Carenza grano, a rischio la produzione in Ucraina
WSI - La metà del grano che noi compriamo arriva dall’Ucraina, e ci permette di nutrire 125 milioni di persone. E quindi è un problema molto grave se non riusciamo a riportare i contadini nei campi, non alcuni contadini, tutti. In modo che possano seminare, spargere i fertilizzanti e mietere. Ed è ugualmente importante riaprire i porti del Mar Nero.
Il cibo diventa così una vera e propria arma di guerra visto che, bloccare l’agricoltura ucraina significa ridurre alla fame una grande parte del mondo.
Libano, Egitto e Nord Africa fanno i conti con gli aumenti del prezzo del pane.
Per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall’estero determinate dalla guerra, Coldiretti avanza la sua proposta: coltivare da quest’anno 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione.
Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del tavolo sull’emergenza grano convocato al Ministero delle Politiche Agricole dal Sottosegretario all’agricoltura Gian Marco Centinaio sulla carenza di materie prime che ha costretto ai primi razionamenti negli allevamenti ma anche nei supermercati.
Proponiamo all’industria alimentare e mangimistica – ha affermato Prandini – di lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti nel rispetto della nuova normativa sulle pratiche sleali, per consentire di recuperare livelli produttivi già raggiunti nel passato.
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