Non è facile descrivere la sensazione che si prova all' arrivo in una megalopoli eletta a capo di un territorio sconfinato, attraversato da ben sei fusi orari.
Già il pensiero di esserci ti allarga la mente, ti palesa quell’altra parte del mondo che le paure degli uomini fino a pochi anni fa ti impedivano di vedere o, quanto meno, di viverne la realtà. Crogiolo di razze,dalla slava alla mongola, senza tralasciare i caucasici, Mosca appare per chi vive nelle nostre città come la città dei sogni .
Spazi grandi, immensi, strade perfette, senza buche,delle quali la più piccola, escludendo il vecchio centro, è a immagine e somiglianza della nostra autostrada del Sole, semafori che ti contano i secondi prima che scatti il colore opposto, auto dai ventimila euro in su, numerose e disciplinate, pulizia ovunque, non un foglietto di carta per terra, dodici linee di metropolitana che collegano più di duecentocinquanta stazioni, salotti che racchiudono al loro interno veri e propri capolavori d’arte, treni che nelle ore di punta passano puntuali ogni tre/quattro minuti, non un graffio sulle carrozze, non sui muri dei palazzi, ordine dappertutto. 15 milioni di persone, la più grande megalopoli in Europa incanta e fa sognare il visitatore che viene dall’occidente, quasi sempre prevenuto e preoccupato di essere in terra di confine, complici i media occidentali. Niente di tutto questo; forse Mosca rappresenta quanto di meglio la vecchia Europa possa esprimere al momento: gente sana, non uno straccione per le strade, la gioventù va in discoteca per ballare e non per sballarsi con le anfetamine, casomai la loro droga è una birra in più.
I russi vivono ancora, in cuor loro, la cultura dell’ex regime sovietico, nel quale droga e criminalità erano parole quasi sconosciute, la perversità dell’occidente ancora non ha attecchito da queste parti. Certo, anche i moscoviti hanno i loro problemi: l’acqua nelle case non è potabile, e quindi li si vede uscire dal supermercato con enormi bottiglioni d’acqua, ma loro non ci fanno caso, sono abituati sin da bambini, è normale. Per il rigido inverno sono attrezzati, si vive bene ugualmente.
Sono innamorati dell’Italia, dovunque si vada, dalla moda alla cucina, tutto parla italiano, e ciò nonostante le sanzioni. “I love Italy”, in tanti rispondono così quando si fa cenno al nostro paese; c’è da rimanere sbalorditi ma .... forse pensano al sole, al mare, ai nostri artisti e alle nostre canzoni, non credo ai nostri politici.
Non è facile dialogare con le persone di una certa età, parlano solo il russo e credo si sentano sconfitti da un occidente che ha infranto il loro sogno, una vita solcata da dogmi e sentimenti di invincibilità. I giovani invece parlano in inglese e non c’è nessuna differenza nei modi e nella mentalità con un ragazzo o una ragazza di Madrid, Berlino o Parigi. Tutti con il loro smartphone o tablet, ma a Mosca forse il fenomeno è ancora più esteso che da noi; dai quarant’anni in giù tutti, indistintamente, sono incollati ai loro mondi virtuali; sarà che i tempi di percorrenza delle carrozze tra una fermata e l’altra della metropolitana, viste le distanze, sono lunghi, o perché il comune permette l’accesso gratis alla linea veloce di internet a tutti i cittadini, cosa che da noi corrisponde ad un sogno al chiaro di luna in una notte di mezz’estate, o sarà che finalmente possono vedere senza filtri come vivono gli altri in un mondo che una volta non gli era permesso scrutare e che ora scoprono molto più vicino a loro nei sentimenti e nei bisogni, che sia quel che sia, ben ritrovati fratelli.
Già il pensiero di esserci ti allarga la mente, ti palesa quell’altra parte del mondo che le paure degli uomini fino a pochi anni fa ti impedivano di vedere o, quanto meno, di viverne la realtà. Crogiolo di razze,dalla slava alla mongola, senza tralasciare i caucasici, Mosca appare per chi vive nelle nostre città come la città dei sogni .
Spazi grandi, immensi, strade perfette, senza buche,delle quali la più piccola, escludendo il vecchio centro, è a immagine e somiglianza della nostra autostrada del Sole, semafori che ti contano i secondi prima che scatti il colore opposto, auto dai ventimila euro in su, numerose e disciplinate, pulizia ovunque, non un foglietto di carta per terra, dodici linee di metropolitana che collegano più di duecentocinquanta stazioni, salotti che racchiudono al loro interno veri e propri capolavori d’arte, treni che nelle ore di punta passano puntuali ogni tre/quattro minuti, non un graffio sulle carrozze, non sui muri dei palazzi, ordine dappertutto. 15 milioni di persone, la più grande megalopoli in Europa incanta e fa sognare il visitatore che viene dall’occidente, quasi sempre prevenuto e preoccupato di essere in terra di confine, complici i media occidentali. Niente di tutto questo; forse Mosca rappresenta quanto di meglio la vecchia Europa possa esprimere al momento: gente sana, non uno straccione per le strade, la gioventù va in discoteca per ballare e non per sballarsi con le anfetamine, casomai la loro droga è una birra in più.
I russi vivono ancora, in cuor loro, la cultura dell’ex regime sovietico, nel quale droga e criminalità erano parole quasi sconosciute, la perversità dell’occidente ancora non ha attecchito da queste parti. Certo, anche i moscoviti hanno i loro problemi: l’acqua nelle case non è potabile, e quindi li si vede uscire dal supermercato con enormi bottiglioni d’acqua, ma loro non ci fanno caso, sono abituati sin da bambini, è normale. Per il rigido inverno sono attrezzati, si vive bene ugualmente.
Sono innamorati dell’Italia, dovunque si vada, dalla moda alla cucina, tutto parla italiano, e ciò nonostante le sanzioni. “I love Italy”, in tanti rispondono così quando si fa cenno al nostro paese; c’è da rimanere sbalorditi ma .... forse pensano al sole, al mare, ai nostri artisti e alle nostre canzoni, non credo ai nostri politici.
Non è facile dialogare con le persone di una certa età, parlano solo il russo e credo si sentano sconfitti da un occidente che ha infranto il loro sogno, una vita solcata da dogmi e sentimenti di invincibilità. I giovani invece parlano in inglese e non c’è nessuna differenza nei modi e nella mentalità con un ragazzo o una ragazza di Madrid, Berlino o Parigi. Tutti con il loro smartphone o tablet, ma a Mosca forse il fenomeno è ancora più esteso che da noi; dai quarant’anni in giù tutti, indistintamente, sono incollati ai loro mondi virtuali; sarà che i tempi di percorrenza delle carrozze tra una fermata e l’altra della metropolitana, viste le distanze, sono lunghi, o perché il comune permette l’accesso gratis alla linea veloce di internet a tutti i cittadini, cosa che da noi corrisponde ad un sogno al chiaro di luna in una notte di mezz’estate, o sarà che finalmente possono vedere senza filtri come vivono gli altri in un mondo che una volta non gli era permesso scrutare e che ora scoprono molto più vicino a loro nei sentimenti e nei bisogni, che sia quel che sia, ben ritrovati fratelli.
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