L’8 aprile le autorità russe hanno chiuso gli uffici di Amnesty International e di altre organizzazioni non governative. Questa è la reazione di Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International:
Amnesty -
“La chiusura del nostro ufficio è solo l’ultimo provvedimento punitivo preso contro organizzazioni che difendono i diritti umani e dicono alle autorità russe come stanno le cose. In uno stato dove attivisti e dissidenti vengono imprigionati, uccisi o esiliati, dove il giornalismo indipendente è calunniato, sospeso o costretto all’autocensura e dove i gruppi della società civile sono messi fuorilegge o liquidati, se il Cremlino cerca di chiuderti vuol dire che stai facendo la cosa giusta”.
“Le autorità si sbagliano profondamente se pensano che, chiudendo il nostro ufficio di Mosca, fermeranno le nostre ricerche e le nostre denunce sulle violazioni dei diritti umani. Continueremo senza sosta a chiedere il rispetto dei diritti umani della popolazione russa. Raddoppieremo i nostri sforzi per denunciare le gravi violazioni dei diritti umani commesse dalla Russia sia in casa che all’estero”.
Ulteriori informazioni
L’8 aprile il ministero della Giustizia russo ha rimosso l’ufficio moscovita di Amnesty International dall’elenco degli uffici di rappresentanza delle organizzazioni internazionali e delle organizzazioni non governative straniere “in relazione alla scoperta di violazioni della legislazione”.
Oltre a quello di Amnesty International, sono stati chiusi gli uffici di Human Rights Watch, Carnegie Endowment for International Peace, Friedrich Naumann Foundation for Freedom, Friedrich Ebert Foundation e di altre organizzazioni.
L’11 marzo l’autorità per le telecomunicazioni aveva bloccato l’accesso al portale di Amnesty International in lingua russa.
Amnesty International aveva aperto il suo Centro informazioni di Mosca nel 1993. Dieci anni dopo la sede era stata ridefinita ufficio di rappresentanza.
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