Gerusalemme (AsiaNews -) - Incidente sfiorato fra Russia e Israele nei cieli della Siria.
Una vicenda che risale ai giorni scorsi, ma emersa solo in queste ore, che potrebbe indicare un cambio di rotta da parte di Mosca verso i caccia con la stella di David, “tollerati” in questi anni nelle loro operazioni a Damasco e in altre aree del Paese contro obiettivi di Hezbollah e filo-iraniani.
Il Cremlino, infatti, non aveva mai risposto ai raid aerei israeliani; tuttavia le velate critiche israeliane - rispetto ai tentativi iniziali di mediazione - in merito all’operazione “speciale” [leggi invasione] russa in Ucraina potrebbero aver determinato un cambio di rotta e spinto i russi a rispondere sul campo.
Il 14 maggio scorso le forze russe presenti sul terreno siriano hanno risposto con lancio di missili antiaerei avanzati S-300 a un attacco degli aerei Iaf (l’aviazione israeliana) nel nord-ovest della Siria. Una prima volta, ma che non può passare inosservata e per gli analisti potrebbe significare ben più di un avvertimento, quanto di un cambio di “atteggiamento” di Mosca verso Israele e che desta particolare preoccupazione.
I caccia con la stella di David stavano bombardando una serie di obiettivi nei pressi di Masyaf. Nell’attacco - il 12mo dall’inizio dell’anno in territorio siriano - sono morte cinque persone, fra le quali un civile, e incendiato diverse coltivazioni dell’area.
Stavolta le truppe russe ben presenti sul territorio [l’ingresso di Mosca a fianco del governo di Damasco e del presidente Bashar al-Assad si è rivelato decisivo per le sorti del conflitto siriano] hanno risposto all’attacco, lanciando missili terra-aria S-300. I razzi non avrebbero colpito, né danneggiato alcun mezzo militare israeliano, ma il valore simbolico del gesto resta elevato, anche perché non possono essere lanciati senza l’autorizzazione delle alte sfere russe.
Alcune fonti militari, dietro anonimato perché non autorizzate a parlare con la stampa, hanno riferito che i missili sparati verso i caccia sono “una sorta di rappresaglia” da parte del Cremlino per il sostegno di Israele all’Ucraina. Una scelta che potrebbe complicare, e di molto, ulteriori operazioni dello Stato ebraico in Siria.
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