Noleggio e car sharing protagonisti della smart mobility. Ma restano alcune rigidità
GreenReport -L’Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici di Confindustria (Aniasa) ha presentato il rapporto “Il Car Sharing in Italia: soluzione tattica o alternativa strategica?” dal quale emerge che «L’ininterrotta crescita dei servizi di noleggio veicoli e car sharing conferma l’evoluzione della mobilità italiana dalla proprietà alla formula “on demand”. Nei primi mesi del 2017 quasi 1 auto su 4 è stata immatricolata a noleggio. Ogni giorno per ragioni di business e turismo 674.000 persone utilizzano i servizi del noleggio a lungo termine, 89.000 quelli del noleggio a breve termine e oltre 17.000 quelli di car sharing .
Un ulteriore contributo al rinnovo del vetusto parco circolante nazionale, con positive ricadute ambientali e di sicurezza della circolazione, potrebbe venire da una configurazione strutturale del superammortamento e da un’estensione dell’iperammortamento ai veicoli a basse emissioni e alle infrastrutture di ricarica elettrica».
Aniasa sottolinea che «Le attività di noleggio veicoli, reduci da un biennio di aumenti a doppia cifra (+18% nel 2014 e +22% nel 2015), hanno registrato anche nel 2016 una forte crescita delle immatricolazioni: quasi 375 mila nuove targhe tra auto e veicoli commerciali. Il giro d’affari del settore ha superato la cifra record di 6 miliardi di euro, in espansione del 10% rispetto al 2015, con una flotta complessiva che ha sfiorato le 800.000 unità, pari a 100.000 veicoli in più sull’anno precedente. Tutto ciò ha portato il settore a incidere come mai prima d’ora sul mercato automotive: lo scorso anno, in Italia, più di un’auto su cinque è stata immatricolata ad uso noleggio. Questi risultati sono frutto di varie dinamiche convergenti: la crescente domanda di mobilità turistica e di business, il rinnovo e l’ampliamento delle flotte aziendali, la spinta dei veicoli commerciali trainati dal boom dell’e-commerce, la nuova clientela nell’area delle micro-imprese, dei professionisti e dei consumatori privati, cui si è aggiunto il noleggio mid-term (la disponibilità dei veicoli da un mese a un anno) e i benefici effetti determinati dalla misura del superammortamento».
Un trend di crescita sta proseguendo nel 2017, che ha visto un aumento delle immatricolazioni nel primo trimestre, facendo salire al 24,5% la quota noleggio sul totale delle auto immatricolate, un aumento del 15,6% del giro d’affari complessivo delle attività di noleggio a lungo e breve termine e una flotta vicina a superare gli 800.000 veicoli.
Secondo il presidente Aniasa Andrea Cardinali, «L’accelerazione dello sviluppo del settore del noleggio veicoli e del car sharing”, “da un lato conferma la centralità delle quattro ruote nel sistema di trasporto nazionale, e dall’altro evidenzia il passaggio graduale da un modello di mobilità individuale fondato sulla proprietà del bene ad uno basato sulla condivisione. Nel 2016 l’utilizzo della leva fiscale con il superammortamento ha dato risultati positivi per la mobilità delle aziende, con benefici netti per l’Erario notevolmente superiori al valore delle agevolazioni. Una conferma strutturale di questa misura, attualmente prevista fino a metà del 2018, e un ampliamento dell’iperammortamento alle motorizzazioni più ecologiche ed alle reti di ricarica elettrica, avvierebbe un circolo virtuoso di rinnovo del parco circolante simile a quello già in corso in altri Paesi Europei, immettendo sulle strade veicoli più sicuri e con minori emissioni».
Quindi, il car sharing è sempre più diffuso in diverse città d’Italia, ma è ancora utilizzato come strumento di mobilità saltuario e sporadico, in alternativa all’auto di proprietà e, ancora di più, al trasporto pubblico.
Il rapporto spiega che «L’utente tipo, maschio, 38 anni, è pendolare e lo utilizza per raggiungere il lavoro; possiede in media 2,8 tessere e se ne serve senza preferenze per particolari operatori o modelli, verificando la disponibilità del veicolo più vicino. Grazie all’auto condivisa, quasi 2 utenti su 10 hanno già rinunciato all’auto di proprietà, che presenta costi di gestione più onerosi rispetto al car sharing per percorrenze annue medio/basse (fino a 8.300 Km/anno, per un’auto di medie dimensioni). Oltre metà degli utilizzatori viaggia in compagnia di una o più persone, abbattendo ulteriormente i costi sostenuti. Ogni auto condivisa toglie dalla strada fino a 9 vetture in proprietà».
Secondo Aniasa, «Per trasformare il car sharing da alternativa tattica a soluzione strategica per la mobilità urbana, le Istituzioni nazionali e locali dovrebbero uniformare la normativa sul settore e rendere omogenee le condizioni di utilizzo nelle città».
Anche se i dati testimonino lo sviluppo costante del car sharing in città, Per Cardinali «Restano alcune rigidità che rischiano di ingessare un mercato fortemente dinamico, con enormi potenzialità di sviluppo per la mobilità, urbana e non solo. Manca innanzitutto una definizione normativa di vehicle sharing, così come una cornice legislativa unica per gli operatori pubblici e privati, i quali oggi si confrontano con regolamentazioni del servizio disomogenee fra una città e l’altra, che creano anche confusione nell’utente finale specialmente quando è in trasferta. Come testimonia la ricerca, è necessario un potenziamento delle infrastrutture, prevedendo, tra l’altro, parcheggi dedicati e di scambio intermodale presso stazioni ferroviarie e della metropolitana, centri commerciali, poli universitari e ospedalieri: vere e proprie ‘isole della mobilità’ dove l’utente possa cambiare mezzo di trasporto in modo agevole, e soprattutto garantito.
Gianluca Di Loreto, principal di Bain & Company, l’agenzia di consulenza che ha redatto il rapporto, conclude: «La ricerca dimostra come il Car Sharing sia il frutto di esigenze diverse che trovano nella flessibilità e praticità del servizio una risposta che il trasporto pubblico oggi non riesce a dare. Su queste diverse esigenze gli operatori possono trovare il proprio spazio di manovra ed il proprio posizionamento strategico. Perché il car sharing diventi una vera alternativa è però necessario che esso si integri pienamente nel sistema mobilità, grazie ad una maggiore sinergia tra pubblico e privato».
GreenReport -L’Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici di Confindustria (Aniasa) ha presentato il rapporto “Il Car Sharing in Italia: soluzione tattica o alternativa strategica?” dal quale emerge che «L’ininterrotta crescita dei servizi di noleggio veicoli e car sharing conferma l’evoluzione della mobilità italiana dalla proprietà alla formula “on demand”. Nei primi mesi del 2017 quasi 1 auto su 4 è stata immatricolata a noleggio. Ogni giorno per ragioni di business e turismo 674.000 persone utilizzano i servizi del noleggio a lungo termine, 89.000 quelli del noleggio a breve termine e oltre 17.000 quelli di car sharing .
Un ulteriore contributo al rinnovo del vetusto parco circolante nazionale, con positive ricadute ambientali e di sicurezza della circolazione, potrebbe venire da una configurazione strutturale del superammortamento e da un’estensione dell’iperammortamento ai veicoli a basse emissioni e alle infrastrutture di ricarica elettrica».
Aniasa sottolinea che «Le attività di noleggio veicoli, reduci da un biennio di aumenti a doppia cifra (+18% nel 2014 e +22% nel 2015), hanno registrato anche nel 2016 una forte crescita delle immatricolazioni: quasi 375 mila nuove targhe tra auto e veicoli commerciali. Il giro d’affari del settore ha superato la cifra record di 6 miliardi di euro, in espansione del 10% rispetto al 2015, con una flotta complessiva che ha sfiorato le 800.000 unità, pari a 100.000 veicoli in più sull’anno precedente. Tutto ciò ha portato il settore a incidere come mai prima d’ora sul mercato automotive: lo scorso anno, in Italia, più di un’auto su cinque è stata immatricolata ad uso noleggio. Questi risultati sono frutto di varie dinamiche convergenti: la crescente domanda di mobilità turistica e di business, il rinnovo e l’ampliamento delle flotte aziendali, la spinta dei veicoli commerciali trainati dal boom dell’e-commerce, la nuova clientela nell’area delle micro-imprese, dei professionisti e dei consumatori privati, cui si è aggiunto il noleggio mid-term (la disponibilità dei veicoli da un mese a un anno) e i benefici effetti determinati dalla misura del superammortamento».
Un trend di crescita sta proseguendo nel 2017, che ha visto un aumento delle immatricolazioni nel primo trimestre, facendo salire al 24,5% la quota noleggio sul totale delle auto immatricolate, un aumento del 15,6% del giro d’affari complessivo delle attività di noleggio a lungo e breve termine e una flotta vicina a superare gli 800.000 veicoli.
Secondo il presidente Aniasa Andrea Cardinali, «L’accelerazione dello sviluppo del settore del noleggio veicoli e del car sharing”, “da un lato conferma la centralità delle quattro ruote nel sistema di trasporto nazionale, e dall’altro evidenzia il passaggio graduale da un modello di mobilità individuale fondato sulla proprietà del bene ad uno basato sulla condivisione. Nel 2016 l’utilizzo della leva fiscale con il superammortamento ha dato risultati positivi per la mobilità delle aziende, con benefici netti per l’Erario notevolmente superiori al valore delle agevolazioni. Una conferma strutturale di questa misura, attualmente prevista fino a metà del 2018, e un ampliamento dell’iperammortamento alle motorizzazioni più ecologiche ed alle reti di ricarica elettrica, avvierebbe un circolo virtuoso di rinnovo del parco circolante simile a quello già in corso in altri Paesi Europei, immettendo sulle strade veicoli più sicuri e con minori emissioni».
Quindi, il car sharing è sempre più diffuso in diverse città d’Italia, ma è ancora utilizzato come strumento di mobilità saltuario e sporadico, in alternativa all’auto di proprietà e, ancora di più, al trasporto pubblico.
Il rapporto spiega che «L’utente tipo, maschio, 38 anni, è pendolare e lo utilizza per raggiungere il lavoro; possiede in media 2,8 tessere e se ne serve senza preferenze per particolari operatori o modelli, verificando la disponibilità del veicolo più vicino. Grazie all’auto condivisa, quasi 2 utenti su 10 hanno già rinunciato all’auto di proprietà, che presenta costi di gestione più onerosi rispetto al car sharing per percorrenze annue medio/basse (fino a 8.300 Km/anno, per un’auto di medie dimensioni). Oltre metà degli utilizzatori viaggia in compagnia di una o più persone, abbattendo ulteriormente i costi sostenuti. Ogni auto condivisa toglie dalla strada fino a 9 vetture in proprietà».
Secondo Aniasa, «Per trasformare il car sharing da alternativa tattica a soluzione strategica per la mobilità urbana, le Istituzioni nazionali e locali dovrebbero uniformare la normativa sul settore e rendere omogenee le condizioni di utilizzo nelle città».
Anche se i dati testimonino lo sviluppo costante del car sharing in città, Per Cardinali «Restano alcune rigidità che rischiano di ingessare un mercato fortemente dinamico, con enormi potenzialità di sviluppo per la mobilità, urbana e non solo. Manca innanzitutto una definizione normativa di vehicle sharing, così come una cornice legislativa unica per gli operatori pubblici e privati, i quali oggi si confrontano con regolamentazioni del servizio disomogenee fra una città e l’altra, che creano anche confusione nell’utente finale specialmente quando è in trasferta. Come testimonia la ricerca, è necessario un potenziamento delle infrastrutture, prevedendo, tra l’altro, parcheggi dedicati e di scambio intermodale presso stazioni ferroviarie e della metropolitana, centri commerciali, poli universitari e ospedalieri: vere e proprie ‘isole della mobilità’ dove l’utente possa cambiare mezzo di trasporto in modo agevole, e soprattutto garantito.
Gianluca Di Loreto, principal di Bain & Company, l’agenzia di consulenza che ha redatto il rapporto, conclude: «La ricerca dimostra come il Car Sharing sia il frutto di esigenze diverse che trovano nella flessibilità e praticità del servizio una risposta che il trasporto pubblico oggi non riesce a dare. Su queste diverse esigenze gli operatori possono trovare il proprio spazio di manovra ed il proprio posizionamento strategico. Perché il car sharing diventi una vera alternativa è però necessario che esso si integri pienamente nel sistema mobilità, grazie ad una maggiore sinergia tra pubblico e privato».
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