martedì, febbraio 21, 2012
Antonino Crivello intervista l'onorevole Rocco Buttiglione, vice-presidente della Camera dei Deputati, sull'attuale situazione politica ed economica dell'Italia, con uno sguardo al futuro morale, professionale e politico del Paese.... (continua)
venerdì, febbraio 17, 2012
Antonino Crivello intervista per La Perfetta Letizia Maximo, eclettico artista romano che, dopo un film con Claudia Koll, si è convertito e ha abbracciato la religione cristiana. Di questa esperienza ne parla nel suo libro "All’improvviso La luce - storia di una Conversione".D - Maximo, raccontaci un po’ di te, o meglio descrivici chi eri prima del famoso film con la Koll, che ha sicuramente segnato un punto di svolta nella tua vita, e chi sei diventato dopo.R - Ero senza ombra di dubbio un grande peccatore, un po’ come la Samaritana che sta per essere lapidata dalla gente ma che Gesù perdona. Ho nella mente l’immagine di quella donna peccatrice che bacia il suo piede: è così che mi sento. Non avevo fede. Conducevo una vita dissipata, dove il mio unico Dio erano il divertimento, la fama, i soldi... (continua)
martedì, novembre 15, 2011
L’attesa sembra destinata a finire: fra poche ore potremmo conoscere la lista dei ministri e capire meglio la composizione del nascente governo Monti. Solo tecnici, alcuni politici… cosa ci aspetta?di Antonino Crivello Dopo due giorni sono finite le consultazioni del premier in pectore: domani alle ore 11 è fissato un colloquio al Quirinale, segno che le consultazioni sono andate a buon fine e Mario Monti è riuscito a trovare un ampio consenso tra le forze politiche. Per il neo-senatore sono stati due giorni davvero densi e incerti: i politici come al solito hanno dato l’impressione di interpretare in modo sbagliato il momento che sta attraversando il nostro paese, continuando il solito ‘teatrino’ della politica e non riuscendo nemmeno
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domenica, novembre 13, 2011
Per capire meglio il governo che verrà, abbiamo intervistato l'on. Antonio Borghesi. Dopo qualche giorno di incertezza, l'Italia dei Valori sembra avere deciso la linea politica da seguire, concorde alle altre forze del centrosinistra.
Quella appena trascorsa sarà ricordata come una delle settimane più intense della vita politica della seconda repubblica. Ancora oggi non si sa bene cosa succederà in parlamento, anche se il governo Monti sembra avere ormai un ampio consenso, dal Pdl al Pd passando per il Terzo Polo. Le posizioni dei partiti però non sono state chiare da subito. Abbiamo intervistato l'onorevole Antonio Borghesi per capire se il partito di Di Pietro ha sciolto ogni riserva sul governo nascente
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sabato, novembre 05, 2011
Intervista in esclusiva a Michele Lobaccaro, musicista e compositore, in occasione del lancio del disco "Un'ala di riserva, messa laica per Don Tonino Bello"
Antonino Crivello intervista per La Perfetta Letizia Michele Lobaccaro, artista, musicista e compositore, in occasione del lancio del suo nuovo disco “Un’ala di riserva, messa laica per Don Tonino Bello”, un affascinante viaggio sulle note di musiche mediterranee ispirate dagli scritti di Don Tonino Bello. Un "concept-album" che riparte dall’uomo alla ricerca di Dio, della lotta quotidiana per il sociale, nella ricerca di trascendenza. L'artista presenta ai nostri microfoni il suo lavoro, l'idea che lo ha fatto nascere, l'attrazione per gli scritti di questo grande Vescovo
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domenica, aprile 10, 2011
Dall’esperienza di Jocelyne Bélanger, consigli, tecniche, riflessioni ed esercizi per raggiungerla
del nostro redattore Antonino Crivello
Premetto che per approcciarsi a questo libro è necessario disporsi con il “giusto spirito”, occorre cioè la capacità di mettersi in gioco e di affrontare se stessi senza menzogne. Sin dalle prime pagine si evince che l’autrice espone le sue tesi avendo alle spalle una lunga carriera; gli esempi che vengono proposti, più o meno reali, risultano molto chiari poiché raccontano situazioni di vita quotidiana in cui quindi è molto facile identificarsi. La lettura del testo è abbastanza scorrevole, nonostante l’intervallarsi di veri e propri esercizi che sembrano frammentare un po’ il testo rendendolo meno lineare. Del resto l’autrice si propone l’ardito scopo di far raggiungere al lettore questa agognata gioia di vivere, ma non come una semplice emozione, una sensazione sfuggevole, bensì come uno stato permanente dell’essere umano. Ciò prevede pazienza e l’uso anche ripetuto in vari periodi degli esercizi proposti, che sono molto pratici ... (continua)
domenica, maggio 02, 2010
Nel terzo giorno di lavori al congresso nazionale del R.n.s. il popolo di Dio riunito a Rimini sperimenta la potenza del Signore che consola, libera e guarisce. Questo popolo comprende però che insieme ai segni ed ai prodigi, che creano consapevolezza interiore, è necessario portare nel mondo una nuova cultura. Un nuovo pensiero culturale e sociale, una cultura di pentecoste.
del nostro inviato a Rimini Antonino Crivello
"Beati coloro che crederanno pur non avendo veduto". E' una delle più belle esortazioni del Vangelo. Eppure il Signore, mai avaro nell'elargire grazie e doni al popolo orante che invoca il suo nome, compie davvero segni e prodigi. Tangibili ma probabilmente inspiegabili, se non agli occhi della fede. E' questo il messaggio più forte che raggiunge coloro che, quasi increduli, vivono, magari per la prima volta l'esperienza di una preghiera di guarigione e di liberazione. Una cosi particolare preghiera ha bisogno di essere condotta con un carisma speciale. Questo carisma non manca di certo a Damian Stayne, fondatore della comunità "Cor et Lumen Christi" e instancabile predicatore e testimone di innumerevoli guarigioni in ogni parte del mondo. La sessione mattutina di questo sabato 1 maggio qui al Congresso Nazionale del Rinnovamento nello Spirito a Rimini è incentrata su questo particolare Ministero di guarigione.
Nonostante parli in lingua inglese, il carisma e l'espressività di Damian Stayne raggiungono il cuore prima ancora delle parole tradotte in lingua italiana. Damian è davvero un intercessore potente e l'assemblea, in un padiglione ormai stracolmo di gente, lo sostiene e, unendosi a lui, invoca il nome del Signore su ogni male, fisico e spirituale. Ogni richiesta fatta con fede non passa inascoltata dal Signore, ne è convinto il suo popolo ormai in festa, e così, al termine della preghiera, non mancano decine di testimonianze. Ognuno infatti, dopo aver ricevuto una grazia così grande com'è quella della guarigione, è chiamato a rendere testimonianza di Lui, cosi che Egli possa essere lodato.
Come ricorda il presidente Salvatore Martinez: "Non sia questo però il punto d'arrivo del cammino nel Rinnovamento. Che non sia la ricerca dei segni il fine ultimo del nostro essere cristiani. Non dobbiamo dimenticare che il popolo che Dio vuole è un popolo attento, preparato e pronto a portare il messaggio, la fede e la speranza cristiana in ogni attività sociale e in ogni parte del mondo". Vuole introdurre cosi la sessione pomeridiana incentrata sulla promozione di una cultura di pentecoste, sulla diffusione cioè delle "ragioni dello Spirito". E' questo il compito che il Papa ha affidato ai suoi fedeli. E' da questa diffusione che possiamo trovare rimendio al male del nostro tempo.
La riflessione pomeridiana ha per tema: "Il fare è cieco senza il sapere e il sapere è sterile senza l'amore". C'è sempre bisogno di spingeri più in là: lo richiede la carità nella verità" (Caritas in Veritate). A parlare vengono invitati quattro rappresentati di quattro sfere sociali completamente diverse della nostra società. Il moderatore della discussione è Domenico Delle Foglie, da tempo impegnato in "Scienza e Vita". Egli propone all'assemblea una grande sfida: vorrebbe cioè che gli uomini e le donne della sua generazioni riuscissero una volta e per tutte a far coinciliare ragione e fede. "Una sfida impossibile se non affrontata nella fede e nella fiducia del Signore" è l'esortazione che aggiunge nel breve discorso iniziale che dà il via alle tre diverse relazioni.
Il primo invitato a esporre pensieri e riflessioni sul tema è Francis Campbell, ambasciatore della Gran Bretagna presso la Santa Sede. Egli è convinto che le "minoranze creative" ,come ad esempio i cattolici, debbano trovare e attuare delle soluzioni alle crisi e alle sfide che la società ci propone in questo tempo. Dà testimonianza infine di quanto la Chiesa stia, da tempo immemore, portando soluzioni, anche materiali, tangibili, economiche, in ogni parte del mondo e con ogni tipo di mezzi. Proposte e idee in ogni attività sociale di rilievo, come l'ambiente o l'educazione. Nella seconda relazione sul tema a parlare è l'onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario del Ministero dell'Interno. La sua formazione è di tipo giuridico e proprio su questo aspetto pone l'accento. Racconta la sua convinzione che "la legislazione di una generazione può diventare la morale della generazione successiva". E' necessario quindi che anche la politica si rinnovi e non si rassegni davanti alle sfide che la società propone. Il politico del resto dovrebbe vivere il suo mestiere come una vocazione e dovrebbe portare il messaggio cristiano all'interno delle sue azioni e delle sue scelte. In questo processo bisogna ovviamente porsi il problema che le scelte siano condivise da tutti o quanto meno condivisibili da molti, stando però molto attenti che questa attenzione alle ragioni di tutti non scada nel relativismo, che definisce come "omicida".
Anche il terzo relatore, Ettore Gotti Tedesci, presidente dell'Istituto per le Opere di religione della Città del Vaticano ed esperto di economia, sembra accusare il relativismo. O meglio, è convinto che la crisi del nostro tempo, prima ancora che economica, prima ancora che strutturale, sia un problema di mancanza nell'uomo di una dottrina. Il resto è una conseguenza, giacchè ci spiega come l'economia o il capitalismo, per fare degli esempi, siano solo degli strumenti, così come ne esistono migliaia, che non posso avere una morale instrinseca. E' l'uomo e solo lui che può dare la giusta morale all'economia e ad ogni strumento che essi stesso crea.
Ascoltando queste riflessioni diventa chiaro a tutti i presenti come i problemi della società vadano affrontati a partire dall'uomo, a partire dalla sua educazione, anche spirituale. Solo la non rassegnazione, solo il sacrificio nel cambiare ogni cosa in meglio può far sì che i progetti che l'uomo crea possano dare frutto.
Ci ricorderà infine Salvatore che ancora prima di tutto deve però esserci la preghiera, prima di ogni scelta, prima di ogni azione. ... (continua)
venerdì, dicembre 26, 2008
La forza e la gioia di tanti giovani che escono dalle loro parrochie e vogliono trasmettere a tutti la loro Fede e la loro Speranza. Sentinelle instancabili che parlano a gran voce e che solcano le strade delle città, portando in giro la loro voglia di stare nel mondo con Chi il mondo l'ha creato.
di Antonino Crivello
Ormai è consuetudine: il risveglio di ogni individuo è caratterizzato dalla presa di coscienza di vivere in un momento storico segnato da ristrettezze economiche e dalla difficoltà nella costruzione di rapporti sociali edificanti. Così, presi da questi pensieri, ogni mattina si sbrigano le proprie faccende, in attesa di un'altra dura giornata, nel e con il mondo. Ma in che modo si affronta questa situazione? Ci si pensa su un attimo e poi, quasi inconsapevolmente, arriva la risposta. I nostri tempi infatti ci indicano, più o meno velatamente, che l'unica strada possibile consiste nell'aprire il cassetto del comodino ed estrarre una delle centomila maschere di Pirandelliana memoria, per indossarla e poi uscire di casa.
Ovvio quindi l'epilogo. Come per il personaggio di Pirandello, alla fine della giornata ci si chiede quale personaggio si è veramente, quale maschera rappresenta davvero il nostro io più intimo. Spesso però nemmeno questa domanda riesce più a fare breccia nella nostra mente; viene sempre più difficile chiedercelo, e sempre più difficile trovare una risposta.
Ma è davvero questo il frutto della naturale evoluzione darwiniana? Forse no. Bisognerebbe tornare allora al momento in cui ci si chiede come poter affrontare le "avversità quotidiane", e a quel punto effettuare un piccolo cambio nel piano d'osservazione, per rendersi conto che un aiuto, un compagno, un amico esiste. Uno che non muta come la società, non muta come i grandi piani economici mondiali, insomma non si adatta ai tempi e non cambia la Sua novella.
Forse questa è la riflessione che ultimamente ha visto tanti ragazzi portare per strada un messaggio, che sembra nuovo, ma che invece è sempre uguale, come Colui che lo ha creato fin dall'inizio dei tempi. Si fanno chiamare sentinelle del mattino. Ma cosa fanno? Evangelizzano. Come dicono loro stessi: "Ciascuno rimane nella propria appartenenza e lì cresce spiritualmente. Poi ci si ritrova per evangelizzare". La struttura del "movimento" è ben organizzata e consolidata, e viene tutelata dalle diocesi a cui ogni movimento "locale" fa riferimento. Formazione e preparazione nell'ambito locale, dentro le parrocchie, dentro le chiese, e infine delle "cellule", composte da ragazzi, e non solo, che sovente si staccano, per un pomeriggio, per una sera. Escono per strada, entrando in contatto con tutti, credenti o meno. Tentano quindi di portare avanti un modo diverso di vedere le cose, di riaprirsi, o di farlo per la prima volta, a Colui che da sempre ci invita a farlo.
Basta osservarli, guardare i loro gesti prima ancora di ascoltare le loro parole, per rendersi conto che probabilmente non soffrono del peso della paura e delle maschere di cui abbiamo parlato. Si svegliano la mattina e sembra che sappiano già chi sono e cosa vogliono diventare. Allora si uniscono ad altre sentinelle e insieme a loro ne cercano altre, poi altre ancora. Quando questo avviene, comincia la festa, un divertimento pulito e sano, che non fa uso di droghe e di allucinogeni, ma di chitarre, di canti, di danze, di momenti di riflessione. Sembrano unirsi in un solo momento la gioia e la bellezza insita in ogni giovane e l'affascinante profondità del messaggio, e di Colui che il messaggio rappresenta.
Nella realtà siciliana ad esempio, le sentinelle si sono viste: a ottobre nei pressi della Basilica di Palermo, a novembre in quel di Catania, il 27 saranno a Trapani. Guardandoli, nelle loro foto, nei loro video, nei loro occhi, nasce automaticamente l'invito a partecipare. Del resto trasmettono un messaggio, che, condivisibile o meno, vale comunque la pena di essere ascoltato. ... (continua)
mercoledì, luglio 16, 2008
di Antonino Crivello
(ansa) "LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Tre morti, 47 superstiti e numerosi dispersi (una ventina secondo il racconto dei naufraghi). E' questo il bilancio dell'ennesima tragedia dell'immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia, a 75 miglia a Sud Est di Lampedusa, in una zona che ricade sotto la competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso."
Certo, parlare di statistiche quando ai numeri corrispondono persone, morti, scomparsi, è spesso disdicevole. E' altrettanto vero però che le tragedie che si consumano con regolarità allarmante devono pur essere analizzate e studiate, nella speranza di capire quanto meno con cosa si ha a che fare, per tentare di trovare delle soluzioni adeguate e evitare che “chi arriva” trovi una situazione ancor peggiore di quella che ha lasciato. A seguito di quest'ennesimo sbarco, il Ministro Maroni ricorda che un accordo tra Italia e Libia per il pattugliamento delle coste esiste già: "Aspettiamo solo il via libera del governo di Tripoli". Certo il pattugliamento potrebbe essere una soluzione, o almeno un tamponamento ad un fenomeno che si estende invece come un'emorragia. Meglio ancora, si potrebbe tentare di rafforzare il dialogo tra la marina italiana e quella maltese, libica e di tutti gli stati che si affacciano sul mar Mediterraneo.
Ma siamo certi che tutto ciò basti? Nonostante i controlli, nonostante i rischi che questi "viaggi della speranza" comportano, i profughi continuano a provarci, anche perchè non possono aver paura di perdere ciò che non hanno. Nulla in loro è più forte della disperazione.
Ovviamente, com'è ben noto, tale fenomeno incide sul paese "ospitante" (e in questo caso l'Italia è una meta prediletta) in termini di aumento di delinquenza e di (dis)ordine pubblico, visto che, ovviamente, la stessa disperazione che li porta ad attraversare i mari, li spinge a cercare di sopravvivere.
Leggi volte a migliorare e garantire la sicurezza della nostra nazione sono ben accette, ma spesso una soluzione per risolvere il problema alla radice non c'è, o non è stata mai trovata, o forse non è mai stata cercata (almeno così sembra…). Certo, le infrastrutture necessarie costano, e le tante già esistenti su tutto il territorio nazionale avrebbero bisogno di finanziamenti per svilupparsi e per migliorare il tenore di vita da offrire ai proprio "ospiti". Ma non c'è lucro in posti che offrono assistenza, e come spesso avviene nel nostro bel paese tali attività vengono curate da volontari, da associazioni cattoliche e da gente che tiene a cuore le sorti di queste persone più di quanto spesso sembrano tenerci i nostri politici nazionali, i nostri consigli regionali, le nostre amministrazioni locali.
Anzi, le norme attualmente vigenti stanno provocando situazioni ancor più al "limite" di quelle in cui queste persone già si trovano. Ormai molte strutture sanitarie pubbliche riscontrano la cosiddetta «clandestinità sanitaria», per cui i clandestini preferiscono non andare in ospedale a curarsi, anche in condizioni gravi, per paura di essere denunciati. Si tratta di una piaga gravida di disastrose conseguenze, un’emergenza – sostengono medici e associazioni di volontariato – aumentata in modo esponenziale da quando è all'ordine del giorno l'introduzione del reato di clandestinità. C'è bisogno di appellarsi allora al senso civico di ognuno di noi, sentire nella propria coscienza il dovere morale di offrire un sostegno profondo a queste persone, aiutarle a non aver paura anche di curarsi, un diritto fondamentale questo per ogni vita umana.
Probabilmente il problema non sarà mai risolto e nemmeno analizzato alle radici, ma continuare a sollevare la questione, continuare ad avere in mente le foto di migliaia di profughi, bambini e genitori disperati, è senza dubbio positivo. Magari così centinaia di “uomini” possono trovare la forza per reagire ed impegnarsi, anche solo per arrogarsi di nuovo il diritto di definirsi tali. ... (continua)