Accompagnare, discernere, integrare la fragilità. Così la Comunità ecclesiale siciliana segue le indicazioni contenute nel tanto discusso Cap. VIII dell'Esortazione apostolica di Papa Francesco.
Le Chiese di Sicilia tracciano la via da seguire nel nome di quanto proposto da Papa Francesco nel capitolo VIII del documento Amoris Laetitia. Nell'Orientamento e le indicazioni rilasciate dalla Conferenza episcopale sicula, si dichiara: "Le Chiese di Sicilia hanno ricevuto con gioia l’indirizzo pastorale di Papa Francesco, espresso nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, in cui si aprono nuove prospettive all’azione pastorale nei riguardi della famiglia e, in generale, della vita affettiva umana".
Il tanto discusso cap. VIII è quello che introduce il tema del matrimonio e delle unioni fuori dal vincolo nuziale interrotto. Posto il fondamento matrimoniale, citando Amoris Laetitia (36): "Dobbiamo essere umili e realisti; abbiamo presentato un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono. Questa idealizzazione eccessiva, soprattutto quando non abbiamo risvegliato la fiducia nella grazia, non ha fatto sì che il matrimonio sia più desiderabile e attraente, ma tutto il contrario".
Su tale fondamento, la Conferenza episcopale siciliana presenta le tappe di un cammino che mira alla piena comunione. La via prevede: "L'accompagnamento pastoralmente di tutte le persone che vivono all’interno di famiglie ancora integre nella scelta coniugale", ma soprattutto alle famiglie con "eventuali crisi matrimoniali". E ancora: "Un’attenzione specifica è rivolta ai figli dei divorziati risposati, per l’insostituibile ruolo educativo dei genitori e in ragione del preminente interesse".
Altro caposaldo è il discernimento: "È compito principalmente dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento, secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del vescovo".
A seguito di un personale o congiunto discernimento, è chiesto un sincero pentimento che permetti l'accostamento ai Sacramenti. Di fatto, recita il documento della Conferenza siciliana: Il requisito per accedere ai sacramenti è il pentimento e l’impegno a percorrere un nuovo cammino, umano e spirituale, nell’attuale situazione oggettiva in cui si trova la persona, e non l’astratta perfezione".
Passo successivo è l'integrazione, la piena accoglienza nella comunità cristiana: "Il discernimento deve essere orientato a favorire anche una maggiore integrazione dei battezzati, che sono divorziati e risposati civilmente, nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo".
Soluzioni pratiche, che seguono le indicazioni del Sommo Pontefice, più che altro volute per "offrire alle Chiese di Sicilia questi Orientamenti per aiutare i presbiteri e gli operatori pastorali impegnati nel prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che desiderano percorrere un cammino di grazia e di verità.
di Dario Cataldo
Le Chiese di Sicilia tracciano la via da seguire nel nome di quanto proposto da Papa Francesco nel capitolo VIII del documento Amoris Laetitia. Nell'Orientamento e le indicazioni rilasciate dalla Conferenza episcopale sicula, si dichiara: "Le Chiese di Sicilia hanno ricevuto con gioia l’indirizzo pastorale di Papa Francesco, espresso nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, in cui si aprono nuove prospettive all’azione pastorale nei riguardi della famiglia e, in generale, della vita affettiva umana".
Il tanto discusso cap. VIII è quello che introduce il tema del matrimonio e delle unioni fuori dal vincolo nuziale interrotto. Posto il fondamento matrimoniale, citando Amoris Laetitia (36): "Dobbiamo essere umili e realisti; abbiamo presentato un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono. Questa idealizzazione eccessiva, soprattutto quando non abbiamo risvegliato la fiducia nella grazia, non ha fatto sì che il matrimonio sia più desiderabile e attraente, ma tutto il contrario".
Su tale fondamento, la Conferenza episcopale siciliana presenta le tappe di un cammino che mira alla piena comunione. La via prevede: "L'accompagnamento pastoralmente di tutte le persone che vivono all’interno di famiglie ancora integre nella scelta coniugale", ma soprattutto alle famiglie con "eventuali crisi matrimoniali". E ancora: "Un’attenzione specifica è rivolta ai figli dei divorziati risposati, per l’insostituibile ruolo educativo dei genitori e in ragione del preminente interesse".
Altro caposaldo è il discernimento: "È compito principalmente dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento, secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del vescovo".
A seguito di un personale o congiunto discernimento, è chiesto un sincero pentimento che permetti l'accostamento ai Sacramenti. Di fatto, recita il documento della Conferenza siciliana: Il requisito per accedere ai sacramenti è il pentimento e l’impegno a percorrere un nuovo cammino, umano e spirituale, nell’attuale situazione oggettiva in cui si trova la persona, e non l’astratta perfezione".
Passo successivo è l'integrazione, la piena accoglienza nella comunità cristiana: "Il discernimento deve essere orientato a favorire anche una maggiore integrazione dei battezzati, che sono divorziati e risposati civilmente, nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo".
Soluzioni pratiche, che seguono le indicazioni del Sommo Pontefice, più che altro volute per "offrire alle Chiese di Sicilia questi Orientamenti per aiutare i presbiteri e gli operatori pastorali impegnati nel prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che desiderano percorrere un cammino di grazia e di verità.
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