Una nuova tegola si abbatte su Donald Trump, mettendo il presidente americano in una posizione sempre più a rischio impeachment.
WSI - Secondo indiscrezione del New York Times, il presidente Usa avrebbe chiesto al direttore dell’Fbi, James Comey, di chiudere le indagini su Michael Flynn, il consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate .
Dopo il caso delle condivisioni di informazioni con la Russia, se l’indiscrezione del New York Times fosse confermata si tratterebbe di una ”prova evidente” del fatto che il presidente abbia cercato di esercitare la sua influenza sul Dipartimento di Giustizia e sull’Fbi. Si tratterebbe di tentata ostruzione alla giustizia, e soprattutto darebbe una spiegazione al licenziamento repentino di Comey.
Per la presidenza Usa è stata settimana drammatica: è iniziata con il licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey, che come ha confermato lo stesso Trump, dopo una smentita della Casa Bianca, è legato proprio all’indagine su Flynn e sui suoi rapporti con la Russia. E’ proseguita con la rivelazione del Washington Post che il presidente ha fornito al ministro degli Esteri russo informazioni top secret trasmesse agli Usa da un Paese alleato (sarebbe Israele). Ora la nuova tegola.
Pur di fronte all’ennesima smentita della Casa Bianca, c’è già chi, come il senatore indipendente Angus King, parla apertamente di reato di “intralcio alla giustizia”, una violazione passibile di impeachment. Una posizione su cui sono d’accordo molti deputati e senatori dell’opposizione democratica. Nella storia americana due presidenti sono stato oggetto di impeachment: Bill Clinton (1998) e Andrew Johnson (1868).
di Mariangela Tessa
WSI - Secondo indiscrezione del New York Times, il presidente Usa avrebbe chiesto al direttore dell’Fbi, James Comey, di chiudere le indagini su Michael Flynn, il consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate .
Dopo il caso delle condivisioni di informazioni con la Russia, se l’indiscrezione del New York Times fosse confermata si tratterebbe di una ”prova evidente” del fatto che il presidente abbia cercato di esercitare la sua influenza sul Dipartimento di Giustizia e sull’Fbi. Si tratterebbe di tentata ostruzione alla giustizia, e soprattutto darebbe una spiegazione al licenziamento repentino di Comey.
Per la presidenza Usa è stata settimana drammatica: è iniziata con il licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey, che come ha confermato lo stesso Trump, dopo una smentita della Casa Bianca, è legato proprio all’indagine su Flynn e sui suoi rapporti con la Russia. E’ proseguita con la rivelazione del Washington Post che il presidente ha fornito al ministro degli Esteri russo informazioni top secret trasmesse agli Usa da un Paese alleato (sarebbe Israele). Ora la nuova tegola.
Pur di fronte all’ennesima smentita della Casa Bianca, c’è già chi, come il senatore indipendente Angus King, parla apertamente di reato di “intralcio alla giustizia”, una violazione passibile di impeachment. Una posizione su cui sono d’accordo molti deputati e senatori dell’opposizione democratica. Nella storia americana due presidenti sono stato oggetto di impeachment: Bill Clinton (1998) e Andrew Johnson (1868).
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