Lo stesso Brian Welch, astronomo della Johns Hopkins University di Baltimora e autore principale del documento, si è detto sbigottito dalla scoperta. "Normalmente a queste distanze, intere galassie sembrano piccole macchie, con la luce di milioni di stelle che si fonde insieme", ha affermato lo scienziato.
COME SIAMO RIUSCITI AD INDIVIDUARLA?
Ancora una volta le ipotesi di Albert Einstein trovano conferma, poiché l'individuazione di Earendel è stata portata a termine grazie a un effetto previsto dalla teoria della relatività generale e chiamato "lente gravitazionale". Normalmente una stella come Earendel posizionata a tale distanza sarebbe impossibile da individuare, ma per fortuna ci è venuto un aiuto un enorme ammasso di galassie chiamato WHL0137-08 e posizionato in linea di vista tra la Terra e la stella.
Se in linea teorica un corpo celeste non dovrebbe risultare visibile, l'attrazione gravitazionale dell'ammasso di galassie è talmente intensa da deformare il tessuto dello spazio e del tempo e curvare la luce in modo simile a quello operato da una lente, operando nel contempo un potente effetto d'ingrandimento sugli oggetti posizionati dietro. La distorsione della luce proveniente dalla galassia che ospita Earendel ha l'aspetto di una mezzaluna ed è ben visibile nell'immagine postata poco sopra. I ricercatori le hanno anche dato un nome, si chiama Sunset Arc.
Secondo le stime Earendel potrebbe avere una massa 50 volte superiore a quella solare e risultare milioni di volte più luminosa, ciononostante risulterebbe comunque invisibile senza l'effetto di lente gravitazionale. Si pensa che sia una delle stelle primarie nella formazione dell'universo, e come tale potrebbe essere formata solamente da idrogeno ed elio, ma il team di ricercatori vuole saperne di più e per fortuna il nuovo telescopio spaziale James Webb potrà presto venirci in aiuto.
Il potente mezzo, attualmente in fase di allineamento finale degli specchi, potrà fornirci ulteriori dettagli sulla composizione di Earendel, misurarne la temperatura e la luminosità. Queste caratteristiche potranno rivoluzionare tutto ciò che sappiamo sulla nascita dell'universo e sui processi immediatamente successivi, ricordiamo infatti che Earendel potrebbe essersi formata solo 800 milioni di anni dopo il Big Bang. E' bene ricordare che ciò che vediamo oggi potrebbe non esistere più e anzi, vista la massa della stella è molto probabile che il suo ciclo vitale si sia esaurito nell'arco di qualche milione di anni e che ciò che vediamo sia solo un'istantanea del corpo celeste com'era 12,9 miliardi di anni fa. Affascinante, non è vero? Continueremo a seguire gli sviluppi di questo studio.
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