venerdì, febbraio 14, 2014
Ester entrò sbattendo la porta dietro di sé e si diresse nel salone dove stava il grande camino. Luca era là, seduto sulla sedia a rotelle, le braccia inerti posate sui braccioli imbottiti e gli occhi fissi nel fuoco che stava languendo. Gli si avvicinò e lo osservò: ai piedi calzava le pantofole di feltro amaranto ed indossava la vestaglia di seta che portava sul taschino lo stemma di famiglia dei Satte: un cobra ed un avvoltoio. No. Non poteva essere uscito da quella stanza, dunque Ester dedusse di avere avuto una visione. Le sovvennero le parole del dottore: "Veda di riguardarsi signora contessa o si prenderà un bell'esaurimento nervoso. Le consiglierei di andare almeno una quindicina di giorni al mare con i bambini." Lei aveva replicato che il suo posto era lì, accanto al marito nel bene e nel male, come aveva giurato davanti al curato il giorno del matrimonio
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martedì, febbraio 11, 2014
Erano passati 3750 anni dal giorno in cui la mummia era stata depositata con grande cura nel sarcofago di basalto nero venato da intrusioni chiare che sembravano fili di capelli bianchi in una testa nera.
di Silvio Foini
Nel lento fluire del tempo, con le stagioni e le generazioni innumerevoli che si erano succedute in quella terra, la mummia era rimasta immobile nel sarcofago, attendendo. Le bende che ravvolgevano intrise di profumati oli e balsami odorosi si erano rapprese a formare solida corazza per l'eternità a quel corpo seccato dal sale degli imbalsamatori di Anubi. Così almeno credette il sovraintendente della Casa della Morte di Karnak quando i lavoranti terminarono il loro compito. Satet era pronto per il viaggio nel mondo dei morti. Non incontrò nessuno nell'Al di Là, anche perché forse quello non era l'altro mondo... Dove era finito? Si trovò al buio, in nessun posto, da nessuna parte
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venerdì, febbraio 07, 2014
Accesi una sigaretta: anche ai condannati a morte ne è concessa una prima dell'esecuzione. Lo avevo visto molte volte nel film...
Uscii sulla porta dello studio a guardare il nuovo giorno che nasceva e dentro me si levò una preghiera al cielo. Me ne stupii. Quanto tempo era che non avevo più pregato? Inaspettatamente scese nel mio cuore una grande pace. "Sia quello che deve essere. Sia fatta la tua volontà, mio Signore!"
Con quel pensiero, rientrai nello studio, mi sedetti davanti al microscopio e mi dissi: "Vediamo di che si tratta. Al massimo, mica devo morire oggi, no?"
Accostai gli occhi e la visione binoculare mi colpì come un pugno nello stomaco
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martedì, febbraio 04, 2014
Luglio se ne era andato portando con sé i miei 47 anni. Precisamente il giorno sei.
Averli compiuti mi dava una strana sensazione di arrivo: solo che non vi era alcuna meta. Arrivato dove, dunque? Qui, da nessuna altra parte che qui.
di Silvio Foini
Nel corso degli anni, un pensiero mi si era presentato, spesso e malignamente indicando quell'età come determinante per me. Li avevo raggiunti quei benedetti 47 anni e non era accaduto proprio nulla che potesse darmi pensiero.
Adesso eravamo ad agosto ed avevo oltrepassato quel limite, esattamente da un mese e tutto era eguale a prima. Abitavo sempre nel mio piccolo e sconosciuto paese dove non accadeva mai nulla di particolarmente rilevante
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martedì, febbraio 04, 2014
Ci sono persone che silenziosamente e nel nascondimento vivono il proprio credo con coraggio ed entusiasmo, con forza e determinazione e con gioia restano sempre accanto ai fratelli, amando Dio sopra ogni cosa, anche quando tutto ciò sembra impossibile e la vita stessa viene negata
di Monica Cardarelli
Una di queste persone è sicuramente Etty Hillesum, giovane ebrea olandese, che con la sua famiglia vivrà la tragedia della Shoah: morirà nell’autunno del 1943 ad Auschwitz-Birkenau.
Di lei ci parla p. Yves Bériault, domenicano canadese, nel libro “Etty Hillesum. Testimone di Dio nell’abisso del male”, per le edizioni Paoline. L’interesse dell’autore per la Seconda Guerra mondiale ha trovato una ulteriore conferma nell’incontro con Etty Hillesum, avvenuto in modo casuale. L’autore infatti racconta nella prefazione come sia rimasto colpito dalla foto della copertina del libro il “Diario” di Etty Hillesum, che ha visto passando davanti alla vetrina di una libreria di Tolosa
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venerdì, gennaio 31, 2014
Avvertii come un pizzicare sotto le palme e quando le ritirai Martine mi gettò le braccia al collo.
"Grazie Pietro - disse in un corretto italiano. So che quanto hai detto è vero. Noi siamo con voi, da ora, per sempre." Mi baciò sulla guancia.
Restammo con loro altri due giorni, avevano una curiosità o meglio, una sete di sapere che ci commuoveva. Jerome mi stupì un poco quando mi confidò.
"Lo sai che è da tempo che immagino un mondo diverso da questo attuale?
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mercoledì, gennaio 29, 2014
(
prima parte)
Una voce di donna rispose. Riuscii solamente a dire: “Signora le passo Suo Figlio...” poi le mie gambe si piegarono dall’emozione.
“Grazie Pietro. – Sapeva il mio nome! – Quando verrai a trovarci?”
“P... presto spero. Buona sera.” Passai il ricevitore a Chris che riagganciò subito.
“Non parli con tua Mamma?” Chiesi allibito.
“Pietro! Non ho bisogno del telefono per farlo!”
Ero scosso tremendamente: le poche parole che avevo scambiato con Maria mi tambureggiavano nel cervello
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mercoledì, gennaio 22, 2014
Gli uomini avanzavano incitando i quattro buoi che trainavano il pesante carro di legno: ruote e gambe affondavano nel fango della strada che dalla pianura portava su, verso la Valle. (leggi la prima parte)
di Silvio Foini
Una risata generale s'infranse contro la porta automatica della filiale della Popolare di Novara che si stava richiudendo dietro a quei due. L'Alfa Duetto correva veloce sospinta dal suo motore sportivo lungo la strada che costeggiava il Lago Maggiore ed i capelli di Laura scompigliati dal vento erano una vaporosa nuvola dorata attorno al suo bellissimo volto. Edoardo ogni tanto si distraeva dalla guida e le gettava una furtiva occhiata, la giovane, invece, fissava il serpente della strada che correva sinuoso davanti al musetto della vettura e non parlava
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martedì, gennaio 21, 2014
Gli uomini avanzavano incitando i quattro buoi che trainavano il pesante carro di legno: ruote e gambe affondavano nel fango della strada che dalla pianura portava su, verso la Valle.
di Silvio Foini
Pioveva da tre giorni e procedere su quel terreno era impresa ardua, gli uomini, bagnati dall'acqua erano intirizziti dal vento gelido che scendeva dalle montagne foriero dell'imminente inverno e le pesanti armature che alcuni indossavano non facilitavano certo quella marcia. Solo una decina di loro avevano ancora il cavallo. Dal giorno in cui avevano lasciato la Valle al seguito del loro Signore che si recava in Terra Santa
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martedì, gennaio 14, 2014
Lpl pubblica in esclusiva un ciclo di racconti inediti del noto scrittore Silvio Foini. (prima parte)
Alan non chiedeva di meglio. Si avvicinò al fuoco che ardeva nel camino di pietra e rimase immobile ad assorbirne il calore. I suoi denti battevano in un angosciante tremito.
La donna gli offrì del latte caldo con del miele mentre l’uomo gli poneva accanto dei modesti abiti asciutti. “Sono miei ma dovrebbero andarti bene. Sei alto e grosso come sono io. Mettili o rischi di beccarti una bella polmonite. Sei un inglese, vero?”
Alan accennò di si con il capo mentre finiva di bere. Poi si vestì. Gli abiti erano della sua misura. Si sedettero accanto al fuoco a parlare. Alan si sentiva a casa adesso. In quella modesta casa tanto simile alla sua su nel Derbyshire
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