Esistono vulnerabilità" sotto il profilo finanziario e se i livelli di volatilità restano bassi "le probabilità di una pesante correzione sono alte".
WSI - Nel suo report semestrale sulle previsioni circa lo stato dell’economia e i trend di mercato nei prossimi anni, l’Ocse si dice ottimista sulla crescita globale sul breve termine parlando di una ripresa “che si rafforza” mentre gli ultimi dati macro giunti “hanno sorpreso al rialzo”. Sono le parole pronunciate dalla capo economista Catherine Mann nell’editoriale dell’outlook. Lo studio prevede una crescita globale del 3,6% quest’anno, del 3,7% nel 2018 e del 3,6% nel 2019, nel contesto di una ripresa economica sincronizzata. Nonostante lo scenario positivo, i problemi tuttavia non mancano. A cominciare dagli investimenti, che secondo Mann restano “troppo bassi per sostenere l’accelerazione dell’attività, una miriade di ostacoli – ha detto – barra la strada a livelli più robusti, cruciali per produttività e miglioramento dei livelli di vita“.
Parallelamente esistono anche “vulnerabilità” guardando il quadro finanziario: se i livelli di volatilità restano bassi “le probabilità di una pesante correzione sono alte, i prezzi dell’azionario sono elevati rispetto alle attese di crescita e sui tassi”. L’andamento degli spread tende a essere ridotto rispetto a quello dei rischi. Sotto questo aspetto, sono giudicate scarse le munizioni a disposizione delle banche centrali: le autorità di politica monetaria, infatti, secondo l’Ocse avrebbero pochi margini per intervenire contro una eventuale crisi. Quanto all’Italia, che secondo il ministro delle Finanze Padoan, ex funzionario Ocse, è “assolutamente preparata alla fine del programma di Quantitative Easing della Bce, la crescita del Pil dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile all’1,5% nel 2018, prima di rallentare all’1,3% nel 2019. Secondo l’organizzazione internazionale con sede a Parigi, i consumi privati continueranno ad essere il principale motore della ripresa, che continuerà ad avere effetti positivi su investimenti ed export.
Nel suo report semestrale sulle previsioni circa lo stato dell’economia e i trend di mercato nei prossimi anni, l’Ocse si dice ottimista sulla crescita globale sul breve termine parlando di una ripresa “che si rafforza” mentre gli ultimi dati macro giunti “hanno sorpreso al rialzo”. Sono le parole pronunciate dalla capo economista Catherine Mann nell’editoriale dell’outlook. Lo studio prevede una crescita globale del 3,6% quest’anno, del 3,7% nel 2018 e del 3,6% nel 2019, nel contesto di una ripresa economica sincronizzata. Nonostante lo scenario positivo, i problemi tuttavia non mancano. A cominciare dagli investimenti, che secondo Mann restano “troppo bassi per sostenere l’accelerazione dell’attività, una miriade di ostacoli – ha detto – barra la strada a livelli più robusti, cruciali per produttività e miglioramento dei livelli di vita“. Parallelamente esistono anche “vulnerabilità” guardando il quadro finanziario: se i livelli di volatilità restano bassi “le probabilità di una pesante correzione sono alte, i prezzi dell’azionario sono elevati rispetto alle attese di crescita e sui tassi”.
L’andamento degli spread tende a essere ridotto rispetto a quello dei rischi. Sotto questo aspetto, sono giudicate scarse le munizioni a disposizione delle banche centrali: le autorità di politica monetaria, infatti, secondo l’Ocse avrebbero pochi margini per intervenire contro una eventuale crisi. Quanto all’Italia, che secondo il ministro delle Finanze Padoan, ex funzionario Ocse, è “assolutamente preparata alla fine del programma di Quantitative Easing della Bce, la crescita del Pil dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile all’1,5% nel 2018, prima di rallentare all’1,3% nel 2019. Secondo l’organizzazione internazionale con sede a Parigi, i consumi privati continueranno ad essere il principale motore della ripresa, che continuerà ad avere effetti positivi su investimenti ed export.
WSI - Nel suo report semestrale sulle previsioni circa lo stato dell’economia e i trend di mercato nei prossimi anni, l’Ocse si dice ottimista sulla crescita globale sul breve termine parlando di una ripresa “che si rafforza” mentre gli ultimi dati macro giunti “hanno sorpreso al rialzo”. Sono le parole pronunciate dalla capo economista Catherine Mann nell’editoriale dell’outlook. Lo studio prevede una crescita globale del 3,6% quest’anno, del 3,7% nel 2018 e del 3,6% nel 2019, nel contesto di una ripresa economica sincronizzata. Nonostante lo scenario positivo, i problemi tuttavia non mancano. A cominciare dagli investimenti, che secondo Mann restano “troppo bassi per sostenere l’accelerazione dell’attività, una miriade di ostacoli – ha detto – barra la strada a livelli più robusti, cruciali per produttività e miglioramento dei livelli di vita“.
Parallelamente esistono anche “vulnerabilità” guardando il quadro finanziario: se i livelli di volatilità restano bassi “le probabilità di una pesante correzione sono alte, i prezzi dell’azionario sono elevati rispetto alle attese di crescita e sui tassi”. L’andamento degli spread tende a essere ridotto rispetto a quello dei rischi. Sotto questo aspetto, sono giudicate scarse le munizioni a disposizione delle banche centrali: le autorità di politica monetaria, infatti, secondo l’Ocse avrebbero pochi margini per intervenire contro una eventuale crisi. Quanto all’Italia, che secondo il ministro delle Finanze Padoan, ex funzionario Ocse, è “assolutamente preparata alla fine del programma di Quantitative Easing della Bce, la crescita del Pil dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile all’1,5% nel 2018, prima di rallentare all’1,3% nel 2019. Secondo l’organizzazione internazionale con sede a Parigi, i consumi privati continueranno ad essere il principale motore della ripresa, che continuerà ad avere effetti positivi su investimenti ed export.
Nel suo report semestrale sulle previsioni circa lo stato dell’economia e i trend di mercato nei prossimi anni, l’Ocse si dice ottimista sulla crescita globale sul breve termine parlando di una ripresa “che si rafforza” mentre gli ultimi dati macro giunti “hanno sorpreso al rialzo”. Sono le parole pronunciate dalla capo economista Catherine Mann nell’editoriale dell’outlook. Lo studio prevede una crescita globale del 3,6% quest’anno, del 3,7% nel 2018 e del 3,6% nel 2019, nel contesto di una ripresa economica sincronizzata. Nonostante lo scenario positivo, i problemi tuttavia non mancano. A cominciare dagli investimenti, che secondo Mann restano “troppo bassi per sostenere l’accelerazione dell’attività, una miriade di ostacoli – ha detto – barra la strada a livelli più robusti, cruciali per produttività e miglioramento dei livelli di vita“. Parallelamente esistono anche “vulnerabilità” guardando il quadro finanziario: se i livelli di volatilità restano bassi “le probabilità di una pesante correzione sono alte, i prezzi dell’azionario sono elevati rispetto alle attese di crescita e sui tassi”.
L’andamento degli spread tende a essere ridotto rispetto a quello dei rischi. Sotto questo aspetto, sono giudicate scarse le munizioni a disposizione delle banche centrali: le autorità di politica monetaria, infatti, secondo l’Ocse avrebbero pochi margini per intervenire contro una eventuale crisi. Quanto all’Italia, che secondo il ministro delle Finanze Padoan, ex funzionario Ocse, è “assolutamente preparata alla fine del programma di Quantitative Easing della Bce, la crescita del Pil dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile all’1,5% nel 2018, prima di rallentare all’1,3% nel 2019. Secondo l’organizzazione internazionale con sede a Parigi, i consumi privati continueranno ad essere il principale motore della ripresa, che continuerà ad avere effetti positivi su investimenti ed export.
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