da Gesù e dai farisei, nel Vangelo di oggi, perché è colui che iniziò a generare “questo popolo che oggi è la Chiesa”.
Abramo, si fida, obbedisce, quando viene chiamato ad andarsene in un’altra terra che avrebbe ricevuto in eredità.
Abramo, uomo di fede, sperimenta che Dio non lo aveva ingannato
Uomo di fede e di speranza, crede quando gli viene detto che avrebbe avuto un figlio “a 100 anni”, con “la moglie sterile”, "credette contro ogni speranza". “Se qualcuno cercasse di fare la descrizione della vita di Abramo, potrebbe dire: ‘Questo è un sognatore’”, nota il Papa. E qualcosa del sognatore aveva, ma di “quel sogno della speranza”, non era un pazzo, spiega:
“Messo alla prova, dopo avere avuto il figlio, figlio ragazzo, adolescente, gli viene chiesto di offrirlo in sacrificio: obbedì e andò avanti contro ogni speranza. E questo è nostro padre Abramo, che va avanti, avanti, avanti, e quando Gesù dice che Abramo vide il suo giorno, vide Gesù, fu pieno di gioia. Sì: vide in promessa quello e quella gioia di vedere la pienezza della promessa dell’alleanza, la gioia di vedere che Dio non lo aveva ingannato, che Dio – come abbiamo pregato nel cantico interlezionale – è sempre fedele alla sua alleanza”.
Lo stesso Salmo responsoriale invita a ricordare i Suoi prodigi. Questo per noi, stirpe di Abramo, è come quando pensiamo a nostro padre che se ne è andato, e ricordiamo “le cose buone di papà” e pensiamo: “Ma è grande papà!”.
Abramo obbedisce e crede contro ogni speranza
Il patto, da parte di Abramo, consiste nell’aver obbedito “sempre”, prosegue Francesco. Da parte di Dio, la promessa è di renderlo “padre di una moltitudine di nazioni”. “Non ti chiamerai più Abram ma Abramo” gli dice il Signore. Poi in un altro dialogo, sempre nel libro della Genesi, Dio gli dice che la sua discendenza sarà numerosa come le stelle del cielo e la sabbia che è sulla riva del mare. E oggi noi “possiamo dire”: “Io sono una di quelle stelle. Io sono un granello della sabbia”.
Guardare la storia: siamo un popolo
Fra Abramo e noi, c’è quindi l’altra storia, dice il Papa, la storia del Padre dei Cieli e di Gesù. Questo è il grande messaggio e la Chiesa oggi invita proprio a fermarsi e a guardare le “nostre radici”, “nostro padre” che “ci ha fatto popolo, cielo pieno di stelle, spiagge piene di granelli di sabbia”:
“Guardare la storia: io non sono solo, sono un popolo. Andiamo insieme. La Chiesa è un popolo. Ma un popolo sognato da Dio, un popolo che ha dato un padre sulla Terra che obbedì, e abbiamo un fratello che ha dato la sua vita per noi, per farci popolo. E così possiamo guardare il Padre, ringraziare; guardare Gesù, ringraziare; e guardare Abramo e noi, che siamo parte del cammino”.
Fermarsi per scoprire, anche in mezzo alle cose brutte, la bellezza dell'amore di Dio
Francesco invita dunque a fare di oggi “un giorno di memoria”, evidenziando che “in questa grande storia, nella cornice di Dio e Gesù, c’è la piccola storia di ognuno di noi”:
“Vi invito a prendere, oggi, cinque minuti, dieci minuti, seduti, senza radio, senza tv; seduti, e pensare alla propria storia: le benedizioni e i guai, tutto. Le grazie e i peccati: tutto. E guardare lì la fedeltà di quel Dio che è rimasto fedele alla sua alleanza, è rimasto fedele alla promessa che aveva fatto ad Abramo, è rimasto fedele alla salvezza che aveva promesso in suo Figlio Gesù. Sono sicuro che in mezzo alle cose forse brutte – perché tutti ne abbiamo, tante cose brutte, nella vita – se oggi facciamo questo, scopriremo la bellezza dell’amore di Dio, la bellezza della sua misericordia, la bellezza della speranza. E sono sicuro che tutti noi saremo pieni di gioia”.
Abramo, al centro della liturgia odierna, è la figura attorno alla quale si snoda l’omelia di Francesco. Nella Prima lettura si narra, infatti, dell’alleanza che Dio fece con Abramo, chiamato “padre” da Gesù e dai farisei, nel Vangelo di oggi, perché è colui che iniziò a generare “questo popolo che oggi è la Chiesa”.
Abramo, si fida, obbedisce, quando viene chiamato ad andarsene in un’altra terra che avrebbe ricevuto in eredità.
Abramo, uomo di fede, sperimenta che Dio non lo aveva ingannato
Uomo di fede e di speranza, crede quando gli viene detto che avrebbe avuto un figlio “a 100 anni”, con “la moglie sterile”, "credette contro ogni speranza". “Se qualcuno cercasse di fare la descrizione della vita di Abramo, potrebbe dire: ‘Questo è un sognatore’”, nota il Papa. E qualcosa del sognatore aveva, ma di “quel sogno della speranza”, non era un pazzo, spiega:
“Messo alla prova, dopo avere avuto il figlio, figlio ragazzo, adolescente, gli viene chiesto di offrirlo in sacrificio: obbedì e andò avanti contro ogni speranza. E questo è nostro padre Abramo, che va avanti, avanti, avanti, e quando Gesù dice che Abramo vide il suo giorno, vide Gesù, fu pieno di gioia. Sì: vide in promessa quello e quella gioia di vedere la pienezza della promessa dell’alleanza, la gioia di vedere che Dio non lo aveva ingannato, che Dio – come abbiamo pregato nel cantico interlezionale – è sempre fedele alla sua alleanza”.
Lo stesso Salmo responsoriale invita a ricordare i Suoi prodigi. Questo per noi, stirpe di Abramo, è come quando pensiamo a nostro padre che se ne è andato, e ricordiamo “le cose buone di papà” e pensiamo: “Ma è grande papà!”.
Abramo obbedisce e crede contro ogni speranza
Il patto, da parte di Abramo, consiste nell’aver obbedito “sempre”, prosegue Francesco. Da parte di Dio, la promessa è di renderlo “padre di una moltitudine di nazioni”. “Non ti chiamerai più Abram ma Abramo” gli dice il Signore. Poi in un altro dialogo, sempre nel libro della Genesi, Dio gli dice che la sua discendenza sarà numerosa come le stelle del cielo e la sabbia che è sulla riva del mare. E oggi noi “possiamo dire”: “Io sono una di quelle stelle. Io sono un granello della sabbia”.
Guardare la storia: siamo un popolo
Fra Abramo e noi, c’è quindi l’altra storia, dice il Papa, la storia del Padre dei Cieli e di Gesù. Questo è il grande messaggio e la Chiesa oggi invita proprio a fermarsi e a guardare le “nostre radici”, “nostro padre” che “ci ha fatto popolo, cielo pieno di stelle, spiagge piene di granelli di sabbia”:
“Guardare la storia: io non sono solo, sono un popolo. Andiamo insieme. La Chiesa è un popolo. Ma un popolo sognato da Dio, un popolo che ha dato un padre sulla Terra che obbedì, e abbiamo un fratello che ha dato la sua vita per noi, per farci popolo. E così possiamo guardare il Padre, ringraziare; guardare Gesù, ringraziare; e guardare Abramo e noi, che siamo parte del cammino”.
Fermarsi per scoprire, anche in mezzo alle cose brutte, la bellezza dell'amore di Dio
Francesco invita dunque a fare di oggi “un giorno di memoria”, evidenziando che “in questa grande storia, nella cornice di Dio e Gesù, c’è la piccola storia di ognuno di noi”:
“Vi invito a prendere, oggi, cinque minuti, dieci minuti, seduti, senza radio, senza tv; seduti, e pensare alla propria storia: le benedizioni e i guai, tutto. Le grazie e i peccati: tutto. E guardare lì la fedeltà di quel Dio che è rimasto fedele alla sua alleanza, è rimasto fedele alla promessa che aveva fatto ad Abramo, è rimasto fedele alla salvezza che aveva promesso in suo Figlio Gesù. Sono sicuro che in mezzo alle cose forse brutte – perché tutti ne abbiamo, tante cose brutte, nella vita – se oggi facciamo questo, scopriremo la bellezza dell’amore di Dio, la bellezza della sua misericordia, la bellezza della speranza. E sono sicuro che tutti noi saremo pieni di gioia”.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.