Tra le case automobilistiche che producono auto elettriche è in corso una guerra per chi si aggiudica il sistema di ricarica vincente.
di Livia Liberatore
WSI - Tesla e i produttori in Giappone e Germania usano spine e protocolli di comunicazione diversi per collegare le batterie ai caricabatterie: le aziende che costruiscono le reti di ricarica sostengono tuttavia che il numero di formati dovrà essere limitato per tenere i costi bassi.
Secondo gli analisti le case automobilistiche che svilupperanno la tecnologia vincente trarranno vantaggio dall’avere una catena di fornitura e una rete estesa. I loro veicoli potrebbero così diventare più attraenti per gli acquirenti preoccupati di poter fare viaggi più lunghi.
Chi perde, invece, potrebbe trovarsi a investire in ricerca e sviluppo superflui e a dover spendere risorse per adattare le linee di assemblaggio dei veicoli in modo che i clienti possano utilizzare le reti di ricarica rapida più diffuse.
A stare alle stime della banca svizzera Ubs saranno necessari 360 miliardi di dollari nei prossimi otto anni per costruire infrastrutture di ricarica per stare al passo con le vendite di auto elettriche. Il problema della ricarica rapida dovrà essere risolto presto.
Il Combined Charging System (CCS) è favorito dall’Europa.
BMW, Mercedes-Benz Daimler, Ford e Volkswagen a novembre hanno deciso di sviluppare 400 stazioni di ricarica ad alta potenza sulle strade principali di 18 paesi europei entro il 2020. Le case automobilistiche sperano di diventare così lo standard vincente per le spine e i protocolli e di avere un vantaggio sui concorrenti.
A far gara a CCS ci sono il sistema Supercharger di Tesla, CHAdeMO o Charge de Move, sviluppato da aziende giapponesi tra cui Nissan e Mitsubishi, che con probabilità convergerà verso CCS e GB / T in Cina. Tesla non ha mai risposto alla domanda se prenderà mai in considerazione l’adesione a uno standard di ricarica rivale, una mossa che secondo gli analisti potrebbe essere un punto di svolta nella corsa per il dominio delle ricariche.
di Livia Liberatore
WSI - Tesla e i produttori in Giappone e Germania usano spine e protocolli di comunicazione diversi per collegare le batterie ai caricabatterie: le aziende che costruiscono le reti di ricarica sostengono tuttavia che il numero di formati dovrà essere limitato per tenere i costi bassi.
Secondo gli analisti le case automobilistiche che svilupperanno la tecnologia vincente trarranno vantaggio dall’avere una catena di fornitura e una rete estesa. I loro veicoli potrebbero così diventare più attraenti per gli acquirenti preoccupati di poter fare viaggi più lunghi.
Chi perde, invece, potrebbe trovarsi a investire in ricerca e sviluppo superflui e a dover spendere risorse per adattare le linee di assemblaggio dei veicoli in modo che i clienti possano utilizzare le reti di ricarica rapida più diffuse.
A stare alle stime della banca svizzera Ubs saranno necessari 360 miliardi di dollari nei prossimi otto anni per costruire infrastrutture di ricarica per stare al passo con le vendite di auto elettriche. Il problema della ricarica rapida dovrà essere risolto presto.
Il Combined Charging System (CCS) è favorito dall’Europa.
BMW, Mercedes-Benz Daimler, Ford e Volkswagen a novembre hanno deciso di sviluppare 400 stazioni di ricarica ad alta potenza sulle strade principali di 18 paesi europei entro il 2020. Le case automobilistiche sperano di diventare così lo standard vincente per le spine e i protocolli e di avere un vantaggio sui concorrenti.
A far gara a CCS ci sono il sistema Supercharger di Tesla, CHAdeMO o Charge de Move, sviluppato da aziende giapponesi tra cui Nissan e Mitsubishi, che con probabilità convergerà verso CCS e GB / T in Cina. Tesla non ha mai risposto alla domanda se prenderà mai in considerazione l’adesione a uno standard di ricarica rivale, una mossa che secondo gli analisti potrebbe essere un punto di svolta nella corsa per il dominio delle ricariche.
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