In 12mila i fedeli accorsi in Piazza San Pietro per la consueta udienza del mercoledì. “Per cambiare il cuore di una persona infelice bisogna abbracciarla”, afferma il Sommo Pontefice all'assemblea.
di Dario Cataldo
“Per cambiare il cuore di una persona infelice, qual è la medicina? Qual è la medicina per cambiare il cuore di una persona che non è felice?”. Con queste parole Papa Francesco ha chiesto oggi, ai 12mila fedeli presenti in piazza, per l'udienza del mercoledì, come comportarsi. La risposta è unanime, corale: “L’amore”. Scattano i complimenti del Santo Padre, che aggiunge: “Bravi tutti!”.
Un simpatico siparietto divertente, in pieno stile Bergoglio, che traina una catechesi fondamentale per il cristiano. Aggiunge Papa Francesco: “E come si fa sentire alla persona che uno la ama? Bisogna anzitutto abbracciarla - continua il Vicario di Cristo. Farle sentire che è desiderata, che è importante, e smetterà di essere triste”.
A braccio prosegue: “Amore chiama amore, in modo più forte di quanto l’odio chiami la morte. Gesù - sottolinea Francesco - non è morto e risorto per sé stesso, ma per noi, perché i nostri peccati siano perdonati. È dunque tempo di risurrezione per tutti: tempo di risollevare i poveri dallo scoraggiamento, soprattutto coloro che giacciono nel sepolcro da un tempo ben più lungo di tre giorni. Soffia qui, sui nostri visi, un vento di liberazione. Germoglia qui il dono della speranza”.
La conclusione è al miele: “La speranza è quella del Dio padre che ci ama come noi siamo, ci ama sempre, a tutti, buoni e cattivi”. D’accordo?”, con lo sguardo d’intesa con i presenti.
di Dario Cataldo
“Per cambiare il cuore di una persona infelice, qual è la medicina? Qual è la medicina per cambiare il cuore di una persona che non è felice?”. Con queste parole Papa Francesco ha chiesto oggi, ai 12mila fedeli presenti in piazza, per l'udienza del mercoledì, come comportarsi. La risposta è unanime, corale: “L’amore”. Scattano i complimenti del Santo Padre, che aggiunge: “Bravi tutti!”.
Un simpatico siparietto divertente, in pieno stile Bergoglio, che traina una catechesi fondamentale per il cristiano. Aggiunge Papa Francesco: “E come si fa sentire alla persona che uno la ama? Bisogna anzitutto abbracciarla - continua il Vicario di Cristo. Farle sentire che è desiderata, che è importante, e smetterà di essere triste”.
A braccio prosegue: “Amore chiama amore, in modo più forte di quanto l’odio chiami la morte. Gesù - sottolinea Francesco - non è morto e risorto per sé stesso, ma per noi, perché i nostri peccati siano perdonati. È dunque tempo di risurrezione per tutti: tempo di risollevare i poveri dallo scoraggiamento, soprattutto coloro che giacciono nel sepolcro da un tempo ben più lungo di tre giorni. Soffia qui, sui nostri visi, un vento di liberazione. Germoglia qui il dono della speranza”.
La conclusione è al miele: “La speranza è quella del Dio padre che ci ama come noi siamo, ci ama sempre, a tutti, buoni e cattivi”. D’accordo?”, con lo sguardo d’intesa con i presenti.
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