Si chiama Nigel Biggar, Regio professore di Teologia morale a Oxford. "Io sarei incline a segnare il limite per l’aborto a 18 settimane dal concepimento", afferma l'Accademico.
di Dario Cataldo
Casuale incongruenza o intenzionale volontà? Sta di fatto che la Pontificia Accademia per la vita, presieduta da Mons. Vincenzo Paglia, annovera tra le sue fila, un luminare favorelore all'aborto. Ma come è possibile che in un Istituto in difesa della vita, sempre e comunque, ci sia una tale contraddizione? La persona in causa è Nigel Biggar, accademico di Oxford, il quale ha idee precise sulla pratica volontaria di una gravidanza. In un dialogo con il filosofo australiano Peter Singer, dichiara Biggar: "L’uccisione di un essere umano è affare moralmente delicato, anche quando è permessa in uno stato fetale precoce .
Una brutta tegola per l'Accademia Vaticana, voluta nel 1994 con il Motu Proprio Vitae Mysterium da Papa Giovanni Paolo II, il cui fine sarebbe stato l'apertura a studiosi di qualsiasi nazionalità e fede religiosa, in difesa e promozione della vita.
Di fatto, aggiunge il Regio professore: "Non è una cosa che possiamo fare casualmente e senza limiti. Sicchè - continua il Profesore - io sarei incline a segnare il limite per l’aborto a 18 settimane dal concepimento, che grosso modo è il primo momento in cui c’è qualche prova di attività cerebrale".
A braccio, continua Biggar: "In termini di mantenimento di un forte impegno sociale nel preservare la vita umana in forme limitate, e in termini di non divenire troppo casuali nell’uccidere vite umane, dobbiamo segnare il limite in modo molto più conservativo".
Frasi forti, specie se pronunciate da un esponente della Pontificia Accademia della vita, il cui predidente, mons. Paglia, di recente è balzato agli onori della cronaca per la stima e amicizia nei confronti del defunto leader dei radicali italiani, Marco Pannella.
di Dario Cataldo
Casuale incongruenza o intenzionale volontà? Sta di fatto che la Pontificia Accademia per la vita, presieduta da Mons. Vincenzo Paglia, annovera tra le sue fila, un luminare favorelore all'aborto. Ma come è possibile che in un Istituto in difesa della vita, sempre e comunque, ci sia una tale contraddizione? La persona in causa è Nigel Biggar, accademico di Oxford, il quale ha idee precise sulla pratica volontaria di una gravidanza. In un dialogo con il filosofo australiano Peter Singer, dichiara Biggar: "L’uccisione di un essere umano è affare moralmente delicato, anche quando è permessa in uno stato fetale precoce .
Una brutta tegola per l'Accademia Vaticana, voluta nel 1994 con il Motu Proprio Vitae Mysterium da Papa Giovanni Paolo II, il cui fine sarebbe stato l'apertura a studiosi di qualsiasi nazionalità e fede religiosa, in difesa e promozione della vita.
Di fatto, aggiunge il Regio professore: "Non è una cosa che possiamo fare casualmente e senza limiti. Sicchè - continua il Profesore - io sarei incline a segnare il limite per l’aborto a 18 settimane dal concepimento, che grosso modo è il primo momento in cui c’è qualche prova di attività cerebrale".
A braccio, continua Biggar: "In termini di mantenimento di un forte impegno sociale nel preservare la vita umana in forme limitate, e in termini di non divenire troppo casuali nell’uccidere vite umane, dobbiamo segnare il limite in modo molto più conservativo".
Frasi forti, specie se pronunciate da un esponente della Pontificia Accademia della vita, il cui predidente, mons. Paglia, di recente è balzato agli onori della cronaca per la stima e amicizia nei confronti del defunto leader dei radicali italiani, Marco Pannella.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.